Mega incendi, nuovo studio: è il cambiamento climatico ad aumentare il rischio

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Mega incendi, nuovo studio: è il cambiamento climatico ad aumentare il rischio

La gestione forestale non riduce l’impatto del riscaldamento globale sulle foreste
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La ScienceBrief Review “Climate change increases the risk of wildfires”, pubblicata su ScienceBrief.org da un team di ricercatori britannici, statunitensi e Australiani, evidenzia che  tutti gli studi si «rafforzano le prove che i cambiamenti climatici aumentano la frequenza e/o la gravità degli incendi in molte regioni del mondo».

La recensione aggiornata sul legame tra cambiamento climatico e rischi di incendi si concentra sugli incendi in corso nel West Usa e sulle nuove scoperte riguardanti gli incendi che hanno devastato l’Australia sudorientale durante l’estate australe 2019-2020 e nuove scoperte pubblicate da quando è stata condotta una revisione iniziale della ricerca a gennaio.

Il team di ricercatori guidato da Matthew Jones del Tyndall Center for Climate Change Research  dell’università dell’East Anglia (UEA) ha esaminato 57 articoli sottoposti peer-reviewed sul legame tra cambiamento climatico e rischio di incendi boschivi pubblicati dopo il Fifth Assessment Report  Ipccc del  2013 e in tutto ha revisionato 116 articoli scientifici.

Gli Stati Uniti occidentali sono tra le regioni nelle quali negli ultimi 40 anni ci sono stati sempre più mega incendi, un disastro che è diventato occasione di battaglia politica in vista delle elezioni presidenziali statunitensi quando il governatore democratico della California, Gavin Newsom, ha detto che la principale causa degli incendi che quest’anno hanno provocato 30 morti nel suo Stato è il cambiamento climatico. Trump, in visita elettorale in California, ha respinto la tesi di Newsom dicendo che la colpa è invece di una cattiva gestione del territorio e per impedire i grandi incendi basterebbe abbattere un po’ di alberi.  I ricercatori fanno notare che «L’attività del fuoco è influenzata da una serie di altri fattori, comprese le pratiche di gestione del territorio. Tuttavia, la gestione del territorio da sola non è in grado di spiegare i recenti aumenti dell’estensione e dell’intensità degli incendi negli Stati Uniti occidentali o nell’Australia sud-orientale, perché l’aumento della stagione degli incendi dovuto ai cambiamenti climatici amplifica il rischio di incendio dove i combustibili restano disponibili».

Jones ha evidenziato che «Gli Stati Uniti occidentali sono un hotspot per gli aumenti degli incendi causati dai cambiamenti climatici e non sorprende affatto che nella regione gli incendi stiano diventando più frequenti e intensi. Ora gli Stati Uniti occidentali sono più esposti ai rischi di incendio rispetto a prima che gli esseri umani iniziassero ad alterare il clima globale utilizzando l’energia fossile su larga scala. Indipendentemente dalla fonte di accensione, le foreste più calde e secche sono pronte a bruciare più regolarmente di quanto non fossero in passato. I modelli climatici indicano che il tempo la stagione degli incendi continuerà ad ampliarsi in questo secolo in molte parti del mondo, e sempre di più per ogni grado aggiuntivo di riscaldamento globale. E’ necessario passare a un’economia sostenuta da fonti energetiche rinnovabili per evitare i peggiori impatti dei cambiamenti climatici sul rischio di incendio».

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Intervistato da BBC news Jones ha ribadito che «In termini di trend che stiamo osservando, in termini di estensione degli incendi, e che sono aumentati da 8 a 10  volte negli ultimi quattro decenni, tale tendenza è guidata dal cambiamento climatico».

Un altro autore dello studio, Richard Betts del Met Office britannico di Exeter, ha risposto alle diverse teorie al riguardo: «Quando si attua il fuoco prescritto, è possibile farlo solo quando le condizioni non sono troppo calde e secche, perché è necessario essere in grado di controllare il fuoco. Ma una volta che hai superato il punto in cui hai delle condizioni calde e secche per gran parte dell’anno, hai perso l’opportunità di fare molti fuochi prescritti. Quindi questo peggiora le cose e rende la sfida della gestione del territorio ancora più grande«.

Un altro fattore che ha favorito i mega incendi in California è stato l’estendersi di insediamenti umani nelle aree boschive, il che . nonostante quel che crede Trump – ha messo molte più case a rischio incendi. Tra il 1940 e il 2010, nel West Usa c’è stato un aumento di circa 100 volte nel numero di case costruite in zone a rischio incendi.

Betts evidenzia che «E’ come costruire sulle pianure alluvionali, le persone si mettono in pericolo sulla base delle statistiche del passato, che non sono più vere. Il passato non è più una guida per il futuro, per le inondazioni, per gli incendi e per molti altri modi in cui si avviene il cambiamento climatico».

Jones è convinto che lo studio «Indica un aumento della stagione degli incendi che in futuro diventerà sempre più intensa, diffusa e drammatica. E quanto più possiamo fare per limitare il grado di aumento delle temperature, è fondamentale per la frequenza con cui vedremo in futuro condizioni meteorologiche pericolose».

Ecco i punti fermi del nuovo studio:

Più di 100 studi pubblicati dal 2013 mostrano un forte consenso sul fatto che il cambiamento climatico promuove le condizioni meteorologiche da cui dipendono gli incendi, aumentandone la probabilità. La variabilità naturale si sovrappone a condizioni di fondo sempre più calde e secche risultanti dai cambiamenti climatici, portando a incendi più estremi e stagioni degli incendi più estreme. La gestione del territorio può far aumentare o aggravare i cambiamenti causati dal clima nel rischio di incendi, attraverso la riduzione del carburante o l’accumulo di carburante come sottoprodotto non intenzionale della soppressione degli incendi. Gli sforzi per la soppressione degli incendi sono resi più difficili dai cambiamenti climatici. C’è un ruolo inequivocabile e pervasivo del cambiamento climatico nell’aumentare l’intensità e la durata degli incendi; E’ probabile che anche la gestione del territorio abbia contribuito, ma da sola non spiega i recenti aumenti dell’estensione e della gravità degli incendi negli Stati Uniti occidentali e nel sud-est dell’Australia.

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