La fusione della calotta glaciale della Groenlandia potrebbe far innalzare il livello del mare di 18 cm nel 2100
8 centimetri in più di quanto si prevedeva finora. Dati preoccupanti che finiranno nel nuovo rapporto Ipcc
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La calotta glaciale della Groenlandia, la seconda per estensione dopo quella dell’Antartide, si estende su un’area di 1,7 milioni di Km2 e la sua fusione totale potrebbe causare un aumento di 7 metri del livello degli oceani-
Il nuovo studio “Greater Greenland Ice Sheet contribution to global sea level rise in CMIP6”, pubblicato su Nature Communications da un team di ricercatori delle università di Liegi (ULiège), Oslo e Friburgo, applicando i modelli climatici più recenti – incluso il MAR – sviluppato a ULiège – prevede «Uno scioglimento della calotta glaciale della Groenlandia superiore del 60% rispetto a quanto era in precedenza pianificato».
L’aumento medio del livello degli oceani che potrebbe raggiungere i 18 centimetri nel 2100 rispetto ai 10 cm precedentemente annunciati proprio a causa dell’aumento della fusione superficiale della calotta glaciale della Groenlandia.
Si tratta di dati che saranno inclusi nel prossimo rapporto AR6 dell’Intergovernmental panel on climate change (Ipcc) che verrà pubblicato nel 2022.
Al laboratoire de climatologie d’ULiège laboratorio di climatologia di ULiège l’Ipcc ha chiesto di applicare, nell’ambito del progetto ISMIP6, il modello climatico MAR che sta sviluppando per regionalizzare il vecchio e nuovi scenari Ipcc. I ricercatori belgi dicono che «I risultati ottenuti hanno dimostrato che, a parità di variazione delle concentrazioni di gas serra, questi nuovi scenari prevedono uno scioglimento superficiale della calotta glaciale della Groenlandia del 60% maggiore rispetto a quanto precedentemente stimato per il precedente rapporto IPCC (AR5, 2013)».
Il modello ULiège MAR è stato il primo a dimostrare che la calotta glaciale della Groenlandia si sarebbe sciolta maggiormente con il riscaldamento dell’Artico in estate.
Il principale autore dello studio, Stefan Hofer, del laboratoire de climatologie dell’ULiège e attualmente in post-dottorato all’università di Oslo, spiega che «Mentre il nostro modello MAR ha suggerito nel 2100 un contributo dello scioglimento superficiale della calotta glaciale della Groenlandia a un aumento degli oceani di circa 10 centimetri nello scenario peggiore (vale a dire se nulla sarà cambiato nelle nostre abitudini), ora le nostre nuove proiezioni suggeriscono un aumento di 18 cm».
Visto che i nuovi scenari Ipcc si basano su modelli continuamente rivisti e migliorati – in particolare integrando una migliore rappresentazione delle nuvole – e la cui risoluzione spaziale è stata aumentata, queste nuove proiezioni dovrebbero in teoria essere più robuste e affidabili.
Il team del laboratoire de climatologie dell’ULiège è stato il primo a regionalizzare questi scenari per la calotta glaciale della Groenlandia.
Un altro autore dello studio Xavier Fettweis, anche lui dell’ ULiège, sottolinea che «Ora sarebbe interessante analizzare come queste proiezioni future siano sensibili al modello MAR che stiamo sviluppando, regionalizzando questi scenari con modelli diversi dal MAR come facciamo noi sul clima attuale (GrSMBMIP)». Questo studio sarà condotto nell’ambito del progetto europeo PROTECT (H2020) al quale partecipa ULiège e che ha l’obiettivo di «valutare e prevedere i cambiamenti nella criosfera terrestre, con incertezze completamente quantificate, al fine di produrre solide proiezioni globali, regionali e locali dell’innalzamento del livello del mare su una serie di scale temporali».
Anche i dati raccolti nell’ambito del progetto Katabata per misurare il potenziale dei venti catabatici dal sud di Groenladia, avviato a settembre da Fettweis e Damien Ernst, aiuteranno a perfezionare i modelli e in particolare la modellizzazione dei venti nel modello climatico MAR.
Fettweis conclude: «Sapendo che il vento influenza lo scioglimento della calotta glaciale , è importante disporre dei modelli più affidabili possibili».