Black Beauty. Il meteorite marziano Nwa 7533 vale più del suo peso in oro. Crediti: Nasa / Luc Labenne
I primi frammenti si sono formati su Marte 4.4 miliardi di anni fa, rendendoli i meteoriti marziani più antichi a oggi conosciuti. Rocce come questa sono rare e possono valere fino a 8500 euro al grammo. Recentemente, sono stati acquistati 50 grammi di Nwa 7533 dal team internazionale con cui stava lavorando Takashi Mikouchi dell’Università di Tokyo, coautore dello studio.
«Studio i minerali nei meteoriti marziani per capire come si è formato Marte e come si sono evoluti la sua crosta e il suo mantello. È la prima volta che indago su questo particolare meteorite, soprannominato Black Beauty per il suo colore scuro», riferisce Mikouchi. «I nostri campioni di Nwa 7533 sono stati sottoposti a quattro diversi tipi di analisi spettroscopiche, metodi per rilevare le impronte chimiche. I risultati hanno portato il nostro team a trarre alcune conclusioni entusiasmanti».
È ben noto agli scienziati planetari che su Marte l’acqua sia stata presente per almeno 3.7 miliardi di anni. Ma dalla composizione minerale del meteorite, Mikouchi e il suo team hanno dedotto che è probabile che l’acqua fosse presente molto prima, circa 4.4 miliardi di anni fa.
«Le rocce ignee, o roccia frammentata, nel meteorite sono formate dal magma e sono comunemente generate da impatti e ossidazione», spiega Mikouchi. «Questa ossidazione potrebbe essersi verificata nel caso in cui fosse stata presente acqua sulla crosta marziana – o all’interno di essa – 4.4 miliardi di anni fa, durante un impatto che ha sciolto parte della crosta. La nostra analisi suggerisce anche che un tale impatto avrebbe rilasciato molto idrogeno, che avrebbe contribuito al riscaldamento planetario in un momento in cui Marte aveva già una spessa atmosfera isolante di anidride carbonica».
Se l’acqua su Marte era presente prima di quanto si sia sempre pensato, allora forse potrebbe essere un sottoprodotto naturale di qualche processo avvenuto all’inizio della formazione del pianeta. Questa scoperta potrebbe aiutare i ricercatori a rispondere alla domanda da cui siamo partiti, sulla provenienza dell’acqua, che a sua volta potrebbe influire sulle teorie sulle origini della vita e sull’esplorazione della vita oltre la Terra.
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