INGV: Campionamento di gas presso la Caldara di Manziana (RM) e la Solfatara di Nepi (VT)

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INGV: Campionamento di gas presso la Caldara di Manziana (RM) e la Solfatara di Nepi (VT)

di Daniele Cinti
ingvambiente.com

La fascia tirrenica dell’Italia centro-meridionale, dalla Toscana alla Campania, è nota alla comunità scientifica per la presenza di un significativo e diffuso degassamento superficiale di origine geogenica. Tali gas, la cui componente principale è l’anidride carbonica (CO2), si originano nelle profondità del terreno. Risalendo verso la superficie lungo fratture e faglie giungono in superficie dando origine ad estese aree di degassamento. Queste aree sono facilmente riconoscibili dall’assenza di vegetazione e spesso sono associate alla presenza di acqua e fango gorgoglianti (a causa dell’intenso flusso di gas) ed emissioni gassose puntuali. Alla CO2 si accompagnano altri gas, tra i quali l’idrogeno solforato (H2S), il metano (CH4), l’azoto (N2) e numerose altre specie presenti a concentrazioni estremamente basse quali il mercurio (Hg0), gas nobili, composti organici volatili, ecc. Non è raro trovare all’interno delle aree di degassamento carogne di animali di piccola taglia (cinghiali, volpi, uccelli). Ciò è dovuto alla tossicità (anche per l’uomo!) della CO2 e del H2S cui si associa il fatto che tali gas sono più pesanti dell’aria. Pertanto in particolari condizioni meteo-climatiche (assenza di vento, bassa pressione atmosferica) essi tendono a ristagnare al livello del suolo dove possono raggiungere concentrazioni letali.

Molte delle aree di degassamento italiane sono state in passato oggetto di studi finalizzati, tra i tanti, anche alla quantificazione del budget annuo dei gas serra (CO2, CH4) di origine naturale immessi in atmosfera, alla identificazione di strutture tettoniche (faglie, fratture) sepolte, oppure alla valutazione dell’impatto ambientale delle emissioni gassose in aree densamente popolate.

Tra le numerose aree di degassamento presenti nel Lazio, la Caldara di Manziana (RM) e la Solfatara di Nepi (VT), entrambe facenti parte del Complesso Vulcanico dei Monti Sabatini, sono state recentemente oggetto di un nuovo studio cui hanno partecipato ricercatori e dottorandi dell’Università degli Studi di Firenze, del CNR-IGG di Firenze e dell’INGV di Roma.

La Caldara di Manziana, in Provincia di Roma, si trova nel settore occidentale del Complesso Vulcanico dei Monti Sabatini a circa 7 km in direzione W dal lago di Bracciano e circa 30 km a NW di Roma. Si tratta di una piccola depressione di forma sub-circolare di circa 0.15 km2 caratterizzata dalla pressoché totale assenza di vegetazione e che ospita la più grande emissione gassosa dei Monti Sabatini. É un vero e proprio laboratorio naturale a cielo aperto dove, alla presenza di un diffuso degassamento, si accompagnano numerose polle d’acqua e fango caratterizzate da intenso gorgogliamento (dovuto alla risalita dei gas), la maggiore delle quali è posta nella parte centrale della depressione.

La Caldara di Manziana, fot odi Nunzia Voltattorni

La Solforata di Nepi, in provincia di Viterbo, si trova nel settore orientale del Complesso Vulcanico dei Monti Sabatini a circa 27 km SE dal capoluogo e 30 km N di Roma. È anch’essa un’area depressa rispetto alle aree circostanti. Il settore di maggiore degassamento è tuttavia di dimensioni ridotte rispetto alla Caldara di Manziana e manca inoltre la presenza di polle di acqua gorgogliante. In estate, infatti, la Solfatara si presenta completamente asciutta e priva di vegetazione. Durante l’inverno invece le piogge ristagnano sui terreni resi impermeabili dalla progressiva deposizione di argille formate dall’alterazione idrotermale delle rocce vulcaniche, generando un esteso gorgogliamento di acqua e fango testimonianza dell’intensa attività dei gas del sottosuolo. D’altronde il nome dato alla località che ospita la solfatara, Monte Calderone, è un chiaro richiamo al fenomeno del gorgoglio dell’acqua.

Misure nella Solfatara di Nepi, foto di Monia Procesi

Lo studio eseguito dai succitati gruppi di ricerca e patrocinato dalla Società Geochimica Italiana (So.Ge.I.) ha riguardato la caratterizzazione chimica ed isotopica delle specie gassose nei settori occidentale (Caldara di Manziana) ed orientale (Solfatara di Nepi) del Complesso Vulcanico Sabatino. Le due strutture fanno parte dello stesso sistema idrotermale ma… L’ARTICOLO CONTINUA QUI

Le foto di copertina è di Tullio Ricci

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