Incidente nella centrale nucleare Bielorussa di Astravyets. Chiusa 3 giorni dopo l’inaugurazione
Già sospesa la produzione di elettricità nella contestata nuova centrale nucleare costruita da Rosatom
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La controversa centrale nucleare bielorussa di Astravyets ha interrotto la produzione di elettricità solo tre giorni dopo l’entrata in servizio del suo primo reattore VVER-1200 costruito in Russia. TUT.by, un media indipendente bielorusso, ha riferito che la turbina della prima unità della centrale nucleare di Astravyets è stata spenta l’8 novembre a causa del guasto dei trasformatori di tensione, che misurano la potenza nei circuiti elettrici, che sono esplosi. L’Ispettorato statale per la sicurezza nucleare della Lituania (VATESI) ha affermato che l’impianto è ancora in fase di test. Tuttavia, «non abbiamo nemmeno ricevuto informazioni sui prossimi passi [pianificati]per l’avvio dell’impianto».
La fonte governativa citata da TUT.by ha aggiunto che «Formalmente, non è successo nulla di straordinario» e ha aggiunto che incidenti simili sono già avvenuti in altre centrali nucleari di costruzione russa. Ma ha anche aggiunto che «Non è chiaro quando il reattore inizierà a produrre di nuovo elettricità poiché è stata avviata un’indagine sull’incidente e i trasformatori vengono sostituiti». Secondo Radio Free Europe, un funzionario della centrale nucleare ha confermato l’arresto dell’impianto e l’incidente era già stato ammesso dal ministero dell’Energia bielorusso che aveva detto che parti di apparecchiature non meglio specificate dovranno essere sostituite prima che la produzione di elettricità possa riprendere al reattore di Astravyets. La produzione di energia nucleare ad Astravyets era stata è stata avviata il 3 novembre con una capacità di 250 MW che poi è stata portata a regime il 5 novembre per raggiungere i 400 MW. Dopo 3 giorni è avvenuto l’incidente
La centrale nucleare, realizzata nonostante la netta contrarietà di Estoni, Lituania e Lettonia, è stata inaugurata con grande clamore mediatico dal presidente bielorusso Alexander Lukashenko che, forse nel tentativo di mettere in secondo piano le proteste post-elettorali che continuano da agosto contro il suo regime autoritario, ha detto che «La Bielorussia diventerà una potenza nucleare», aggiungendo che realizzare il reattore »E’ stato ordinario” come la costruzione di una metropolitana». L’incidente al reattore VVER-1200 è quindi fonte di imbarazzo per Lukashenko e rafforza le accuse di inefficienza e corruzione che l’opposizione rivolge al regime.
Ma nel cantiere di Astravyets c’erano già stati già diversi incidenti, come quello del 2015, quando una gru fece cadere da un’altezza di 4 metri il contenitore da 330 tonnellate del rettore nucleare, una struttura sensibile che ospita e protegge il nocciolo del reattore e i sistemi di raffreddamento. Un incidente che il governo bielorusso aveva cercato di coprire l’incidente, ma è venuto comunque alla luce grazie all’opposizione bielorussa. Rosatom assicurò che il reattore non era stato danneggiato, ma poi ha accettato di sostituire l’unità su richiesta delle autorità bielorusse. Nel 2017 Un altro contenitore a pressione del reattore destinato all a Bielorussia aveva urtato accidentalmente una colonna di cemento durante lo scarico da un vagone ferroviario. La centrale nucleare è stata costruita dalla compagnia nucleare statale russa Rosatom, che ha fornito a Minsk un prestito di 10 miliardi di dollari per completare il progetto. Il secondo reattore della centrale dovrebbe entrare in funzione nel 2022.
La centrale, costruita a soli 50 chilometri dalla capitale lituana di Vilnius, ha sollevato le ire dei vicini baltici della Bielorussia ed Estonia e la Lettonia si sono unite a Vilnius ed hanno bloccato le importazioni di elettricità dalla Bielorussia, accusando Minsk di aver ignorato le misure di sicurezza durante la costruzione dell’impianto. Rosatom ha respinto queste accuse e ha risposto che il progetto dell’impianto è conforme ai più elevati standard internazionali, come confermato dall’International atomic energy agency. Gli stati baltici si stanno preparando a passare, entro il 2025, dalla rete elettrica BRELL controllata dalla Russia e che include anche la Bielorussia, al sistema dell’Europa continentale.
L’opposizione alla centrale nucleare sta aumentando anche in Bielorussia, che ha subito gravi a causa del fall-out del disastro nucleare di Chernobyl del 1986.
Nelle ultime settimane, le autorità lituane hanno distribuito pillole di iodio gratuite a chi vive al confine con la Bielorussia per ridurre l’accumulo di radiazioni nella tiroide in caso di fuga radioattiva. Il 9 novembre Centro di protezione dalle radiazioni della Lituania ha dichiarato di non aver registrato alcun aumento dei livelli di radiazioni in Lituania.
Vilnius ha chiesto chiarimenti alla Bielorussia e ha sempre detto che la centrale nucleare di Astravyets non è sicura e che è stata costruita in violazione degli standard di sicurezza internazionali. Minsk e Mosca respingono tutte le accuse. A settembre, Estonia, Lettonia, Lituania, Italia, Polonia e Grecia avevano inviato una dichiarazione congiunta al Direttore generale dell’Iaea e alle parti contraenti della Convention on nuclear safety, chiedendo alla Bielorussia di risolvere al più presto i problemi di sicurezza nucleare.
Intanto, mentre la gente è in piazza e la Bielorussia sprofonda in una crisi economica e sociale, il capo della Rosatom, Alexander Likhachev, il 9 novembre ha annunciato che il colosso nucleare russo è in trattative con Lukashenko per costruire una seconda centrale nucleare e di un reattore di ricerca.