La ricerca ha individuato un’emergenza di mutamenti biochimici nel plasma sanguigno oltre a segni di diabete, danni al fegato e disturbi cardiaci.
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Le affezioni polmonari potrebbero essere solo la punta dell’iceberg per i malati di Covid-19: una nuova ricerca australiana indica che il virus lascia una ‘firma biochimica’ mista di diabete, disfunzione epatica, infiammazione acuta e accresciuti rischi cardiovascolari. L’Australian National Phenome Centre (Anpc) della Murdoch University di Perth, sta operando in collaborazione con l’Addenbrookes Hospital di Cambridge, di cui utilizza campioni di pazienti, per seguire le fasi di guarigione e gli impatti di lungo termine dei malati di Covid-19.
La ricerca ha individuato un’emergenza di mutamenti biochimici nel plasma sanguigno oltre a segni di diabete, danni al fegato e disturbi cardiaci. Ha inoltre identificato “una firma biochimica molto forte nella positività al virus, che non è direttamente connessa alla malattia polmonare” – spiega il direttore del Centro e docente della Murdoch University Jeremy Nicholson, al quotidiano The Australian. La biochimica delle persone infette mostra diabete, disfunzione epatica e un cambiamento massiccio nelle lipoproteine identificate come legate a malattie coronariche e rischi cardiovascolari, aggiunge lo studioso. “L’attenzione si concentra sul primo fronte di questa malattia, sulla sua diagnosi e cura, e sui gravi problemi polmonari che si verificano in alcuni pazienti.
Tuttavia milioni di persone nel mondo hanno contratto il virus, molti non lo sanno e tanti potranno subire gravi effetti di lungo termine sulla salute, come risultato dell’infezione”. Nicholson ha aggiunto che l’Anpc sta lavorando a un test diagnostico che si possa applicare allo screening di individui che prendono parte alle sperimentazioni cliniche di vaccini.