Le eruzioni storiche dell’Etna – Parte 2
di Stefano Branca e Jean-Claude Tanguy
ingvvulcani.com
Parte 2. Dal XVII secolo al presente
Nel luglio 1603 si intensificò l’attività persistente ai crateri sommitali dell’Etna e dal cratere centrale fuoriuscirono diversi trabocchi di lava fra il 1607 e il 1610. Il cronista Ribizzi scrive: “il 28 giugno 1607 il Mongibello si aprì verso i Monticelli (attuale M. Spagnolo nel medio versante NO) e ne corse una lava di circa 3 miglia”. Mentre, il vasto campo lavico del 1610 che minacciò il paese di Adrano fu generato tra il 6 febbraio e la fine agosto 1610 da due distinte e ravvicinate fessure eruttive. Dal 1614 al 1624 ebbe luogo sull’alto versante settentrionale la più lunga eruzione laterale della storia recente, che formò il vasto campo lavico della “Sciara del Follone”. L’eruzione 1634-1636 interessò il versante meridionale della Valle del Bove, e la colata lavica distrusse boschi e vigneti fra Zafferana e Fleri. Questa eruzione è il più antico evento eruttivo dell’Etna rappresentato grazie a due disegni (Figura 4). Nel 1643 si verificarono due brevi eruzioni laterali, una nel mese di febbraio nell’alto versante settentrionale i cui prodotti non sono più affioranti e un’altra nell’alto versante nord-occidentale avvenuta nel mese di luglio. Nel 1651 si verificò un’altra grande eruzione laterale nel versante occidentale, durata tre anni, che ha prodotto un vasto campo lavico, denominato la “Sciara di San Antonio”, che distrusse una parte di Bronte e ampi territori coltivati.
La famosa eruzione del 1669 costituisce l’evento eruttivo più distruttivo di epoca storica durante il quale, in quattro mesi, furono eruttati circa 600 milioni di m3 di lava producendo un vasto un campo lavico di circa 40 km2 che raggiunse una lunghezza massima di 17 km. Durante questa eruzione i flussi lavici distrussero completamente nove paesi e una piccola parte della porzione occidentale di Catania, in quanto le possenti mura medievali della città contennero… L’ARTICOLO CONTINUA QUI