La Niña ha raggiunto il suo picco massimo, ma i suoi impatti continuano

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La Niña ha raggiunto il suo picco massimo, ma i suoi impatti continuano

Wmo: nonostante il raffreddamento globale di La Niña, nel febbraio-aprile 2021 le temperature dovrebbero essere superiori alla norma
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Secondo il nuovo El Niño-La Niña Update della  World meteorological organization (Wmo), «L’evento 2020-2021 di La Niña ha superato il suo picco, ma continuano gli impatti su temperature, precipitazioni e andamento delle tempeste».  E l’aggiornamento Wmo conferma che «Nonostante l’influenza generale del raffreddamento degli eventi di La Niña, nel febbraio-aprile 2021, le temperature al suolo dovrebbero essere superiori alla norma per la maggior parte del globo».

Con il nome de La Niña ci si riferisce al raffreddamento su vasta scala delle temperature della superficie oceanica nell’Oceano Pacifico equatoriale centrale e orientale, insieme ai cambiamenti nella circolazione atmosferica tropicale: venti, pressione e precipitazioni. Di solito ha impatti opposti sul tempo e sul clima di El Niño, che è la fase calda dell’El Niño Southern Oscillation (ENSO). La Niña ha quindi un effetto di raffreddamento globale temporaneo, ma questo non è stato sufficiente ad evitare che il 2020 sia stato uno dei tre anni più caldi mai registrati. Gli effetti di La Niña ed El Niño sulla temperatura globale media sono in genere più forti nel secondo anno dell’evento, ma resta da vedere in che misura l’attuale La Niña influenzerà le temperature globali nel 2021. Quello ormai in esaurimento è stato un evento de La Niña moderato che sembra aver raggiunto il picco in ottobre-novembre. Per la Wmo «C’è una probabilità del 65% che persisterà durante febbraio-aprile, con una probabilità del 70% che il Pacifico tropicale torni a condizioni ENSO neutre entro la stagione aprile-giugno 2021».

Il segretario generale della Wmlo, Petteri Taalas. Ha ricordato che «El Niño e La Niña sono i principali motori del sistema climatico terrestre. Ma tutti gli eventi climatici che si verificano in natura ora si svolgono nel contesto del cambiamento climatico indotto dall’uomo, che sta aumentando le temperature globali, esacerbando condizioni meteorologiche estreme, influenzando i modelli di precipitazioni stagionali e complicando la prevenzione e la gestione dei disastri. Grazie alla nostra capacità di prevedere in anticipo gli eventi di La Niño ed El Niño, la comunità della Wmo è stata in grado di rafforzare il suo sostegno ai governi, alle Nazioni Unite e alle parti interessate nei settori sensibili al clima per mobilitare i preparativi e salvare vite umane».

El Niño e La Niña sono i principali, ma non gli unici, fattori climatici. Il Global Seasonal Climate Update (GSCU) della Wmo esamina le influenze di tutti gli altri principali fattori climatici come la North Atlantic Oscillation, l’Arctic Oscillation, l’Indian Ocean Dipole ed altri modelli connessi. Le precisioni stagionali dell’SGCU vengono utilizzate dall’Onu e da altri partner nei settori umanitari e sensibili al clima per pianificare le loro attività. E l’ultima GSCU evidenzia che «Ad eccezione che in alcune piccole aree, si prevede che temperature terrestri superiori alla norma domineranno ovunque a  febbraio-aprile 2021».

E’ più probabile che temperature superiori alla norma si verificheranno nell’Asia occidentale, centrale e orientale e nella metà meridionale del Nord America ed è probabile che temperature superiori alla norma verranno registrate anche su gran parte delle alte latitudini settentrionali (eccetto nel Nord America nordoccidentale), nelle parti meridionali, centrali e orientali del Sud America e nelle regioni equatoriali e settentrionali dell’Africa.

Temperature al di sotto della norma sono più probabili nel  nord del Sud America.

Secondo il GSCU, «Le previsioni sulle precipitazioni per febbraio-aprile 2021 sono coerenti con i tipici effetti di La Niña sui climi regionali. Questi includono maggiori possibilità di condizioni insolitamente umide su gran parte del Sud-est asiatico, Australia e Nord America del Sud e isole della Melanesia. Anche l’Africa meridionale può vedere piogge superiori al normale. C’è una maggiore probabilità di precipitazioni sopra il normale (possibilmente come neve) su gran parte dell’emisfero settentrionale a nord di circa 45° N, dove l’oscillazione artica negativa in corso sta influenzando i modelli meteorologici. Precipitazioni al di sotto del normale sono probabili su gran parte dell’Asia occidentale e centrale e lungo circa 30° N nell’Asia orientale, così come su parti del Grande Corno d’Africa, parti dell’Africa centrale, latitudini subtropicali del Nord America, isole della Polinesia e alcune parti del Sudamerica sudorientale».

Global Seasonal Climate Update della Wmo, Regional Climate Outlook Forum e  WMO Regional Climate Centers hanno sviluppato un’analisi congiunta dalla quale emerge che «Mentre le regioni tropicali sono state visibilmente influenzate da La Niña, altre regioni sono state influenzate da una miscela di altri fattori climatici, come la fase negativa dell’oscillazione artica dal dicembre 2020».

Africa dell’est: secondo l’IGAD Climate Prediction and Adaptation Center (ICPAC), l’importante stagione delle “piogge brevi” di ottobre-dicembre nell’Africa orientale ha visto piogge “miste” in tutta la regione, con condizioni generalmente più asciutte osservate a nord e ad est, e condizioni più umide o più vicine al normale osservate a sud e ad ovest della regione,). Da febbraio ad aprile sono previsti anche andamenti misti delle precipitazioni.

Africa meridionale Molte parti dell’Africa meridionale hanno registrato precipitazioni superiori alla media. L’eccezione significativa riguarda parti del Mozambico e del Madagascar che hanno visto piogge scarse o assenti.

Asia centrale: L’Asia centrale riceve generalmente la maggior parte delle sue precipitazioni annuali nella prima metà dell’anno. Negli ultimi 3 mesi, molte parti dell’Asia centrale hanno registrato precipitazioni al di sotto del normale e le ultime previsioni GSCU per i prossimi tre mesi indicano che è nuovamente probabile che piova al di sotto della norma.

Sud-est asiatico: Ampie parti del sud-est asiatico hanno mostrato una tipica risposta di La Niña con un totale di precipitazioni notevolmente superiore al normale negli ultimi mesi. E’probabile che questa tendenza continui, in particolare nella parte orientale della regione.

Isole del Pacifico centrale: Negli ultimi mesi, le isole del Pacifico centro-occidentale, tra cui Papua Nuova Guinea, Kiribati, Tuvalu e Isole Cook settentrionali, hanno sperimentato condizioni estremamente secche.

Sud America (a nord dell’equatore): I totali delle piogge sulla regione nel suo insieme sono stati molto misti, con le aree equatoriali orientali che vedono un totale delle precipitazioni ben al di sopra del normale e le aree equatoriali occidentali al di sotto del normale. Le previsioni stagionali globali evidenziano precipitazioni superiori alla norma da febbraio ad aprile per gran parte di questa regione.

Sud America (a sud dell’equatore): Negli ultimi mesi gran parte di questa regione ha visto precipitazioni al di sotto del normale, con Uruguay, Brasile centrale e Argentina settentrionale che hanno registrato precipitazioni significativamente inferiori al normale. L’ultima previsione stagionale globale indica che è probabile che questa tendenza continui.

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