Il 16 agosto un asteroide ha effettuato il passaggio più ravvicinato alla Terra mai documentato… ma lo abbiamo scoperto sei ore dopo

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Il 16 agosto un asteroide ha effettuato il passaggio più ravvicinato alla Terra mai documentato… ma lo abbiamo scoperto sei ore dopo

L’asteroide 2020 QG ha compiuto il sorvolo più ravvicinato alla Terra mai documentato, tra i 3mila e i 10mila chilometri di quota. Tutti gli asteroidi noti passati al di sotto di questa distanza hanno finito per impattare con l’atmosfera del pianeta. Il sasso spaziale, grande come un’auto, è stato scoperto solo dopo il passaggio.
di Andrea Centini
scienze.fanpage.it

Domenica 16 agosto un asteroide grande come un’auto ha effettuato il passaggio più ravvicinato alla Terra mai documentato, avendola “accarezzata” a pochissime migliaia di chilometri di quota. Secondo le stime di alcuni esperti, l’oggetto celeste sarebbe passato a circa tremila chilometri sopra le nostre teste, che è meno di un quarto della lunghezza del diametro del pianeta (12mila chilometri). Per fare un paragone, la Luna orbita in media a una distanza di 384mila chilometri dalla Terra. L’asteroide ci ha dunque letteralmente sfiorati: tutte le rocce spaziali note che sono passate al di sotto di questa distanza, infatti, hanno finito per impattare con l’atmosfera o la superficie del pianeta.

Le stime dei sistemi di calcolo dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e della NASA sono leggermente differenti rispetto a quelle diffuse su Twitter dal professore di Fisica Tony Dunn, esperto di simulazioni orbitali e creatore del portale orbitsimulator.com. Per le due agenzie l’asteroide – inizialmente noto come ZTF0DxQ e poi classificato come 2020 QG – sarebbe sfrecciato a 0,000062 unità astronomiche, ovvero poco meno di 10mila chilometri di quota (una Unità Astronomica è la distanza che separa la Terra dal Sole, circa 150 milioni di chilometri).

Che sia passato a tremila o diecimila chilometri di altezza fa poca differenza; si tratta sempre del passaggio più ravvicinato mai documentato, come indicato nella tabella dell’Osservatorio di Sormano, in provincia di Como. Il dettaglio più preoccupante di questa scoperta risiede nel fatto che gli strumenti hanno intercettato 2020 QG solo a passaggio avvenuto. I primi a identificarlo sono stati i telescopi dell’Osservatorio Palomar in California, a sei ore di distanza dalla “carezza” alla Terra. La ragione risiede nel fatto che l’asteroide si è avvicinato nella nostra direzione dalla parte del Sole, pertanto è risultato inosservabile agli “occhi” dei telescopi. I sistemi terrestri a caccia dei cosiddetti NEO (Near Earth Objects), ovvero asteroidi, comete e altri oggetti celesti vicini alla Terra, funzionano solo di notte e dunque non nella direzione del Sole, per questo la NASA sta progettando un telescopio spaziale in grado di intercettare anche i NEO attualmente invisibili. Dovrebbe essere lanciato in orbita fra circa 5 anni.

Individuare per tempo tutti i NEO potenzialmente pericolosi può fare una differenza notevole, tenendo presente che oggetti di alcune decine di metri sono in grado radere al suolo un’intera città. Fortunatamente 2020 QG ha una dimensione stimata tra i 2 e i 7 metri – in media quella di un’auto -, pertanto molto probabilmente si sarebbe disintegrato completamente a contatto con l’atmosfera terrestre dando vita a uno spettacolare bolide. Poiché non si può escludere che in futuro possa verificarsi un impatto con un oggetto letale, è fondamentale essere in grado di individuare per tempo tutti gli asteroidi potenzialmente pericolosi e prendere le opportune contromisure. NASA ed ESA stanno approntando alcune missioni per studiare le possibilità di deviare un corpo celeste in rotta con la Terra.

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