Gli oceani nelle profondità della Terra innescano i vulcani in prossimità della superficie
Alcuni geologi hanno dimostrato i terremoti che scuotono la superficie del nostro pianeta sarebbero “innescati” dalle acque profonde.
tratto da www.iflscience.com
Quando le placche tettoniche vengono spinte una sopra l’altra e una sotto l’altra nelle zone di subduzione, durante questo processo l’acqua viene spostata e trasportata, creando un enorme serbatoio molto sotto i nostri piedi. L’influenza di questi vasti oceani sotterranei sulla geologia è stata sospettata per qualche tempo, ma è solo ora, con un articolo su Nature , che gli scienziati pensano di averne trovato conferma.
“Mentre le zolle viaggiano dalla loro posizione nelle dorsali oceaniche verso le zone di subduzione, l’acqua di mare penetra nelle rocce attraverso fessure, faglie e anche legandosi ai minerali”, ha dichiarato il dott. George Cooper dell’Università di Bristol in una nota . “Una volta raggiunta una zona di subduzione, la zonna che affondamento si riscalda e viene schiacciata, provocando il rilascio graduale di parte o di tutta la sua acqua. Quando l’acqua viene rilasciata, abbassa il punto di fusione delle rocce circostanti e genera magma. Questo magma è molto vivace e si sposta verso l’alto, portando ad eruzioni nell’arco vulcanico sovrastante. “
La composizione del magma di un vulcano determina il suo potenziale esplosivo; le sostanze che diventano gassose nelle giuste circostanze, note come sostanze volatili, contribuiscono al pericolo. “Lo stesso processo può scatenare terremoti e influire sulle proprietà chiave come la loro entità e se innescano o meno tsunami”, ha aggiunto Cooper.
L’influenza delle sostanze volatili sulle eruzioni vulcaniche è stata ampiamente studiata sull’anello di fuoco del Pacifico , dove si trovano la maggior parte dei vulcani attivi del mondo. Cooper e i co-autori invece sono andati alle Piccole Antille nei Caraibi, un arco vulcanico di 750 chilometri dove la lenta diffusione delle placche dell’Atlantico e dei Caraibi sta producendo una subduzione. Gli autori si aspettavano che ciò significasse una quantità ancora maggiore di acqua catturata molto al di sotto della crosta terrestra, ma anche una maggiore diversità nella quantità di acqua in luoghi diversi, rendendo possibile il confronto che rivelasse gli effetti dell’acqua appunto sugli eventi sismici e vulcanici
Tuttavia, gli effetti dell’acqua e di alte sostanze volatili sui terremoti non sono semplici da studiare. Quando una placca tettonica affonda nel mantello, la sua acqua viene costretta a fuoriuscire dalle fessure più grandi, che i geologi chiamano zone di frattura, causando perdita d’acqua. Nell’area studiata la massima concentrazione di piccoli terremoti è nelle aree in cui le zone di frattura sono “disidratate”.
Cooper e i suoi co-autori sperano che il lavoro alla fine porterà alla capacità non solo di comprendere le cause dei terremoti, ma di prevederne i tempi, cosa però ancora lontana da essere realtà.