Assassinato l’ambientalista peruviano Jorge Muñoz Saavedra, difendeva la foresta e i beni archeologici

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Assassinato l’ambientalista peruviano Jorge Muñoz Saavedra, difendeva la foresta e i beni archeologici

Era scomparso dal 19 dicembre, ritrovato ucciso dentro un sacco. Era stato minacciato dalle ecomafie e dai tombaroli
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Il ministero dell’Ambiente del Perù (Minam) condanna l’assassinio di Jorge Muñoz Saavedra, un noto difensore dell’ambientale e e della cultura del Batán Grande nella provincia settentrionale di Lambayeque.

Il Minap ha chiesto «un’indagine approfondita, tempestiva ed efficace sulle cause e sui responsabili della sua morte. Le azioni criminali di persone dedite all’estrazione e al disboscamento illegale, al traffico di specie forestali e al saccheggio del patrimonio archeologico a Batán Grande non devono rimanere impunite. Rifiutiamo qualsiasi azione che minacci la vita e l’ambiente dei nostri connazionali, a maggior ragione quando queste azioni causano la morte di una persona che dedica i suoi sforzi alla conservazione dell’ambiente, come è successo con Jorge Muñoz Saavedra, difensore ambientale e culturale del Batan Fantastico, Lambayeque».

Organizzazioni sociali e istituzioni hanno condannato la morte dell’ambientalista che era scomparso da giorni e  che aveva subito minacce dalle mafie dedite al traffico di specie forestali animali e vegetali.

Nel suo account Twitter, la Defensoría del Pueblo de Perú ha lanciato l’allarme sul pericolo in cui si trovano gli ambientalisti  e ha invitato le autorità a proteggerli «in modo che questi eventi non si ripetano nel nostro Paese, a causa di attività come l’estrazione illegale, il disboscamento illegale e traffico di terre».

Secondo fonti della polizia, la vittima, ritrovata a gtre giorni dalla sua scomparsa, presenta una ferita alla testa.

Il corpo di Jorge Muñoz Saavedra è stato trovato in un sacco vicino a una pista carrabile  nel settore di Batan Grande, vicino al distretto di Pátapo. Il direttore del Museo Nacional de Sicán , Carlos Elera, ha confermato a RPP Noticias che la vittima era stata minacciata «dai trafficanti di terra, persone legate all’estrazione illegaledalle cave nelle zone archeologiche, nonché persone che abbattono foreste come carrubi e sapote che lo Stato protegge. In questo senso, invochiamo la procura perché indaghi e trovai le persone che hanno messo fine alla vita di questo eroe della conservazione del patrimonio culturale e naturale».

Muñoz è scomparso nel pomeriggio del 19 dicembre, quando è uscito di casa per andare nella foresta, dove aveva sentito il rumore di una motosega, ma no ha fatto ritorno a casa e i suoi parenti hanno denunciato la sua scomparsa alle autorità.

L’ambientalista assassinato aveva passato gran parte della sua vita a proteggere il complesso Tambo Real, nel Parque Arqueológico de Batan Grande, un’area di foresta secca dove crescono alberi endemici come il sapote e l’algarrobo, ma punteggiato anche da circa 400 siti archeologici.

Elera conclude: «Questo luogo è minacciato da anni da organizzazioni criminali dedite al disboscamento illegale e all’estrazione mineraria, oltre che da tombaroli».

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