Cannibalismo tra orsi polari sempre più frequente a causa dei cambiamenti climatici: ecco perché
Il dottor Ilya Mordvintsev, un esperto di orsi polari dello Severtsov Institute of Problems of Ecology and Evolution, ha dichiarato che sempre più spesso vengono segnalati episodi di cannibalismo tra orsi polari. Sono soprattutto i grossi maschi ad attaccare le femmine con i piccoli. Il fenomeno catalizzato dai cambiamenti climatici. Ecco perché.
di Andrea Centini
scienze.fanpage.it
A causa del riscaldamento globale catalizzato dai cambiamenti climatici, il cannibalismo tra orsi polari (Ursus maritimus) sta diventando un fenomeno sempre più frequente e preoccupante. A lanciare l’allarme, in occasione della Giornata Mondiale dell’Orso Polare che si celebra ogni anno proprio il 27 febbraio, è stato il dottor Ilya Mordvintsev dello Severtsov Institute of Problems of Ecology and Evolution di Mosca, intervenuto a una conferenza stampa tenutasi a San Pietroburgo. Il biologo, specializzato proprio nello studio dei maestosi plantigradi artici, ha specificato all’agenzia di stampa russa Interfax citata dal Guardian che i casi di cannibalismo “sono un fatto consolidato” tra gli orsi polari, tuttavia in passato si trattava di casi sporadici. “Ora sono osservati abbastanza spesso. Dichiariamo che il cannibalismo negli orsi polari sta aumentando”, ha sottolineato il dottor Mordvintsev.
Ma cosa c’entra il riscaldamento globale col il cannibalismo fra orsi? La ragione risiede nel fatto che le temperature sempre più alte accelerano lo scioglimento dei ghiacci, habitat naturale e luogo di caccia privilegiato per questi splendidi animali. Il risultato è che non avendo piattaforme di ghiaccio dalle quali lanciarsi alla ricerca di foche e altre prede, e dovendo fare lunghissime ed estenuanti traversate in mare solo per spostarsi da un luogo all’altro, gli orsi polari sono sempre più affamati, scheletrici e aggressivi verso i propri simili. “In alcune stagioni non c’è abbastanza cibo e i grandi maschi attaccano le femmine con i cuccioli”, ha dichiarato il dottor Mordvintsev. Il ricercatore tuttavia non sa se questi episodi ultimamente vengono documentati di più rispetto al passato a causa del maggior numero di persone che frequenta l’Artico. È noto che la Russia sta incrementando in loco le proprie basi militari, ma c’è anche una fiorente industria estrattiva di gas, che sta portando sempre più navi, uomini e mezzi nella zona, mettendo ancor più a repentaglio i delicatissimi equilibri ecologici degli ecosistemi artici.