Il nostro Sole ha come “vicine di casa” quasi 100 nane brune
Nelle immediate vicinanze del Sole si muovono, quasi invisibili, un centinaio di nane brune, piccole e fredde stelle “mancate”. Scoperte solo adesso a causa delle loro deboli emissioni, alcune hanno una temperatura superficiale di 27° C, paragonabile a quella della Terra
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Nelle vicinanze del nostro Sole – fra i 27 e i 30 anni luce – c’è una ricca popolazione di nane brune, freddi corpi celesti di massa superiore a quella dei pianeti ma inferiore a quella necessaria a innescare e sostenere le reazioni nucleari e diventare stelle. Erano passate inosservate finora proprio a causa della debole emissione di radiazioni: la loro temperatura superficiale non eccede i 2700 kelvin, rendendole molto difficili da rilevare, a meno che non facciano parte di un sistema binario.
La scoperta “è la prova che il cortile di casa del Sole è un territorio sostanzialmente ancora inesplorato”, dice Aaron Meisner, astronomo della National Science Foundation e autore principale dell’articolo in cui è illustrata la ricerca, al momento uscita in preprint su arXiv, in attesa di essere pubblicata su “The Astrophysical Journal”. “Questa collezione di nane brune fredde ci permette anche di stimare con precisione il numero di mondi fluttuanti che vagano liberamente nello spazio interstellare vicino al Sole”.
Delle 95 nane brune identificate e confermate nello studio, ben quattro appartengono alla cosiddetta classe Y, che raggruppa le stelle con una temperatura superficiale che non supera i 300 kelvin, ossia i 27 °C. Si tratta cioè di corpi celesti con una temperatura paragonabile a quella del nostro pianeta (che è compresa fra i 183 e i 268 kelvin). Anche altre cinque nane brune potrebbero ricadere in questa classe, ma i ricercatori sono in attesa di ulteriori analisi di conferma.
“Mappare le nane brune più fredde, quelle con masse più piccole – prosegue Meisner – ci dà inoltre indizi importanti sul processo di formazione delle stelle di massa piccola, e una lista di obiettivi per studi dettagliati delle atmosfere degli analoghi di Giove.”
La scoperta di questo ampio gruppo di “stelle mancate” è frutto di una certosina analisi dei dati d’archivio del telescopio Mayall a Kitt Peak, in Arizona, e del telescopio Blanco a Cerro Tololo, in Cile. Questa analisi è stata realizzata nel quadro del progetto Backyard Wirld Olanet 9, emanazione del NOIRLab, una collaborazione organizzata dalla National Science Foundation che permette anche agli astronomi amatoriali di accedere a una massa di dati.
I ricercatori sottolineano che la collaborazione di questi volontari – che complessivamente hanno ispezionato trilioni di pixel di immagini telescopiche per identificare sottili movimenti di possibili nane brune – è stata essenziale, dato che si tratta di un lavoro che attualmente sfugge anche alle possibilità di analisi dei microcomputer e dei sistemi di apprendimento automatico.
I corpi celesti indicati come candidati a nane brune sono stati poi osservati con la Infrared Array Camera del telescopio spaziale Spitzer, che ne ha confermato l’esistenza e ha stabilito la loro esatta temperatura superficiale.