Una microvespa “samurai” per sconfiggere la cimice asiatica

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Una microvespa “samurai” per sconfiggere la cimice asiatica

Iniziato l’allevamento in Trentino della Trissolcus japonicus, da metà giugno i parassitoidi saranno lanciati in campo
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In Trentino sono una ventina i siti individuati nei quali, a partire dalla metà di giugno verranno effettuati i lanci della vespa samurai (Trissolcus japonicus) per contrastare l’invasione della cimice asiatica marmorata (Halyomorpha halys). Però, il gruppo di lavoro della Fondazione Edmund Mach, in collaborazione con il Centro agricoltura alimenti ambiente (UniTrento-FEM), ha in programma di raddoppiarli. Intanto, 15 giorni fa, nell’ambito dello specifico progetto per la lotta biologica SWAT, finanziato dalla Provincia autonoma di Trento, è iniziato l’allevamento delle microvespe samurai specializzate nel parassitizzare le uova di cimice.

Alla Fondazione Edmund Mach sottolineano che «Nonostante l’emergenza Covid-19 ricercatori e tecnici sono, dunque, in piena attività, soprattutto dopo il via libera ai rilasci della Conferenza Stato-Regioni»  e assicurano che «La vespina, che si riproduce a spese del suo ospite deponendo le proprie uova all’interno delle uova della cimice asiatica, è assolutamente innocua per l’uomo e per gli altri organismi. In parallelo sta procedendo l’allevamento della cimice: ad oggi grazie al piano di raccolta che ha coinvolto i cittadini sono stati raccolti oltre 17 mila esemplari che hanno già prodotto oltre 1200 ovature. Ma la raccolta non si è fermata, anzi l’obiettivo è raggiungere quota 30 mila».

FEM ha aderito al piano operativo del programma nazionale di lotta biologica per il controllo della cimice asiatica con l’impiego del suo antagonista naturaleTrissolcus japonicus, un imenottero di soli 1,3 mm, il principale agente di controllo della cimice asiatica in Cina, che in Trentino è stato individuato nel settembre 2019. La cimice asiatica è una specie invasiva originaria dell’Asia orientale. Fuori dal suo areale originario, ed anche in Trentino dal 2016, è diventato il fitofago chiave in numerosi agroecosistemi causando ingenti danni economici su colture arboree come melo, pero e pesco, nonché su molte orticole.

L’assessore provinciale all’agricoltura, Giulia Zanotelli, evidenzia che «Ciò è frutto di un percorso che ha visto Provincia, Fondazione Mach e mondo agricolo lavorare fianco a fianco, arrivando anche all’istituzione negli scorsi mesi del Piano provinciale di contrasto alla cimice i cui contenuti sono già stati in larga parte attuati. Ringraziamo la Fondazione Mach del grande lavoro svolto, sottolineando che la stessa sta lavorando tra le altre cose anche sulla lotta biologica alla Drosophila suzukii. Sul tema più generale delle fitopatie l’Assessorato non è mai stato fermo in questi due anni e continuerà a portare avanti con i soggetti preposti progetti e dialogo».

A metà  giugno saranno rilasciate 100 femmine di microvespe samurai in ambienti semi-naturali caratterizzati da frutteti, margini boschivi e a ridotto input chimico che permetteranno alla specie di insediarsi nel territorio. I punti sono stati distribuiti in tutte le zone a maggior presenza della cimice asiatica, cercando di garantire rilasci in Val di Non, Piana Rotaliana, Val di Cembra, Val d’Adige, Valsugana, Vallagarina, Alto Garda e Valle Laghi. A seconda della disponibilità di ovature di cimice è intenzione del gruppo di lavoro FEM incrementare il numero di siti. I lanci verranno effettuati in concomitanza con il picco della deposizione delle uova da parte della cimice asiatica (giugno-luglio) in modo da massimizzare il successo dell’operazione. La tempistica precisa verrà stabilita in base ai dati del monitoraggio.

Grazie agli investimenti in competenze e strutture di FEM e PAT, il gruppo di lavoro sulla lotta biologica si è organizzato nel progetto triennale Samurai Wasps Action Team (SWAT) che è rappresentato nei tavoli nazionali in cui si stanno discutendo le strategie di lotta biologica alla cimice.  SWAT prevede di sviluppare un programma di lotta biologica classica anche nei confronti di un’altra devastante specie aliena invasiva, Drosophila suzukii, il moscerino asiatico che dal 2009/2010 sta procurando danni ingenti alla produzione di ciliegie e piccoli frutti in Trentino.

I ricercatori evidenzian che «Grazie al lavoro di monitoraggio condotto in questo progetto è stato possibile rilevare per la prima volta la presenza sul territorio trentino delle due specie esotiche Trissolcus japonicus, la cosiddetta microvespa samurai, e Trissolcus mitsukurii. Queste due specie sono i due principali antagonisti naturali della cimice in Asia e la loro presenza in equilibrio con il fitofago impedisce pullulazioni devastanti della cimice nelle aree di origine. Essi sono probabilmente arrivati in Europa in maniera accidentale seguendo le stesse rotte di invasione del loro ospite. La loro presenza sul nostro territorio ha aperto prospettive importanti per un controllo sostenibile ed integrato della cimice asiatica nei nostri ambienti in cui la lotta biologica classica costituisca il metodo più efficace e duraturo, soprattutto alla luce del nuovo quadro normativo nazionale in materia».

Sulla spinta infatti dell’emergenza cimice asiatica, nazionale è stata recentemente promulgata una nuova normativa (pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale 05/09/19, del D.P.R. 5 luglio 2019 n. 102) che, dopo anni di chiusura totale, regola l’immissione sul territorio di specie e popolazioni non autoctone ed i criteri per tali immissioni ai fini di lotta biologica sono contenuti in un successivo decreto attuativo pubblicato ad aprile.

Il Crea di Firenze, come capofila nazionale del tavolo di lavoro sulla lotta biologica alla cimice asiatica, ha prodotto uno specifico studio di valutazione del rischio per richiedere la definitiva autorizzazione al rilascio della microvespa samurai, consegnando lo studio alle regioni Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Veneto e alle province autonome di Trento e Bolzano . che, nei giorni scorsi, hanno sottomesso la richiesta formale al ministero dell’ambiente.

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