Il più grande iceberg del mondo è arrivato a meno di 50 km dalla Georgia del Sud: si rischia una catastrofe ecologica
di ROBERTA DE CAROLIS
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Con una superficie di 4.200 chilometri quadrati A68a è il più grande iceberg del mondo e minaccia la Georgia del Sud: appena una settimana fa era a 400 km, ora a meno di 50. L’impatto sarebbe una catastrofe per gli ecosistemi e, ancora una volta, sono le azioni umane la causa principale.
La sua storia parte da lontano: si era staccato infatti dalla piattaforma di ghiaccio di Larsen C nel 2017 e da allora ha continuato a spostarsi in direzione nord. Monitorato in questi anni ora è diventato veramente un pericolo. L’ultimo recente aggiornamento lo vede a circa 48 km dalle coste della Georgia del Sud.
È ormai quasi certo che il “mostro” si areni al largo dell’isola omonima dell’arcipelago situato nell’Oceano Atlantico meridionale, considerata un rifugio per la fauna selvatica, mettendo a rischio la vita di foche e pinguini. Le vie di alimentazione degli animali potrebbero bloccarsi, impedendo loro di nutrire adeguatamente i loro piccoli. Inoltre, tutte le creature che vivono sul fondo del mare sarebbero schiacciate nel punto in cui A68a si fermerà.
Un disastro ecologico, l’ennesimo, dovuto all’uomo: l’aumento delle temperature dovuto al riscaldamento globale sta infatti favorendo il distacco di pezzi più o meno grandi dai lastroni di ghiaccio dei poli. E questo ne è un terribile esempio.
Purtroppo previsioni precise ancora non è possibile farne: teoricamente potrebbe anche continuare il suo viaggio sorpassando l’isola, ma i funzionari del governo locale stanno monitorando la situazione perché il pericolo che possa restare intrappolato nelle secche del posto è concreto.
We are keeping a close eye on the A68a iceberg as it drifts through #SouthGeorgia waters. These shots taken from a @RoyalAirForce A400M aircraft provide a unique view. It was so huge it was impossible to capture its entirety in a single shot! #SGSSIdiscover pic.twitter.com/nX8ToUfQP9
— Government SGSSI (@GovSGSSI) December 5, 2020
E un terribile precedente fa salire l’ansia: tra il 2003 e il 2004 un iceberg simile provocò infatti la morte di innumerevoli pulcini di pinguini cuccioli di foca, lasciando sulle spiagge della Georgia del Sud un triste cimitero a cielo aperto.
Il periodo dell’anno, inoltre, non aiuta, anzi.
“Stiamo ora entrando nella parte fondamentale dell’anno per l’allevamento – spiega infatti alla BBC News Mark Belchier, direttore della pesca e dell’ambiente per il governo della Georgia del Sud e delle Isole Sandwich meridionali – I nidi sono stati costruiti per i pinguini Gentoo (nome scientifico Pygoscelis papua, N.d.R.) e le uova verranno deposte presto. I primi cuccioli di foca sono nati nelle ultime due settimane. Il Natale è normalmente il picco dell’attività di allevamento.
Preoccupano anche i rischi per la navigazione: le onde stanno infatti provocando la rottura di innumerevoli frammenti, alcuni non propriamente trascurabili. Per ora pericoli imminenti non ci sono poiché la crisi Covid-19 ha bloccato le 80 navi da crociera che normalmente visitano i luoghi ogni anno e le attività di pesca non dovrebbero essere aperte per diversi mesi, quindi nessun peschereccio dovrebbe trovarsi nelle immediate vicinanze. Ma le parti di ghiaccio che si stanno staccando dovranno essere monitorate a lungo nel futuro.
Una flotta di satelliti è stata incaricata di monitorare A68a. I sensori dei veicoli spaziali stanno seguendo il movimento dell’iceberg insieme alle correnti e ai venti che lo guidano. I satelliti stanno anche cercando di ottenere informazioni fondamentali per capire se il suo destino è davvero incagliarsi sul fondo.
Fonti di riferimento: BBC News