Riparte la caccia alle faglie sottomarine dell’Etna
di Alessandro Bonforte
ingvvulcani.com
A fine agosto il nuovissimo vascello di ricerca tedesco “Sonne” ha solcato il mare antistante la costa orientale siciliana, al largo delle pendici etnee, al fine di installare delle stazioni di misura continua dei movimenti del fondale ionico ai piedi del vulcano (figura 1).

L’obiettivo è quello di riprendere, continuando ad approfondire la ricerca iniziata qualche anno fa, la collaborazione tra GEOMAR (centro di ricerche oceanografiche tedesco) e INGV. Grazie a questo lavoro è stato identificato il movimento di faglia al largo delle pendici sud-orientali dell’Etna, che ha mostrato che la faglia di Acitrezza e il movimento del fianco orientale del vulcano si prolungano in mare per molti chilometri oltre la linea di costa, forse fino alla piana abissale ionica. I risultati di quelle prime indagini sono stati raccolti in una pubblicazione scientifica, di cui si è parlato anche in questo articolo del blog INGVvulcani.
Il nuovo studio si baserà sui dati raccolti con i nuovi sensori geodetici per il controllo di precisione del lento movimento del suolo, ben posizionati a cavallo della faglia alla luce dei risultati dello studio precedente, con l’aggiunta di nuovi sensori sismici per la registrazione della sismicità locale eventualmente generata da questo movimento (figura 2). Si stima che i nuovi sensori geodetici installati sul fondale potranno funzionare per circa due anni, mentre quelli sismici dovrebbero essere recuperati tra circa un anno.

Dopo la recente campagna batimetrica eseguita a febbraio-marzo 2020 dal vascello “Alkor” (figura 3) della GEOMAR, sempre in collaborazione con INGV, continua quindi lo studio scientifico internazionale del movimento di fianco della parte sommersa del più grande vulcano d’Europa. È possibile seguire le vicende di questa crociera di ricerca della Sonne (siglata SO277) attraverso il blog “oceansblog” al seguente link: https://www.oceanblogs.org/omax/
