La corsa alle risorse della Luna potrebbe causare tensioni tra le potenze della Terra
Le risorse lunari sono limitate e non basteranno per tutti. Verso un trattato lunare?
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Oggi la Cina ha lanciato una missione spaziale per raccogliere e riportare sulla Terra campioni lunari. E’ il primo tentativo della Repubblica popolare, ormai entrata nell’esclusivo club spaziale più esclusivo, di recuperare campioni da un corpo celeste. .
Il governo comunista ha annunciato con orgoglio che «Un razzo Lunga Marcia-5, che trasportava la sonda Chang’e-5, è decollato dal Wenchang Space Launch Center sulla costa della provincia meridionale dell’isola di Hainan alle 4:30 (ora di Pechino). Chang’e-5 è una delle missioni più complesse e difficili nella storia dell’aerospaziale cinese». Il sito di allunaggio di Chang’e-5 è nella regione nord-occidentale dell’Oceano delle Tempeste, sul lato visibile della Luna.
Pei Zhaoyu, vicedirettore del Lunar Exploration Center e del programma dell’Amministrazione spaziale nazionale cinese, sottolinea che «La missione aiuterà a promuovere lo sviluppo scientifico e tecnologico cinese e getterà una importante base per un futuro atterraggio sulla luna con equipaggio e per l’esplorazione dello spazio profondo da parte del nostro Paese. Chang’e-5, composto da un orbiter, un lander, un veicolo di risalita e una capsula di ritorno, con un peso totale al decollo di 8,2 tonnellate, dovrebbe riportare sulla Terra circa 2 kg di campioni lunari. Gli obiettivi scientifici della missione includono lo studio della zona di allunaggio al fine di ottenere i dati di analisi in loco relativi ai campioni lunari, nonché l’analisi di laboratorio sistematica e a lungo termine di questi campioni».
Quindi, anche la Cina si accoda alla corsa alle possibili risorse della luna (e degli altri pianeti) e la cosa preoccupa non poco le altre potenze del mondo.
E’ quel che dice anche un team internazionale di scienziati guidato dal Center for Astrophysics di Harvard e dello Smithsonian, che prevede che con il crescente interesse per le risorse estraibili sulla luna i problemi aumenteranno: non ce ne sono abbastanza per tutti e «Senza politiche o accordi internazionali per decidere “chi ottiene cosa e da dove”. le tensioni, il sovraffollamento e il rapido esaurimento delle risorse rappresentino un possibile futuro per i progetti di estrazione lunare».
Lo studio “Concentrated lunar resources: imminent implications for governance and justice”, appena pubblicato su Philosophical Transactions of the Royal Society A da Martin Elvis del Center for Astrophysics Harvard and Smithsonian, Alanna Krolikowski della Missouri University of Science and Technology e Tony Milligan del King’s College London si occupa proprio di questo ed Elvis spiega che «Molte persone pensano allo spazio come a un luogo di pace e armonia tra le nazioni. Il problema è che non esiste una legge per regolamentare chi può utilizzare le risorse, e ci sono un numero significativo di agenzie spaziali e altri nel settore privato che mirano ad atterrare sulla luna entro i prossimi cinque anni. Abbiamo esaminato tutte le mappe della Luna che abbiamo trovato e abbiamo scoperto che non molti luoghi avevano risorse di interesse, e quelli che li avevano erano molto piccoli. Questo crea molto spazio per un conflitto su determinate risorse».
E le risorse più ambite sono quelle come l’acqua e il ferro, importanti perché consentiranno di condurre ricerche future e di lanciare missioni dalla luna. Elvius aggiunge: «Se non vuoi portare dalla Terra risorse per il supporto della missione, preferiresti di gran lunga prenderle dalla Luna. Se vuoi costruire qualcosa sulla luna, il ferro è importante; sarebbe assurdamente costoso trasportare il ferro sulla luna. C’è bisogno di acqua per sopravvivere; ne avremo bisogno per coltivare cibo – non porti la tua insalata con te dalla Terra – e per scinderla in ossigeno per respirare e in idrogeno per il carburante».
L’interesse per l’estrazione di risorse dalla luna non è nuovo. Inizia con il programma Apollo che ha esplorato la disponibilità di risorse come elio, acqua e ferro, e arriva alle ricerche più recenti incentrate sull’accesso continuo all’energia solare, cold traps e depositi di acqua ghiacciata e persino sostanze volatili che possono esistere nelle aree in ombra sulla superficie della luna. Milligan, ricercatore senior al progetto Cosmological Visionaries del King’s College di Londra, ricorda: «Poiché i campioni di roccia lunare restituiti dal programma Apollo hanno indicato la presenza di elio-3, la luna è stata una delle diverse risorse strategiche che sono state prese di mira».
Anche se esistono trattati come l’Outer Space Treaty del 1967 che proibisce l’appropriazione del suolo lunare da parte di juna nazione terrestre, e i 2020 Artemis Accords Accordi, che riaffermano il dovere di coordinarsi e di notificare le attività lunari, nessuno dei due prevede davvero una protezione di questi principi. Al Center for Astrophysics fanno notare che «Gran parte della discussione sulla luna, inclusa la politica attuale e potenziale per il governo delle missioni sul satellite, si è concentrata sull’attività scientifica rispetto a quella commerciale e su chi dovrebbe essere autorizzato ad attingere alle risorse racchiuse dentro e sopra la luna». Secondo Milligan «E’ un vero dibattito del XX secolo e non affronta il problema reale. Il problema più grande è che tutti puntano agli stessi siti e risorse: Stati, aziende private, tutti. Ma sono siti e risorse limitati. Non abbiamo una seconda luna su cui spostarci. Questo è tutto quel su cui dobbiamo lavorare».
La Krolikowski è convinta che «Esiste già un quadro per il successo e, insieme al vecchio buon senso degli affari, può indirizzare la politica la strada giusta. Sebbene un regime legale internazionale completo per la gestione delle risorse spaziali rimanga una prospettiva lontana, esistono già importanti basi concettuali e possiamo iniziare ad attuare, o almeno deliberare, misure locali concrete per affrontare i problemi previsti oggi nei siti specifici. Il probabile primo passo sarà la convocazione di una comunità di potenziali utilizzatori, composta da coloro che saranno attivi in un determinato sito entro il prossimo decennio circa. Il loro primo punto all’ordine del giorno dovrebbe essere l’identificazione dei risultati peggiori, le forme più perniciose di affollamento e interferenza da cercare di evitare in ogni sito. L’avversione alle perdite tende a motivare gli attori».
Inoltre, c’è anche il rischio che i giacimenti di risorse lunari si rivelino più scarse di quanto si creda attualmente, e gli scienziati vorrebbero che, prima che chiunque inizi a scavare, perforare o raccogliere, ci fosse un quadro più chiaro della disponibilità delle risorse. Pere Elvis, «Dobbiamo tornare indietro e mappare gli hot spot delle risorse con una risoluzione migliore. Al momento, abbiamo solo poche miglia al massimo. Se le risorse sono tutte contenute in un’area più piccola, il problema peggiorerà. Se riusciamo a mappare gli spazi più piccoli, questo informerà il processo decisionale, consentirà la condivisione delle informazioni e aiuterà tutti a lavorare bene insieme, in modo da evitare conflitti».
E, anche se sono necessarie ulteriori ricerche su hot spot lunari, il quadro delle possibili soluzioni politiche per un potenziale affollamento e per evitare un confronto tra le potenze terrestri è già in formazione: «Esempi di analoghi sulla Terra indicano i meccanismi per la gestione di queste sfide. Risorse comuni sulla Terra, risorse su cui nessun singolo atto può rivendicare giurisdizione o proprietà, forniscono intuizioni da cogliere. Alcune di queste sono su scala globale, come l’alto mare, mentre altre sono locali come stock ittici o i laghi ai quali diverse piccole comunità condividono l’accesso – conclude la Krolikowski – Una delle prime sfide per i responsabili politici sarà quella di caratterizzare le risorse in gioco in ogni singolo sito. Queste risorse, diciamo, sono aree di proprietà di alto valore nei Picchi della Luce Eterna, dove il sole splende quasi continuamente, o sono le unità che generano energia dai pannelli solari installati lì? A che livello possono essere realisticamente sfruttati? Come dovrebbero essere distribuiti i benefici di queste attività? Sviluppare un accordo su queste questioni è una probabile precondizione per il successo del coordinamento delle attività in questi siti lunari straordinariamente attraenti»