Le ondate di freddo intenso in inverno. Ormai quasi certa quella tra il 25 e 30 dicembre

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Le ondate di freddo intenso in inverno. Ormai quasi certa quella tra il 25 e 30 dicembre

Ecco come si innescano le ondate di freddo più intense in inverno
di Mario Giuliacci
www.meteogiuliacci.it

Il ruolo delle ondulazioni meridiane  nelle correnti atmosferiche

 Le ondate di freddo i più intense in inverno sono quasi sempre collegate  ad un evento  di Stratospheric Warming (SW) un brusco  riscaldamento  oltre 10 gradi e fino a 30 gradi della stratosfera (atmosfera tra 20 e 50 km) del circolo polare artico, causato da forcing in arrivo dalla troposfera come risposta al blocco della propagazione da Ovest verso delle onde planetarie (onde di Rossby) ovvero alle forti ondulazioni in verso meridiano delle correnti occidentali (westwerly) che poi si propagano anche al gelido vortice polare  presente a tutte le quote al di sopra del circolo polare (vortice polare stratosferico = VPS).

Ricordiamo che il Vortice polare (VP) che staziona sul circolo polare è composto da aria gelida a tutte le quote e che ruota in senso antiorario (ciclonico) ossia da Ovest verso Est.

Semplificando potremmo dire che la  situazione di blocco avviene nelle ondulazioni planetarie (onde lunghe di Rossby) molto ampie,  ovvero onde che abbracciano in verso meridiano quasi tutto l’emisfero Nord  e immobili (blocco).

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Le situazioni di blocco nelle ondulazioni atmosferiche planetarie

La  Fisica dell’Atmosfera insegna  che la velocità  C di propagazione da Ovest verso Est  delle onde di Rossby decresce con la lunghezza dell’ondulazione e cresce con la velocità U come velocità media delle correnti occidentali,

C = U – K L2

 Ove L lunghezza dell’onda (la distanza tra due creste d’onda) , 0,4 come parametro di Rossby calcolato alle nostre latitudini,

Quando l’onda diventa stazionaria ossia immobile  (C=0), si ottiene come risposta un’azione di blocco del promontorio anticiclonico nelle onde di Rossby denominata blocking.

L’energia  via via accumulata nell’onda può generare una spinta  verso l’alto (forcing), che in determinate situazioni riesce a penetrare in medio-alta stratosfera gettando le basi per uno SW.

Infatti la parte Nord delle onde planetarie è costituita da un promontorio che si distacca verso Nord negli anticicloni  permanenti che sono appunto caldi a tutte le quote (come anticiclone  delle Azzorre nell’Atlantico  e anticiclone del Pacifico)

 In inverno si verificano più spesso le condizioni  per situazioni di blocco e quindi di intrusione delle onde lunghe troposferiche  nella stratosfera polare. In genere le situazioni favorevole al blocco sono quelle nelle quali i venti zonali (lungo i paralleli) stratosferici sono adeguatamente deboli da permettere la propagazione d’onde lunghe (wavenumber 1 e 2 =  solo 1 o 2 onde  nel verso dei paralleli ) nella stratosfera,  innescando analoghe ondulazioni meridiane nel VPS.

Il ruolo delle teleconnessioni 

Una forzante molto importante nei in queste dinamiche è rappresentata dalle teleconnessioni con altri fenomeni a  scala emisferica, quali:  la circolazione di Brewer-Dobson BDC (trasporto meridiano  verso i poli a quote stratosferiche  dell’Ozono prodotto all’equatore;  la QBO  ( Quasi Biennal Oscillation =inversione quasi biennale della direzione dei venti stratosferici sulla fascia equatoriale);  il ciclo di Schwabe (ciclo solare di circa 11 anni). Prerogativa di una forte BDC (dettata a sua volta dalla circolazione secondaria della QBO) è quella di disturbare il VP facendo in modo che la componente meridiana risulti essere maggiore di quella lungo i paralleli. In questi casi la tendenza  estremo allungamento  meridiano delle onde planetarie  fino al Cut-off è garantita, e di conseguenza aumentano le possibilità di blocco nelle onde planetarie
Le ondulazioni che riescono a penetrare nella stratosfera polare, vi producono un rallentamento della circolazione media atmosferica ( flusso di Eliassen e Palm) ed una inversione del gradiente termico meridiano tra polo e medie latitudini.

Genesi dello SW (StratWarming)

Ma, l’aspetto più visibile e con alto valore prognostico dell’intrusione di onde planetarie nella stratosfera polare è il surriscaldamento della Stratosfera stessa, un fenomeno noto  come stratwarming (stratospheric warming).    

Lo stratwarming  è causato dalla produzione di calore  nella  Stratosfera polare interessata  dalla intrusione delle onde planetarie. Il calore è ivi prodotto sia attraverso l’attrito e trasporto dal basso di quantità di moto  da parte dell’intrusone da parte dell’onda “bloccata” sia attraverso la  formazione di ozono, frutto della miscelazione verticale di masse d’aria. I surriscaldamento avviene solo sull’area penetrata dalle onde planetarie e dura intorno 7-10 giorni con temperature in brusco rialzo tra 10 e 20 gradi e talvolta, seppur più raramente anche fino 30 gradi

 Stratwarming e ondate di freddo intenso

L’intrusione anticiclonica  dell’onda lunga  nella stratosfera costringe il VP ad uscire  di là del circolo polare  (splitting) dalla parte opposta però rispetto all’area dell’intrusione. Ma con lo splitting del vortice polare inizia l’irruzione di aria gelida fino alle medio-basse latitudini.  L’imminente  irruzione è preannunciata non solo dal SW ma una profonda modifica della originaria circolazione stratosferica polare che  dalla inziale rotazione  ovest verso  Est,  trasforma  in una circolazione  da Est verso ovest nella porzione di vortice più prossimo al polo.

Ecco perché anche  il calo previsto nella  componente U del vento nel VPS fino a diventar negativo (venti da est verso ovest) è un altro indice utile per stimare l’imminente arrivo di un’ondata di freddo polare.

Se l’intrusione anticiclonica e lo stratwarming avvengono sul lato del Pacifico, allora lo splitting avviene verso il nostro continente e con conseguente outbreak delle gelide correnti polari   verso le medie-basse latitudini, Italia compresa.

E’ quello che i modelli oggi 20 dic prevedono per il 25 dic (vedi immagine di copertina)

Fonte Articolo: Col. Mario Giuliacci

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