Oggi è l’overshoot day: dal 14 maggio l’Italia è in debito con il pianeta

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Oggi è l’overshoot day: dal 14 maggio l’Italia è in debito con il pianeta

Ecodinamica: “Vivremo per i prossimi 7 mesi e mezzo sulle spalle delle altre nazioni del mondo o a discapito delle generazioni future, erodendo le riserve del pianeta”
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Ogni anno che passa il giorno del sovrasfruttamento, l’Overshoot day, arriva sempre prima per il nostro Paese: l’Italia utilizza ormai circa il quadruplo delle risorse rigenerate periodicamente dai propri ecosistemi, con il risultato che in poco più di sei mesi abbiamo esaurito il budget di natura a nostra disposizione per un anno intero. Per arrivare al 31 dicembre dovremo affidarci alle risorse di altri Paesi ed erodere il nostro capitale naturale.

A mostrare questo nostro indebitamento col pianeta, ben più preoccupante del pur critico debito pubblico che zavorra l’Italia, sono come sempre i dati raccolti dal Global footprint network, che confrontano la nostra impronta ecologica con la biocapacità italiana. Da un lato il consumo umano di risorse naturali, dall’altra la capacità degli ecosistemi italiani di rigenerarle (e di assorbirne gli scarti, gas serra o rifiuti che siano). Secondo i dati raccolti nel 2019, oggi abbiamo già sfruttato tutta la capacità che gli ecosistemi d’Italia hanno di rinnovarsi e dunque di soddisfare i nostri bisogni in modo sostenibile nel tempo.

È bene chiarire che in ballo non c’è “solo” la salvezza di piante, animali e più in generale di interi escosistemi, ma tutti quei servizi (acqua ed aria pulita, cibo, legname, fibre, etc) che ci mettono gratuitamente a disposizione e che sono indispensabili alla nostra sopravvivenza.

«Oggi è l’Overshoot day italiano, ovvero il giorno – riassumono dal gruppo di Ecodinamica dell’Università di Siena – in cui “idealmente” si esauriscono le risorse naturali a nostra disposizione per quest’anno, vivendo per i 7 mesi e mezzo restanti sulle spalle delle altre nazioni del mondo o a discapito delle generazioni future, erodendo le riserve del pianeta. La condizione di pandemia e di lockdown sicuramente influenzerà molto questa data, calcolata su dati pregressi, in base ai nostri abituali consumi e in base agli effetti (positivi e negativi) delle politiche intraprese nel tempo. Saranno in grado i lockdown di allontanare questa data? Se sì, di quanto? Oppure la ripartenza ci farà tornare a consumare ancora di più e con meno attenzioni ambientali, anticipando nuovamente la data sul calendario?».

La risposta ancora non c’è, ma un’idea possiamo farcela guardando ai dati storici. L’Italia anticipa l’Overshoot day ogni anno sempre di più: nel 2019 cadeva il 15 maggio, mentre nel 2018 era il 24 maggio. Ma è andando ancora più indietro nel tempo che si coglie la drammaticità di questa escalation. Prima del 1965 l’Overshoot day non era cosa che riguardasse l’Italia: l’impronta ecologica della popolazione (ovvero le nostre necessità di utilizzare risorse dalle aree agricole, dai pascoli, dalle foreste, dalle aree di pesca e lo spazio utilizzato per le infrastrutture e per assorbire il biossido di carbonio, la CO2) era inferiore alla biocapacità nazionale, intesa come la capacità degli ecosistemi di produrre risorse rinnovabili e assorbire i nostri scarti, in primis la CO2 legata ai processi di combustione. Indipendentemente dagli effetti del lockdown, è dunque oggi più che mai cruciale che il necessario percorso di ripresa economica sia impostato su criteri di sviluppo sostenibile.

L’Italia consuma ogni anno 489 milioni di tonnellate in termini di risorse naturali per far girare la propria economia (e ben 322 vengono importate); al contempo  le emissioni italiane di gas serra sono praticamente ferme ai livelli del 2014, e l’anno scorso sono calate in Europa il doppio di quanto non sia riuscito a conseguire il nostro Paese. Senza una ripresa verde post-coronavirus, con tutta probabilità già dal prossimo anno i nostri impatti sul pianeta tornerebbero ad aggravarsi in modo deciso. E siamo noi, non una generica “natura”, a non potercelo permettere.

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