Migliaia di km di nuove strade in Asia minacciano l’habitat delle tigri

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Migliaia di km di nuove strade in Asia minacciano l’habitat delle tigri

Bisogna trasformare la nuova Via della Seta da minaccia per le tigri in opportunità
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Secondo lo studio “Road development in Asia: Assessing the range-wide risks to tigers” pubblicato su Science Advances da un team di ricercatori statunitensi e canadesi, entro la metà del secolo, in asia verranno costruiti quasi 25.000 km di nuove strade nell’habitat della tigre, acuendo così il rischio di estinzione di questi grandi felini per i quali sarebbero invece necessarie nuove misure di conservazione.

Il team guidato da Neil Carter della 1School for environment and sustainability dell’università del Michigan ha utilizzato un dataset globale sulle strade sviluppato recentemente per calcolare l’estensione e i potenziali impatti delle reti stradali esistenti e pianificate nell’attuale areale della tigre che si estende in 13 Paesi  – Bangladesh, Bhutan, Cambogia, Cina, India, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Nepal, Russia, Thailandia e  Vietnam – su oltre un milione di Km2 e dove vivono in libertà ancora solo 4.000, soprattutto nell’Asia meridionale e nel sud-est asiatico, regioni che, dicono i ricercatori, «subiranno un’accelerazione della pressione dallo sviluppo umano nei prossimi anni».

Il problema è che «La costruzione di strade aggrava spesso tutte e tre le principali minacce alle tigri: esaurimento delle prede, degrado dell’habitat e bracconaggio», fa notare lo studio che  dimostra come le strade esistenti siano già «pervasive in tutto l’habitat della tigre, per un totale di 134.000 chilometri nei Tiger Conservation Landscapes (TCLs), blocchi di habitat lungo l’areale dell’animale che sono considerati cruciali per il recupero delle specie».

Gli autori del nuovo studio hanno definito questa scoperta «un segnale di allarme molto preoccupante per il recupero della tigre e degli ecosistemi in Asia».

Per capire come le reti stradali esistenti influenzano l’habitat della tigre, i ricercatori hanno calcolato tre parametri: densità delle strade, distanza dalla strada più vicina e abbondanza media relativa delle specie, poi hanno calcolato le densità stradali attuali per tutti i 76 TCLs e sintetizzato queste stime per ogni singolo paese e stato di protezione delle tigri. Inoltre, per ciascuno dei 13 Paesi dell’areale della tigre, hanno utilizzato le previsioni pubblicate sull’espansione delle strade globali per calcolare la lunghezza di nuove strade che potrebbero essere realizzate nell’habitat della tigre entro il 2050.

E’ così venuto fuori che le attuali reti stradali all’interno dell’habitat della tigre potrebbero ridurre di oltre il 20% l’abbondanza delle tigri e delle loro prede; Il 43% dell’area in cui vivono le tigri e il 57% dell’area nelle TCLs si trova a 5 km da una strada, una vicinanza che può avere un impatto negativo sulle tigri e sulle loro prede; Quasi 15.000 miglia di nuove strade saranno costruite nelle TCLs entro il 2050, incentivate da mportanti progetti di investimento come la Belt and Road Initiative (BRI) della Cina; La densità delle strade è, in media, maggiore del 34% nelle porzioni di TCLs non protette rispetto alle parti rigorosamente protette, indicando che la densità delle strade aumenta con un minor stato di protezione; La densità delle strade varia ampiamente tra i paesi della tigre. Ad esempio, la densità stradale media della Cina nelle TCLs è quasi 8 volte maggiore di quella della Malaysia.

Carter sottolinea che «La nostra analisi dimostra che, nel complesso, le tigri affrontano una minaccia onnipresente e crescente da parte delle reti stradali in gran parte del loro areale dei 13 paesi. Dal 2006 gli habitat delle tigri sono diminuiti del 40%, sottolineando l’importanza di mantenere aree senza strade e di resistere all’espansione delle strade nei luoghi in cui esistono ancora le tigri, prima che sia troppo tardi. Dato che le strade rappresenteranno una sfida pervasiva per il recupero della tigre in futuro, esortiamo i decision makers a fare dello sviluppo sostenibile delle strade una priorità assoluta».

Le tigri che sopravvivono in libertà sono concentrate in un piccolo numero di source populations, le aree con una presenza attuale di tigri confermata e con prove di riproduzione in atto, in tutto l’areale del felino. In questa situazione di assoluta precarietà, i ricercatori sono convinti che «Anche una piccola parte della costruzione di strade potrebbe avere un impatto sproporzionato sul recupero della tigre, isolando permanentemente le popolazioni di tigri, creando “isole” di tigri».

Tutto questo in paesi che hanno dichiarato che proteggere le tigri è una priorità di conservazione globale e che hanno aderito all’’iniziativa internazionale TX2 che ha l’obiettivo di raddoppiare il numero di tigri in libertà tra il 2010 e il 2022. E le tigri sono considerate una specie simbolo per la conservazione, un animale carismatico che con la sua bellezza e forza può stimolare la consapevolezza e l’azione di salvaguardia di tutte le specie a rischio estinzione. «tuttavia – fanno ancora notare gli scienziati – pochi studi hanno valutato gli impatti delle strade sulle tigri e il loro recupero, limitando così l’impatto della pianificazione della conservazione della tigre. E la maggior parte dei precedenti studi di “ecologia stradale” delle tigri si sono concentrati su modelli localizzati di mortalità della fauna selvatica o sul comportamento associato alla progettazione stradale». Al contrario, il nuovo studio stima gli impatti su larga scala delle strade sulla fauna selvatica ed è il  primo studio a includere la minaccia proveniente dalle strade esistenti e future nell’habitat tigre.

Un altro autore dello studio, Adam Ford, del Department of biology dell’università della British Columbia, evidenzia che «Questa ricerca apre le porte alla creazione di partenariati su scala regionale per mitigare meglio le strade esistenti e sviluppare progetti  di sviluppo delle infrastrutture stradali più ecologici per il prossimo secolo».  I ricercatori sono convinti che i lot ro parametri  «Forniscono strumenti per supportare lo sviluppo sostenibile delle strade, consentendo una rapida valutazione del rischio per le strade che attraversano l’habitat della tigre, comprese le strade pianificate come parte dell’Iniziativa Belt and Road».

La BRI, la nuova Via della Seta è una strategia di sviluppo globale adottata dal governo cinese nel 2013 che coinvolge giganteschi progetti infrastrutturali in decine di Paesi in Asia, Europa e Africa e il team di carter teme che «La corsa alla costruzione di nuove importanti strade nelle regioni boscose dell’Asia meridionale e del Sud-est asiatico, finanziate attraverso l’iniziativa, potrebbe avere gravi ripercussioni sulle tigri». Ma i ricercatori statunitensi e canadesi pensano anche che «Adottando la conservazione della biodiversità come uno dei suoi valori fondamentali, la BRI potrebbe diventare un partner importante nella conservazione della tigre. Ciò consentirebbe alla BRI di pianificare e attuare una rete di aree protette e corridoi faunistici per salvaguardare le tigri dagli impatti stradali»..

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