L’Oceano Artico è letteralmente “invaso” dalle fibre sintetiche
I preoccupanti risultati dello studio più completo realizzato fino ad oggi sulle microplastiche nell’Oceano Artico
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Lo studio “Pervasive distribution of polyester fibres in the Arctic Ocean is driven by Atlantic inputs”, pubblicato su Nature Communications da un team di ricercatori canadesi di Ocean Wise Conservation Association e del Department of Fisheries and Oceans Canada, rivela che «Le fibre sintetiche costituiscono circa il 92% dell’inquinamento microplastico riscontrato nei campioni di acqua di mare in prossimità della superficie dell’Oceano Artico. E circa il 73% di queste fibre sono poliestere e assomigliano a fibre utilizzate nell’abbigliamento e nei tessuti».
La Ocean Wise Microfiber Partnership è un’iniziativa di ricerca che riunisce l’industria dell’abbigliamento, agenzie governative e scienziati per affrontare l’inquinamento da microfibre attraverso una migliore progettazione tessile, pratiche, gestione dei rifiuti e strumenti per monitorare le microfibre nell’ambiente e quello pubblicato su Nature Communicationsè lo studio più completo mai intrapreso sulle microplastiche artiche. I ricercatori della partnership costituita da Ocean Wise, Fisheries and Oceans Canada, Environment and Climate Change Canada e università della British Columbia per esaminare gli effetti di varie microfibre tessili sugli organismi alla base di una rete alimentare costiera, hanno analizzato campioni provenienti da 71 località dell’Artico europeo e nordamericano, compreso il Polo Nord e raccolti da One Ocean Expeditions a bordo della nave da ricerca Akademik Ioffe e dai programmi Fisheries and Oceans Canada Arctic a bordo dei rompighiaccio canadesi CCGS Louis S. St-Laurent e CCGS Sir Wilfrid Laurier . Navi che, durante le loro spedizioni del 2016, hanno percorso più di 19.000 km attraverso l’Oceano Artico.
Il principale autore dello studio, Peter Ross, del Department of Earth, Ocean and Atmospheric Sciences dell’università della British Columbia e consulente speciale di Ocean Wise, sottolinea che «L’Oceano Artico, sebbene distante da molti di noi, ha a lungo fornito cibo e sostenuto lo stile di vita delle comunità Inuit. Lo studio sottolinea ancora una volta la vulnerabilità dell’Artico ai cambiamenti ambientali e agli inquinanti trasportati dal sud. Fornisce inoltre importanti dati di riferimento che guideranno i responsabili politici nella mitigazione dell’inquinamento da microplastica negli oceani del mondo, con le fibre sintetiche che emergono come priorità».
Ocean Wise ha anche analizzato campioni d’acqua fino a una profondità di 1.015 metri in 6 siti nel Mare di Beaufort e i ricercatori hanno calcolato che «La concentrazione media di microplastiche fosse di circa 40 particelle microplastiche per metro cubo». Hanno anche visto che ci sono quasi tre volte più particelle di microplastica nell’Artico orientale rispetto all’Artico occidentale, il che suggerisce che «Nuove fibre di poliestere vengono trasportate nell’Oceano Artico orientale dalle correnti dell’Atlantico. In altre parole, un’importante fonte di microfibre nell’Artico sono probabilmente i Paesi che circondano l’Oceano Atlantico».
Come studi precedenti, la nuova ricerca evidenzia il ruolo che i tessuti, il bucato e lo scarico delle acque reflue hanno nella contaminazione degli oceani del mondo. Non a caso lo studio pubblicato su Nature Communications si basa sulla precedente ricerca di Ocean Wise che evidenziava già il gran numero di microfibre sintetiche nelle acque reflue urbane e la prevalenza di microfibre di plastica negli intestini dei beluga dell’artico (Delphinapterus leucas).
Una delle autrici dello studio, Anna Posacka, responsabile ricerca dell’Ocean Wise Plastics Lab che ha effettuato l’analisi delle microplastiche, conclude: «Ocean Wise continua ad essere in prima linea nella ricerca sulla microplastica oceanica orientata a trovare una soluzione, in collaborazione con i settori dell’abbigliamento e del commercio al dettaglio, le agenzie governative e le comunità Inuit e Inuvialuit dell’Artico. La riduzione del rilascio di fibre dai tessuti rappresenta un’opportunità significativa per frenare l’inquinamento da microfibra marina. E insieme alla Microfiber Partnership di Ocean Wise, alcune aziende e iniziative lungimiranti stanno cercando modi per affrontare questo problema».