Rimosse più di 100 tonnellate di rifiuti dalla Great Pacific Garbage Patch, l’isola di plastica più grande del mondo

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Rimosse più di 100 tonnellate di rifiuti dalla Great Pacific Garbage Patch, l’isola di plastica più grande del mondo

Ha portato via dal mare reti da pesca e rifiuti in plastica di ogni forma e dimensione. Una mega operazione di pulizia, condotta nella cosiddetta isola di plastica, la Great Pacific Garbage Patch, la più grande mai condotta, ha permesso di eliminare dal mare ben 103 tonnellate di rifiuti dal Pacifico Settentrionale.

Oltre 100 tonnellate di rifiuti non popolano più le acque marine. Essi ora hanno trovato posto presso una serie di centri di raccolta e riciclo.

A compiere l’impresa è stato l’Ocean Voyages Institute che con la nave Kwai ha condotto una spedizione durata 48 giorni e conclusasi a giugno, con l’attracco dell’imbarcazione al porto di Honolulu, alle Hawaii.

 

©Ocean Voyages Institute

L’Ocean Voyages Institute ha stabilito un nuovo record, dunque, effettuando la più grande operazione di bonifica in mare, più che raddoppiando i propri risultati rispetto allo scorso anno.

©Ocean Voyages Institute

Nota come “Ghost Net Buster”, MaryCrowley è rinomata per lo sviluppo di metodi efficaci per rimuovere quantità significative di materie plastiche dall’oceano. Nel 2019 aveva già portato avanti due campagne, una nell’isola di plastica, l’altra nelle acque che circondano le isole Hawaii riuscendo a rimuovere 48 tonnellate di rifiuti.

Grazie all’utilizzo di sistemi GPS che tracciano via satellite i detriti presenti in mare, l’Ocean Voyages Institute sta contribuendo a ridurre l’inquinamento marino in una delle aree più critiche, il cosiddetto Pacific Gyre, l’isola di plastica situata  a metà strada tra le Hawaii e la California. Si tratta della più grande isola di plastica del mondo, le cui dimensioni purtroppo non sono neanche facili da stimare: potrebbero variare da 700.000 km² a più di 10 milioni.

Oltre al GPS, l’istituto ha utilizzato i droni per individuare la corretta posizione dei detriti. Essi a quel punto vengono recuperati e riposti nella stiva della nave, in attesa di essere consegnati ai centri di raccolta e riciclo sulla terraferma.

“Non esiste una soluzione completa per la pulizia degli oceani: sono le lunghe giornate in mare, con un equipaggio dedicato che scansiona l’orizzonte, afferra le reti e recupera enormi quantità di rifiuti, che lo rende possibile”, afferma Locky MacLean, direttore di Sea Shepherd.

Spiega il team che le  soluzioni adottate dall’OVI sono scalabili quindi potrebbero essere usate anche altrove. Il team punta inoltre a triplicare nel 2021 sia le navi di ricerca nel Nord Pacifico che i tempi di raccolta:

©Ocean Voyages Institute

L’Ocean Voyages Institute (OVI) è stato fondato nel 1979 da Mary T. Crowley. Nel 2009 ha avviato varie iniziative di bonifica dell’Oceano Pacifico a bordo del brigantino e da allora ha continuato a lavorare per trovare soluzioni per il problema dei rifiuti oceanici. L’Ocean Voyages Institute ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui il “Climate Hero Award” delle Nazioni Unite (UNEP) e il “Earth Hero Award” di Google Inc.

Fonti di riferimento: Ocean Voyage Institute

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