Balene, delfini e focene sono a rischio estinzione: “bisogna fare urgentemente qualcosa per salvarli”

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Balene, delfini e focene sono a rischio estinzione: “bisogna fare urgentemente qualcosa per salvarli”

A rischio estinzione una novantina di specie, sottospecie e popolazioni. I rischi più grossi vengono da inquinamento, pesca e collisioni con le navi
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Sono ormai più di 350 gli esperti di cetacei di tutto il mondo che hanno firmato la lettera aperta “The real and imminent risk to whales, doplphins and porpoises” indirizzata ai leader mondiali per chiedere un’azione urgente per affrontare la situazione precaria di molte popolazioni di balene, delfini e focene.  Al Mammal Research Institute dell’università di Pretoria, il primo istitiuto africano a occuparsi di ricerca sui mammiferi e che ha promosso la lettera aperta il 9 settembre scorso, sottolineano che «Le minacce di estinzione dovute ad attività umane dannose, come catture accidentali da parte della pesca, inquinamento chimico e acustico, riscaldamento globale e collisioni con le navi, vengono affrontate da molte specie. Più della metà delle 90 specie di cetacei viventi oggi, hanno uno stato di conservazione preoccupante e il trend ad agire “troppo poco troppo tardi” deve finire». Gli scienziati prevedono che la balena franca del Nord Atlantico (Eubalaena glacialis) potrebbe scomparire, insieme alla vaquita (Phocoena sinus)  ormai sull’orlo dell’estinzione nel Golfo della California, in Messico.

La lettera/dichiarazione avverte che «La mancanza di azioni concrete per affrontare le minacce che colpiscono negativamente i cetacei nei nostri mari e nei principali sistemi fluviali sempre più trafficati, inquinati, sovrasfruttati e dominati dall’uomo, significa che molte popolazioni, una dopo l’altra, saranno probabilmente dichiarate estinte. durante la nostra vita… Balene, delfini e focene vengono visti e apprezzati in tutto il mondo e vengono  considerati come specie senzienti, intelligenti, sociali e ispiratrici; non dovremmo negare alle generazioni future l’opportunità di vivere queste esperienze. Sono anche sentinelle della salute dei nostri mari, oceani e, in alcuni casi, dei principali sistemi fluviali e anche il ruolo dei cetacei nel mantenimento di ecosistemi acquatici produttivi, fondamentali per la nostra sopravvivenza e per la loro, sta diventando più chiaro».


Secondo la Lista Rossa IUCN, 13 specie di cetacei sono elencate come “In pericolo critico” o “In pericolo di estinzione”, 7 come “Vulnerabili” e 7 come “Quasi minacciate”, mentre per 24 specie ci sono “Dati carenti” e potrebbero essere in pericolo di estinzione. Inoltre, ci sono 32 sottospecie e delle popolazioni distinte di cetacei che sono attualmente in pericolo o in pericolo critico di estinzione.

Al Mammal Research Institute spiegano che «Balene, delfini e focene sono influenzati negativamente da molti fattori indotti dall’uomo, tra cui inquinamento chimico e acustico, perdita di habitat e prede, cambiamenti climatici, collisioni con le navi, intrappolamento negli attrezzi da pesca e cattura accidentale nelle operazioni di pesca». Gli scienziati invitano i Paesi Nelle cui acque ci sono cetacei a «prendere misure precauzionali il prima possibile per proteggere le specie dalle attività umane, compreso il monitoraggio completo delle risorse per controllare e affrontare le attività in mare» e dicono che tutti i Paesi devono rafforzare e supportare anche organismi internazionali come l’International Whaling Commission e la Convention for the Conservation of Migratory Species of Wild Animals, mentre tutti gli organismi regionali per la pesca devono affrontare urgentemente le minacce per i cetacei legate alla pesca.

La lettera aperta è stata coordinata da Mark Simmonds, visiting research fellow all’università di Bristol e senior marine scientist di Humane Society International, che spiega: «Mentre alcune popolazioni di cetacei stanno mostrando una ripresa – dimostrando che sono possibili buoni risultati quando le pressioni avverse vengono adeguatamente rimosse – molte altre sono in declino e alcune sono in grave pericolo. Questa dichiarazione senza precedenti di grave preoccupazione da parte di esperti di tutto il mondo è nata principalmente dalle discussioni nel comitato scientifico dell’International Whaling Commission durante le quali è diventato evidente che molti ricercatori marini erano molto preoccupati per lo stato delle popolazioni di cetacei a loro note. E’ fondamentale imparare dagli errori del passato e non lasciare che sia troppo tardi per salvare alcuni degli animali più grandi della Terra.

Els Vermeulen della Mammal Research Institute Whale Uniti dell’università di Pretoria, che ha contribuito a coordinare la dichiarazione, conclude: «Questa è un’espressione di preoccupazione unica da parte della comunità professionale di scienziati di tutto il mondo specializzati in questi animali. Rispetto a molte altre specie, i cetacei sono longevi e si riproducono lentamente, rendendoli estremamente vulnerabili ai disturbi che possono portare a impatti sulla popolazione, come l’inquinamento acustico e chimico. Per molti la minaccia numero uno è essere catturati, intenzionalmente o meno, nelle reti da pesca. Abbiamo bisogno di misure da attuare con urgenza per affrontare tutte queste minacce».

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