I mari italiani inquinati dalla cattiva depurazione, soprattutto al Sud: ecco le “pagelle” di Legambiente
La nuova campagna di monitoraggio di Legambiente sullo stato di salute di mari e laghi italiani ha fatto emergere risultati piuttosto preoccupanti, a causa di livelli di inquinamento elevati e diffusi. Nel mirino dell’organizzazione ambientalista i sistemi di depurazione e le reti fognarie vetuste, che trasportano in acqua concentrazioni elevate di batteri intestinali potenzialmente pericolosi.
di Andrea Centini
scienze.fanpage.it
Un numero significativo di tratti costieri e laghi italiani sono inquinati o fortemente inquinati, pertanto è doveroso intervenire rapidamente sulle reti fognarie e sui sistemi di depurazione per tutelare la salute dei cittadini e degli ecosistemi. A maggior ragione se si tiene conto che nel 70 percento delle aree in cui la balneazione non è consentita mancano i cartelli di divieto. Sono le preoccupanti conclusioni cui è giunta la nuova campagna di monitoraggio di mari e laghi di Legambiente, condotta grazie alle due golette (Goletta Verde e Goletta dei Laghi) e a centinaia di volontari impegnati in un innovativo progetto di “citizen science”, per raccogliere quante più informazioni possibili sullo stato di salute delle acque italiane.
Il quadro complessivo, come indicato, risulta drammatico. Durante le rilevazioni effettuate tra la fine di giugno e l’inizio di agosto è risultato essere inquinato il 34 percento delle coste analizzate, con un tratto di litorale interessato ogni 84 chilometri (l’Italia ha un’estensione costiera di poco meno di 8mila chilometri, che la pone tra i primi 15 Paesi al mondo per questo specifico dato). In termini squisitamente numerici, dei 259 punti esaminati da Legambiente ne sono risultati inquinati in 26 e fortemente inquinati in 63. Nel complesso, è risultato insalubre un tratto di mare su tre, mentre per quanto concerne i laghi – sono stati effettuati un centinaio di prelievi in 28 bacini – uno su quattro. Le foci inquinate sono state ben 65 su 121, ovvero più del 50 percento. Del resto, normalmente si tratta dei punti più critici sotto il profilo della qualità delle acque.
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