Le ondate di calore sono sempre più forti e frequenti

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Le ondate di calore sono sempre più forti e frequenti

In alcune aree del pianeta le ondate di calore e umidità si stanno succedendo a un ritmo doppio rispetto a 40 anni fa e l’intensità del caldo è in aumento. A stabilirlo è una nuova ricerca che ha analizzato i dati di oltre 7000 stazioni meteorologiche di tutto il mondo a partire dal 1979
di Andrea Thompson/Scientific American
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Nel corso delle centinaia di migliaia di anni della loro esistenza sul pianeta, gli esseri umani moderni sono riusciti ad adattarsi a una vasta gamma di climi, dal caldo arido del deserto del Sahara al freddo gelido dell’Artide. Ma abbiamo i nostri limiti. Se le temperature e l’umidità salgono abbastanza, anche una persona sana e robusta, seduta all’ombra e con accesso all’acqua, soccombe al calore.

Le ricerche ha suggerito che, via via che le ondate di caldo diventeranno più intense e frequenti, nei prossimi decenni in alcuni luoghi inizieranno a verificarsi eventi che toccano quel limite di tolleranza umana. Ma ora un nuovo studio mostra che lo hanno già raggiunto. I risultati, pubblicati su “Science Advances”, sottolineano la necessità di ridurre rapidamente le emissioni di gas serra che intrappolano il calore e di sviluppare politiche che aiutino le popolazioni vulnerabili a rimanere protette.

Le alte temperature spingono il corpo umano a produrre sudore, che raffredda la pelle mentre evapora. Ma quando c’è anche un’elevata umidità, l’evaporazione rallenta e alla fine si arresta. Si arriva a questo punto quando la cosiddetta temperatura di bulbo umido, una misura che combina la temperatura dell’aria e l’umidità, raggiunge i 35 gradi centigradi.

Le analisi precedenti, che utilizzavano modelli climatici, suggerivano che alcune parti della regione del Golfo Persico, del subcontinente indiano e della Cina orientale avrebbero visto ondate di caldo superare regolarmente questo limite entro la fine del secolo. Ma esaminavano ampie aree nell’arco di diverse ore, mascherando picchi più localizzati e di breve durata in condizioni estreme. Per vedere che cosa potesse essere sfuggito agli altri ricercatori, “abbiamo deciso di guardare le cose un po’ più da vicino”, spiega Colin Raymond, che ha condotto il nuovo studio quando era dottorando alla Columbia University.

Raymond e i suoi coautori hanno esaminato i dati di temperatura di oltre 7000 stazioni meteorologiche di tutto il mondo, a partire dal 1979. Hanno scoperto che il caldo umido estremo si verifica due volte più frequentemente rispetto a quattro decenni fa e che l’intensità di questo caldo è in aumento. Molti luoghi hanno raggiunto temperature di bulbo umido di 31 gradi centigradi e oltre. E molti hanno registrato letture al di sopra della soglia cruciale dei 35 gradi centigradi.

Identificare questa tendenza è “importante perché si basa sui dati delle stazioni meteorologiche, che sono le prove più dirette che abbiamo di solito”, dice il climatologo del Massachusetts Institute of Technology Elfatih Eltahir, che non era coinvolto nella nuova ricerca, ma ha partecipato agli studi precedenti sull’argomento.

Questi picchi di caldo umido sono già emersi negli stessi luoghi che i precedenti studi di modellizzazione avevano identificato come futuri punti critici. La maggior parte di essi sono aree costiere che si trovano in prossimità di masse d’acqua calda, che possono fornire abbondante umidità, o sono soggette a temperature terrestri vertiginose. Altre, in particolare nel subcontinente indiano, sono regioni in cui i venti monsonici portano con sé aria carica di umidità.

Data la scarsità di stazioni meteorologiche in alcuni dei luoghi coinvolti, come alcune parti del Pachistan, “probabilmente laggiù ci sono valori di temperatura di bulbo umido ancora più elevati”, sottolinea Raymond, che ora lavora al Jet Propulsion Laboratory della NASA.

Gli estremi più alti sono stati raggiunti tipicamente solo per un’ora o due, quindi non hanno ancora raggiunto necessariamente il limite della tolleranza umana. Ma in un futuro più caldo, questi eventi inizieranno a durare più a lungo e a riguardare aree più ampie.

Inoltre, anche temperature di bulbo umido molto più basse della possono essere mortali, in particolare per gli anziani o per chi soffre di una patologia di fondo. Le storiche ondate di caldo che hanno ucciso migliaia di persone in gran parte dell’Europa nel 2003 e in Russia nel 2010 non hanno mai avuto una temperatura di bulbo umido superiore ai 28 gradi centigradi. “Queste sono condizioni molto, molto serie”, dice Eltahir.

Il nuovo articolo ha anche rilevato che parti del mondo vedranno regolarmente temperature di bulbo umido superiori al limite di 35 gradi centigradi se le temperature medie globali salgono di appena 2,5 gradi centigradi al di sopra di quelle del clima preindustriale. Il mondo si è già riscaldato circa 1 grado C al di sopra di tale livello. “Questo tipo di eventi può diventare un fenomeno regolare con un riscaldamento non molto maggiore di quello che abbiamo sperimentato”, dice Kristina Dahl, climatologo senior della Union of Concerned Scientists, che non era coinvolta nello studio.

La proiezione sottolinea la necessità di ridurre rapidamente le emissioni di gas serra per mitigare il più possibile il riscaldamento globale, il che limiterebbe la frequenza con cui tali eventi potrebbero verificarsi in futuro.

E solleva anche diversi interrogativi, per esempio, su quali politiche dovranno sviluppare i governi per salvaguardare i gruppi vulnerabili, come l’istituzione di centri a bassa temperatura per gli anziani residenti o un sistema di allerta prima delle ondate di caldo. Inoltre, le industrie i cui lavoratori lavorano all’aperto, come l’agricoltura e l’edilizia, potrebbero dover spostare le loro attività in orari più freschi. Anche negli Stati Uniti, dove l’aria condizionata è diffusa, il caldo attualmente uccide più persone del freddo, delle inondazioni o degli uragani.

 (L’originale di questo articolo è stato pubblicato su “Scientific American” l’8 maggio 2020. Traduzione ed editing a cura di Le Scienze. Riproduzione autorizzata, tutti i diritti riservati.)

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