Terra dei fuochi, arriva la conferma: tumori, leucemie e malformazioni sono legati ai rifiuti

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Terra dei fuochi, arriva la conferma: tumori, leucemie e malformazioni sono legati ai rifiuti

Il report di Procura e ISS conferma la correlazione
di Francesca Biagioli
www.greenme.it

C’è una relazione stretta tra i tanti casi di tumori, leucemie e malformazioni che si sono verificati negli ultimi anni nella cosiddetta “Terra dei Fuochi”, e la presenza di siti abusivi e incontrollati di rifiuti, tossici e pericolosi. Sono i risultati del rapporto conclusivo della Procura di Napoli Nord nato dall’accordo del giugno 2016 con l’Istituto Superiore di Sanità.

Non c’è più alcun dubbio (se qualcuno ancora ne aveva): l’aumento dei casi di alcune tipologie di tumore ma anche malformazioni congenite e asma nella Terra dei Fuochi sono da imputare alla gestione illegale e sconsiderata dei rifiuti che si è fatta sul territorio.

I risultati del rapporto tanto atteso della Procura di Napoli Nord sono stati presentati stamattina alla presenza di Luigi Riello,  procuratore generale presso la Corte d’Appello di Napoli e Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità.

La situazione si era iniziata ad intuire abbastanza bene già nel 2016 quanto l’Istituto Superiore di Sanità aveva pubblicato il Rapporto Istisan che evidenziava troppi morti e troppi ricoveri, soprattutto tra bambini e adolescenti.

Proprio al 2016 risale l’accordo tra la Procura di Napoli Nord  e l’Istituto Superiore di Sanità da cui nasce il report i cui risultati definitivi sono stati presentati oggi. Un accordo finalizzato allo scambio di dati e informazioni mediche sulla popolazione residente nella zona nord della provincia di Napoli e parte della provincia di Caserta.

Si è studiata in particolare l’incidenza tumorale, il tasso di ospedalizzazione per diverse patologie (per cui è accertato che l’esposizione ad inquinanti sia un fattore di rischio) e il tasso di mortalità. In pratica si voleva capire cosa effettivamente stava accadendo ai cittadini della zona e fino a che punto la situazione dei rifiuti stava incidendo sulla loro salute.

I risultati del rapporto hanno parlato molto chiaro:

la mortalità e l’incidenza per tumore della mammella è significativamente maggiore tra le donne dei comuni inclusi nella terza e quarta classe dell’indicatore di esposizione a rifiuti (livello di rischio da rifiuti maggiore) rispetto ai comuni della prima classe, meno impattati dai rifiuti”.

Anche le malformazioni congenite (MC) sono significativamente più elevate nei comuni della classe 4 rispetto alla prima. Inoltre, nella popolazione di età compresa tra 0 e 19 anni, l’incidenza di leucemie aumenta significativamente se si considerano i comuni della classe 4.

Ma non è ancora tutto, anche l’ospedalizzazione per asma è significativamente più elevata (sia per gli uomini che per le donne)  nei comuni di terza e quarta classe e, sempre in questi comuni, si registra una percentuale di nati pretermine molto alta.

Si è concluso dunque che i risultati:

“Evidenziano nel complesso un possibile ruolo causale o concausale dei siti di rifiuti, in particolare quelli incontrollati e illegali di rifiuti pericolosi, comprese le combustioni, nell’insorgenza di queste malattie. (…) La raccolta e l’analisi dei dati sanitari delle diverse fonti informative accreditate disponibili ha permesso di fornire un quadro dello stato di salute nell’area in esame, evidenziando anche le situazioni locali che meritano specifiche attenzioni. Alcuni comuni, infatti, presentano eccessi di specifiche patologie in termini di mortalità, ospedalizzazione, incidenza dei tumori, prevalenza di malformazioni congenite e di nati pretermine o con basso peso. Per alcune patologie è stata evidenziata una correlazione con il rischio di esposizione a rifiuti”.

Cosa si farà per arginare la situazione? Brusaferro in proposito ha dichiarato:

“L’indagine ha evidenziato delle criticità relative all’impatto dei rifiuti sulla salute. Questo conferma la necessità di sviluppare un sistema di sorveglianza epidemiologica integrata con dati ambientali nell’intera area della regione Campania e in particolare nella province di Napoli e Caserta, così come nelle altre aree contaminate del nostro Paese, in modo da individuare appropriati interventi di sanità pubblica, a partire da azioni di bonifica ambientale. Per tutte le azioni di prevenzione e bonifica, condivise con le autorità e le popolazioni coinvolte, l’Istituto Superiore di Sanità è pronto a collaborare con le autorità e le istituzioni locali e regionali”.

Fonti: Rai News / Caserta News

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