L’ Universita’ di Verona chiude la linea di ricerca con i primati

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L’ Universita’ di Verona chiude la linea di ricerca con i primati

A Verona il Comune e l’università dicono basta alla sperimentazione sui macachi: firmato l’accordo
tratto da www.veronasera.it

Oggi il Comune di Verona ha presentato l’accordo siglato con l’Università di Verona dal Prorettore Vicario Prof.ssa Donata Maria Assunta Gottardi e il Sindaco Federico Sboarina con la consigliera delegata Laura Bocchi che prevede la chiusura della linea di ricerca sui primati non umani stabulati presso l’Università e la dismissione dell’intera colonia di animali,

I punti dell’accordo

L’Università di Verona si impegna a cedere a titolo gratuito la proprietà dei primati non umani attualmente in suo possesso, tre “Macaca mulatta” di cui uno molto anziano e due fra i 3 e i 4 anni di vita, ospiti nel Centro Interdipartimentale di Servizi per la Ricerca – C.I.R.S.A.L. A garanzia della massima tutela del benessere psico-fisico degli animali, sarà cura del Comune individuare l’associazione che se ne prenderà cura, fra quelle riconosciute dal Ministero della Salute.

L’associazione, ricercata a livello nazionale attraverso una manifestazione d’interesse, dovrà essere in grado di prelevare a proprie spese i tre macachi e di provvedere alla loro messa a dimora in struttura autorizzata alla loro detenzione, garantendone il mantenimento, cure veterinarie e quant’altro sia necessario per il loro benessere. L’accordo tra Comune e Università è stato sottoscritto oggi, in Municipio, dal sindaco Federico Sboarina e della prorettrice vicaria, la professoressa Donata Gottardi. Presente Laura Bocchi, consigliere comunale con delega agli animali e promotrice dell’iniziativa per dire stop alla sperimentazione su questi primati.

Gottordi Bocchi Sboarina
Da sx Gottordi, Bocchi e Sboarina

«In poco tempo si è giunti alla positiva conclusione di un importante percorso di collaborazione avviato con l’Università – spiega il sindaco Sboarina –. La sottoscrizione del protocollo d’intesa sancisce un rivoluzionario cambio di strategia nelle metodologie di ricerche che, per il futuro, dovranno guardare a metodi alternativi rispetto alla sperimentazione sui primati non umani. È necessario comprendere che il benessere del genere umano è diametralmente collegato al benessere degli animali e dell’ambiente del nostro pianeta. Prendersene cura è l’unica via percorribile per garantirne la salvaguardia in favore delle nuove generazioni».

«Questo è l’ultimo tassello di una vicenda che, in poco tempo, ha portato ad una positiva conclusione – dichiara Gottardi –. E’ stato valutato ogni singolo aspetto, per garantire il pieno compimento di tutte le azioni prefissate. Questo accordo guardare al futuro con una nuova visione, che possa andare verso diverse forme di ricerca scientifica, che non tengano in considerazione l’uso degli animali».

«Un percorso di questo tipo – sottolinea la consigliera Bocchi – può essere portato avanti solo grazie alla collaborazione di persone illuminate. La firma del protocollo d’intesa tra Comune e Università di Verona, infatti, è il frutto di un importante lavoro di squadra che mi ha visto coinvolta fin dall’inizio, su invito delle associazioni del territorio. Una conclusione che genera una svolta di grande rilevanza sul tema della sperimentazione. Mi auguro che altre università seguano lo stesso esempio e mettano fine a pratiche crudeli che molto spesso non hanno ragione di esistere, sussistendo alternative possibili da studiare e prendere in considerazione».“

Quella di Verona è la terza Università italiana che in pochi anni decide di liberare i primati, infatti anche Modena, e Padova di concerto con l’Istituto Zooprofilattico delle Venezie, hanno dismesso quasi 50 macachi, ora custoditi presso il Centro di recupero specializzato in specie esotiche in Toscana seguendo un progetto di riabilitazione, con veterinari e personale specializzato in primati, grazie alla LAV che ha messo a loro disposizione enormi ricoveri in cui essere liberi di vivere e giocare con costanti arricchimenti ambientali. Nello stesso riconosciuto Centro sono inoltre, presenti altri 9 primati liberati dall’Istituto Superiore di Sanità.

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