Le pietre di Stonehenge? Vengono da West Woods, a 25 Km di distanza

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Le pietre di Stonehenge? Vengono da West Woods, a 25 Km di distanza

Svelato il mistero, ma  ne restano ancora molti da risolvere riguardo Stonehenge
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Un team di ricercatori britannici, guidato da David Nash della School of Environment and Technology dell’università di  Brighton, ha pubblicato su Science lo studio,Origins of the sarsen megaliths at Stonehenge” che svela il mistero che da 400 anni circonda l’ origine delle pietre utilizzate per costruire Stonehenge.

La ricerca durata due anni ha scoperto che la maggior parte delle grandi pietre che compongono il famosissimo principale cerchio sarsen e il ferro di megaliti interno, provengono da circa 25 chilometri a nord, da West Woods, ai margini di Marlborough Downs, nel Wiltshire.

Nash ha ricordato che «Archeologi e geologi hanno discusso per più di 4 secoli su dove provenissero le pietre sarsen per costruire Stonehenge. Questi nuovi dati significativi aiuteranno a spiegare meglio come è stato costruito il monumento e, forse, offriranno spunti sulle rotte attraverso le quali furono trasportate le pietre pesanti da 20 a 30 tonnellate».

Per dimostrare che 50 delle 52 pietre sarsen di Stonehenge condividono un’area di provenienza comune, Il team di ricerca ha utilizzato dati geochimici, confrontando la firma geochimica di piccoli frammenti di un nucleo di roccia estratto da uno dei sarsens di Stonehenge – lo Stone 58 – durante i lavori di recupero di Stonehenge nel 1958, con dati provenienti da sarsen innalzati di tutta la Gran Bretagna meridionale. Questa informazione è bastata per capire che la maggior parte dei megaliti di Stonehenge provenivano da West Woods.


Dove fosse finito quel carotaggio del sarsen è rimasto un mistero fino allo scorso anno, quando Robert Phillips, un rappresentante della società che ha eseguito i lavori e che se lo era portato a casa sua in Florida, lo ha restituito nel Regno Unito.

Una delle autrici dello studio, Susan Greaney, Senior Properties Historian di English Heritage, l’ONG che si prende cura di Stonehenge, ha detto  che «Questa ricerca ci fa fare un fantastico balzo in avanti nella nostra conoscenza di Stonehenge, in quanto possiamo finalmente rispondere alla domanda da dove sono state portate le iconiche pietre sarsen. Siamo così contenti che il nucleo dello Stone 58, che la famiglia Phillips ha restituito a Stonehenge l’anno scorso, abbia consentito al team di effettuare un piccolo  campionamento distruttivo, aggiungendo una prova essenziale al puzzle».

English Heritage aveva già concesso un’autorizzazione all’università di Brighton di condurre la ricerca e nel 2018 gli scienziati hanno iniziato l’analisi chimica dei sarsens a Stonehenge. Le analisi non invasive hanno utilizzato uno spettrometro a raggi X portatile in grado di identificare le concentrazioni chimiche di una serie di elementi. Le analisi dei frammenti del nucleo e dei sarsen della vasta collezione di rocce dell’università hanno utilizzato uno spettrometro di massa ad alta precisione.

Nash conclude: «Nel corso degli anni, le origini dei bluestones più piccoli vicino al centro di Stonehenge hanno attirato maggiore attenzione. E’ stato dimostrato che queste pietre provengono da parti del Galles. Tuttavia, praticamente fino ad ora, non era stato fatto alcun lavoro sulle fonti dei megaliti sarsen più grandi che formano l’architettura primaria di Stonehenge. Anche se ora capiamo da dove provengono la maggior parte dei megaliti sarsen di Stonehenge, rimangono dei misteri da risolvere. Non sappiamo ancora da dove provengano due dei 52 sarsen rimasti al monumento. Si tratta della Stone 26 dritta nel punto più settentrionale del cerchio esterno di sarsen e della Stone 160 dell’architrave dal ferro di cavallo interno del trilithon. E’ possibile che queste pietre una volta fossero locali di Stonehenge, ma a questo punto non lo sappiamo. Inoltre, non conosciamo le aree esatte di West Woods dove sono stati estratti i sarsens. Per rispondere a queste domande sono necessari ulteriori test geochimici dei sarsens e indagini archeologiche per scoprire i pozzi di estrazione».

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