La maggior parte delle popolazioni di orsi polari sono destinate a estinguersi entro la fine del secolo

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La maggior parte delle popolazioni di orsi polari sono destinate a estinguersi entro la fine del secolo

Se il riscaldamento globale dovesse continuare, le popolazioni di orsi collasseranno per fame
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«Se il riscaldamento globale continuerà al ritmo attuale, La maggior parte delle popolazioni di orsi polari collasserà entro la fine del secolo». A dirlo è il nuovo studio “Fasting season length sets temporal limits for global polar bear persistence”, pubblicato su Nature Climate Change da un team di ricercatori canadesi e statunitensi, che è il primo a fornire timelines che mostrano come la perdita di ghiaccio nel Mar Artico influenzerà la capacità degli orsi polari di riprodursi e sopravvivere.

Il principale autore dello studio, il biologo Péter Molnár  dell’università di Toronto Scarborough, spiega che «Il problema è che il ghiaccio marino artico continuerà a scomparire man mano che il mondo continua a scaldarsi. Questo significa che gli orsi polari dovranno affrontare periodi più lunghi senza cibo e questo influenzerà la loro capacità di riprodursi, sopravvivere e persistere come popolazioni sane».

La dieta degli orsi polari è costituita per la maggior parte da foche che possono caccoare solo sul ghiaccio marino, ma la banchisa continua a sciogliersi e gli orsi possono cacciare per sempre meno tempo, quindi, mangiano meno, digiunano e ingrassano meno di quel che dovrebbero.

La ricerca ha esaminato tutte le popolazioni di orsi polari all’interno di tre delle quattro eco-regioni artiche, che rappresentano circa l’80% dell’attuale popolazione mondiale. Il restante 20%, che vive nei canali inter-insulari dell’Arcipelago Artico canadese, è probabilmente in attesa di un destino simile, ma Molnár evidenzia che «Al momento non ci sono dati sufficienti per stimare timeline simili di rischio, come si potrebbe fare per le altre popolazioni».

Molnár evidenzia che «Fino ad ora, è stato difficile fornire stime significative su quando i numeri degli orsi polari inizieranno a diminuire nelle diverse regioni perché i dati che collegano la disponibilità di ghiaccio e il suo impatto sulle loro prestazioni demografiche non erano disponibili». Il nuovo studio chiarisce meglio entro quanto la capacità degli orsi polari di sopravvivere e riprodursi sarà influenzata dalla perdita di ghiaccio nel Mar Artico».

Molnár, un esperto di come il riscaldamento globale influenzi i grandi mammiferi, spiega ancora: «Abbiamo affrontato su base fisiologica il problema di quanti giorni un orso polare può sopravvivere senza cibo se avesse una certa quantità di energia immagazzinata nel suo corpo all’inizio di ogni digiuno». I ricercatori hanno stimato le conseguenze di digiuni più prolungati in tre fasi. Per primo, hanno stimato per quanto tempo gli orsi polari possono sopravvivere in base alle loro condizioni fisiche quando sono costretti a lasciare il ghiaccio e iniziano a digiunare. Conoscendo il numero di giorni che gli orsi polari possono passare senza mangiare, hanno quindi utilizzato le proiezioni del modello climatico sulla perdita di ghiaccio per capire quanto saranno lunghe le future stagioni di digiuno in ogni popolazione di orsi polari. Mettendo insieme questi pezzi, Molnár e il suo team hanno calcolato quelle che chiamano “soglie di impatto a digiuno” o quanti giorni gli orsi possono passare senza cibo e nutrire ancora i loro cuccioli e sopravvivere.

All’università di Toronto Scarborough fanno notare che «Sapere quando è probabile che si superino queste soglie di impatto rivela i limiti di per quanto tempo gli orsi polari possono sopravvivere in tutto l’Artico» e aggiungono che «Il modello dipinge un’immagine cupa. Se il riscaldamento continua al suo ritmo attuale fino alla fine del secolo, possiamo aspettarci che la perdita di ghiaccio nel Mare artico porti a forti cali nella riproduzione e nella sopravvivenza in tutte le popolazioni che vivono nell’alto Artico, tranne poche».

I ricercatori hanno scoperto che alcune soglie di impatto a digiuno sono già state superate in diverse popolazioni, il che potrebbe spiegare i bassi tassi di riproduzione dell’orso polare nelle regioni della Baia di Hudson e dello Stretto di Davis che in Canada confinano con il nord di Manitoba, Ontario, Quebec, Terranova e Labrador e Nunavut meridionale .

Molnár è abbastanza scoraggiato: «Mentre le nostre proiezioni per il futuro degli orsi polari sembrano terribili, la cosa spiacevole è che potrebbero anche essere troppo ottimistiche. Ad esempio, abbiamo ipotizzato che gli orsi polari useranno la loro energia corporea disponibile in modo ottimale durante il digiuno. In caso contrario, la realtà potrebbe essere peggiore delle nostre proiezioni.

Dato che, causa delle variazioni naturali del clima annuale, i ricercatori non sanno in quali condizioni si troveranno fisicamente in futuro gli orsi polari durante un particolare anno, hanno basato le loro stime sull’intero frange di quanto gli orsi potrebbero essere magri o grassi quando entrano nei periodi di digiuno e concludono: «Quello che sappiamo è che ingrassare prima di una stagione di digiuno sarà più difficile per gli orsi polari, poiché le stagioni di caccia sul ghiaccio si accorciano, quindi è probabile che le soglie di impatto a digiuno vengano superate durante i primi anni del nostro range previsto».

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