Sorridete! Da queste 1004 stelle ci potrebbero guardare!

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Sorridete! Da queste 1004 stelle ci potrebbero guardare!

Un nuovo studio pubblicato su Mnras riporta la lista di 1004 stelle di sequenza principale, tutte entro circa 300 anni luce dalla Terra, attorno alle quali potrebbero orbitare pianeti nelle rispettive zone abitabili. La posizione di questi esopianeti è tale per cui un osservatore su di essi sarebbe in grado di rilevare “facilmente” la Terra, e le tracce chimiche della vita, con il metodo dei transiti
di Maura Sandri
www.media.inaf.it

 Tre decenni dopo che Carl Sagan suggerì alla Voyager 1 di voltarsi e scattare la celebre foto passata alla storia come Pale Blue Dot, due astronomi ci regalano un’altra prospettiva cosmica unica: la lista delle stelle attorno alle quali potrebbero esserci pianeti extrasolari la cui linea di vista, rispetto alla Terra, è quella giusta per osservarci da molto, molto lontano.

Questa super-Terra rocciosa è un’illustrazione del tipo di pianeti che telescopi come Tess e il futuro James Webb sperano di trovare al di fuori del nostro Sistema solare. Crediti: Eso / M. Kornmesser

Lisa Kaltenegger, direttrice del Carl Sagan Institute di Cornell, insieme a Joshua Pepper, della Lehigh University, hanno identificato 1004 stelle di sequenza principale (stelle simili al Sole) entro circa 300 anni luce dalla Terra, attorno alle quali potrebbero orbitare pianeti simili alla Terra, nelle rispettive zone abitabili, che potrebbero essere in grado di rilevare le tracce chimiche della vita sul nostro pianeta. L’articolo è stato pubblicato il 21 ottobre su Monthly Notices of the Royal Astronomical Society.

«Invertiamo il punto di vista con quello di altre stelle e chiediamoci da dove altri osservatori potrebbero riuscire a trovare la Terra, come pianeta in transito», dice Kaltenegger, che aveva già proposto uno studio simile nel 2017. Un pianeta in transito è quello che passa attraverso la linea di vista dell’osservatore che sta guardando una certa stella – come potrebbe essere il Sole, in questo caso in cui si sta parlando di “cambio di punto di vista” – rivelando indizi sulla composizione dell’atmosfera del pianeta. «Se gli osservatori fossero là fuori a cercare, sarebbero in grado di vedere le tracce di una biosfera nell’atmosfera del nostro pallido punto blu», continua Kaltenegger, «e alcune di queste stelle, più luminose, possiamo persino vederle nel nostro cielo notturno, senza binocolo o telescopi».

Il metodo dei transiti, che si utilizza comunemente per andare a caccia di pianeti extrasolari, è uno strumento fondamentale per gli astronomi – utile a caratterizzare gli esopianeti potenzialmente abitabili, oltre che a trovarli – che verrà impiegato estesamente anche con il telescopio spaziale James Webb della Nasa, il cui lancio è previsto per il prossimo anno.

Ma quali sono i sistemi stellari che potrebbero trovarci? La chiave per avere una risposta a questa domanda sta nell’eclittica, il piano dell’orbita terrestre attorno al Sole. L’eclittica è il luogo dove si potrebbero trovare gli esopianeti con “affaccio sulla Terra”, poiché è da lì che si potrebbe vedere la Terra transitare davanti al Sole, fornendo quindi agli osservatori lontani una posizione privilegiata per scoprire la biosfera del nostro pianeta.

Pepper e Kaltenegger hanno creato l’elenco delle migliaia di stelle più vicine utilizzando il catalogo fornito dal Transiting Exoplanet Survey Satellite (Tess) della Nasa. «Solo una piccolissima frazione di esopianeti sarà casualmente allineata con la nostra linea di vista, in modo che possiamo vederli transitare». Riporta Pepper. «Ma tutte le migliaia di stelle che abbiamo identificato nel nostro articolo, che abitano nel “quartiere” del Sole, potrebbero vedere la nostra Terra transitare davanti al Sole, richiamando la loro attenzione».

«Se trovassimo un pianeta con una biosfera piena di vita, saremmo curiosi di sapere se qualcuno ci sta guardando o meno», conclude Kaltenegger. «Se stiamo cercando una vita intelligente nell’universo, questa potrebbe trovarci e potrebbe volerci contattare. Abbiamo appena creato la mappa stellare di dove dovremmo guardare per prima».

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