La Meteorologia moderna basa le sue fondamenta sulle macerie di una tempesta
Una violenta tempesta durante la Guerra di Crimea diede impulso alla creazione dei primi servizi meteorologici organizzati
di Col Mario Giuliacci
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Fra l’ottobre del 1853 e il febbraio del 1856 venne combattuta la Guerra di Crimea, che vide Francia, Gran Bretagna, Impero Ottomano e Regno di Sardegna alleati fra loro contro l’Impero Russo, per impedirne l’espansione della sfera di influenza nell’area mediterranea. Gran parte del conflitto si svolse nella Penisola di Crimea, e l’episodio chiave fu l’assedio della città di Sebastopoli, principale base navale russa nel Mar Nero: con la caduta dell’importante base militare, avvenuta il 9 settembre 1855, i russi infatti furono inesorabilmente condannati alla sconfitta, sancita nel 1856 con il Trattato di Parigi.
Tuttavia, ci fu un momento in cui l’Impero Russo, grazie soprattutto all’aiuto degli eventi atmosferici, fu a un passo dal vincere il conflitto. Quando infatti l’assedio di Sebastopoli durava oramai da più di un anno, il 14 novembre del 1854 un intenso e veloce nucleo di aria gelida fece improvvisamente irruzione nel Mar Nero, scatenando una tempesta di violenza inaudita. Fortissimi e gelidi venti misero a soqquadro gli accampamenti alleati, strappando dal terreno le tende e portando via carri e masserizie di ogni tipo. Ma la vera e propria tragedia si consumò in mare: a causa delle acque in tempesta colarono a picco una quarantina di imbarcazioni tra mercantili e navi da guerra e oltre 400 marinai persero la vita. Le forze alleate videro all’improvviso notevolmente diminuita la loro potenza, e fu necessario un grande sforzo per far arrivare i rinforzi e rinsaldare il fronte.
In compenso però l’episodio ebbe il merito di dare un grande impulso allo sviluppo della Meteorologia. Preoccupato che eventi così disastrosi potessero ripetersi, il Maresciallo Vaillant, Ministro della Guerra della Francia, incaricò l’Osservatorio di Parigi di capire se la tempesta del novembre 1854 fosse in qualche modo prevedibile. Gli scienziati francesi chiesero aiuto ai meteorologi di mezza Europa, e dopo aver raccolto una gran mole di dati giunsero alla conclusione che, in effetti, sarebbe stato possibile prevedere il disastroso peggioramento del tempo: la tempesta infatti aveva investito il 12 novembre l’Europa Nord Occidentale e poi, muovendosi verso sudest, nei due giorni successivi aveva attraversato gran parte del continente, segnalata da tutte le stazioni meteo su cui era passata.
Tutto ciò spinse i vertici militari alleati a incoraggiare una maggior attenzione verso le condizioni meteo su grande scala, e anche grazie a tali disposizioni negli anni successivi nacquero i primi servizi meteorologici nazionali: iniziarono gli inglesi, che istituirono un embrione di centro meteo nazionale già nel 1861, e successivamente lo stesso fecero anche la Francia, nel 1863, e l’Italia nel 1866.
Fonte Articolo: Col. Mario Giuliacci