Le sabbie di Marte all’origine della Luce Zodiacale
Le sabbie di Marte all’origine della Luce Zodiacale
di Stefano Parisini
www.media.inaf.it
La sonda spaziale #Juno della Nasa potrebbe aver risolto una vecchia questione astronomica. Sono infatti secoli che gli astronomi si chiedono da cosa sia originata la cosiddetta #LuceZodiacale, visibile nei cieli scuri come una debole striscia che s’innalza sopra l’orizzonte dopo il tramonto e prima dell’alba. La Luce Zodiacale è in sostanza luce solare diffusa da una nube di polvere interplanetaria di origine incerta. L’ipotesi più accreditata è che nella nube si sia accumulato il residuo lasciato da comete o asteroidi che si sono avventurati nel Sistema solare interno. Fra le persone impegnate a comprendere questo fenomeno anche Brian Harold May, che ha completato nel 2007 il dottorato in astrofisica su questo argomento dopo averlo abbandonato più di trent’anni prima per dedicarsi completamente alla nota attività di chitarrista. Anche #BrianMay sarà dunque interessato alla nuova scoperta effettuata grazie ai rilevamenti della sonda spaziale Juno che, dopo il lancio nel 2011, ha viaggiato 5 anni per raggiungere la sua destinazione, il pianeta Giove, seguendo una traiettoria complessa.
Durante il lungo , i grandi pannelli solari di Juno sono stati ripetutamente bersagliati da granelli di polvere. Spesso l’impatto ha scheggiato la struttura di supporto posteriore dei pannelli, producendo piccoli detriti che in alcuni casi sono stati ripresi dalle fotocamere dello star tracker, il sistema di navigazione della navicella che si orienta con la posizione delle stelle. Esaminando queste immagini gli scienziati sono potuti risalire ad alcune proprietà dei granelli che costituiscono la nube di polvere zodiacale, ottenendo, per la prima volta una mappa della distribuzione della polvere.
La sorpresa è che la mappa punta a una sorgente inaspettata: nientemeno che il pianeta Marte, che avrebbe potuto spargere nello spazio interplanetario tutta questa polvere durante tempeste di sabbia globali, che coinvolgono tutto il Pianeta rosso. Da buon esploratore, le osservazioni di Juno permetteranno anche di tracciare rotte più sicure per i prossimi viaggi spaziali, evitando le zone più affollate di detriti.
Crediti video: NASA Goddard Space Flight Center