Nel Mar Rosso si rischia una marea nera 4 volte più grave di quella della Exxon Valdez

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Nel Mar Rosso si rischia una marea nera 4 volte più grave di quella della Exxon Valdez

La petroliera Safer abbandonata al largo dello Yemen può causare una massiccia fuoriuscita di petrolio che metterebbe in pericolo il Mar Rosso e la salute dell’intera regione
www.greenreport.it

Della petroliera Safer abbandonata al largo dello Yemen Greenreport.it ne aveva scritto a luglio, oggi, a 5 mesi di distanza, un team di internazionale di scienziati guidati da Karine Kleinhaus, della School of marine and atmospheric sciences della Stony Brook University pubblica su  Frontiers in Marine Science il documento “A Closing Window of Opportunity to Save a Unique Marine Ecosystem” che chiede «Un’azione per rimuovere il petrolio da una nave cisterna in disfacimento e inattiva nel Mar Rosso che contiene circa un milione di barili di petrolio – quattro volte la quantità di petrolio contenuta nella Exxon Valdez, la petroliera che nel 1989 ebbe una disastrosa fuoriuscita di petrolio nell’ambiente, prima che l’attuale filtrazione si trasformi  in una massiccia fuoriuscita di petrolio in mare».

La petroliera Safer, la petroliera è una floating storage and offloading unit (FSO) abbandonata da anni e l’accesso a quella che ormai è diventata una gigantesca bomba ecologica è controllato dalle milizie scite Houthi che governano lo Yemen del nord e la capitale Sana’a. L’appello arriva dopo che, il 24 novembre, il New York Times aveva rivelato che gli Houthi concederanno il permesso a un team dell’Onu di salire a bordo della Safer per ispezionarla riparare i danni.

Per la Kleinhaus. «E’ giunto il momento di prevenire una potenziale devastazione per le acque della regione e per i mezzi di sussistenza e la salute di milioni di persone che vivono in una mezza dozzina di Paesi lungo la costa del Mar Rosso. Se si consentisse una fuoriuscita dalla Safer, il petrolio si diffonderebbe attraverso le correnti oceaniche per devastare una risorsa oceanica globale, poiché si prevede che le barriere coralline del Mar Rosso settentrionale e del Golfo di Aqaba saranno tra gli ultimi ecosistemi della barriera corallina del mondo per sopravvivere nei prossimi decenni».

La scienziata statunitense spiega che « Il motivo per cui le barriere coralline del Mar Rosso settentrionale sono uniche è perché sopravvivono in acque molto più calde rispetto alle temperature oceaniche odierne, che stanno diventando troppo alte da tollerare per la maggior parte dei coralli (oltre la metà della Grande barriera corallina si è degradata a causa di ondate di caldo marine causate dai cambiamenti climatici). Inoltre, i pesci che vivono sulle barriere coralline al largo dello Yemen, nel Mar Rosso meridionale, sono una delle principali risorse alimentari per le popolazioni della regione, e l’intero mare e le sue barriere coralline sono un ecosistema altamente biodiverso e ricco».

Gli autori del documento ricordano che a maggio l’acqua di mare è penetrata nella Safer ed è entrata nel vano motore e che sono state segnalate macchie di petrolio vicino alla petroliera, segno di probabili perdite. La petroliera è stata abbandonata dal 2015 quando era già in condizioni abbastanza precarie, quindi potrebbe cedere e causare uno sversamento massiccio di petrolio nel Mar Rosso.

Il documento presenta anche un modello computerizzato di come il petrolio si disperderà nel Mar Rosso nel caso una grossa fuoriscita di petrolio avvenisse quest’inverno e dimostra che, a causa delle tipiche correnti invernali in quella regione del Mar Rosso, il greggio arriverà molto più lontano se la fuoriuscita si verificherà ora piuttosto che in estate, il che avrebbe come risultato una devastazione molto più ampia ed estesa.

Alla Stony Brook University fanno notare che, «Nonostante i segni di deterioramento strutturale della Safer, l’accesso alla petroliera deve ancora essere ottenuto e misure concrete per riparare o prevenire una fuoriuscita di petrolio devono ancora essere prese». La dottor Kleinhaus conferma che «L’inverno è il periodo peggiore per una fuoriuscita di petrolio in quella regione, poiché le correnti invernali disperderanno il petrolio molto più ampiamente».

Gli autori del documento sollecitano sia l’Onu che l’International maritime organization  a «Intraprendere azioni urgenti per affrontare la minaccia del Safer, nonostante le tensioni politiche, poiché una fuoriuscita avrà conseguenze ambientali e umanitarie disastrose, soprattutto se si verifica durante l’inverno. Con milioni di barili di petrolio che attraversano ogni giorno il Mar Rosso, deve essere redatta una strategia regionale per la prevenzione e il contenimento degli sversamenti che sia specifica per gli ecosistemi unici, le correnti d’acqua insolite e il panorama politico del Mar Rosso».

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