Rilevato il primo Fast Radio Burst periodico

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Rilevato il primo Fast Radio Burst periodico

Gli strumenti del radiotelescopio CHIME, in Canada, hanno rilevato un altro di questi rari e brevissimi segnali provenienti dal cosmo profondo, ma è la prima volta che un lampo radio veloce mostra una periodicità. La sorgente, di natura ancora misteriosa, si trova in una galassia a spirale lontana da noi circa 500 milioni di anni luce www.lescienze.it

Brevi raffiche di emissioni radio, della durata di alcuni millisecondi, che punteggiano il cielo notturno in punti casuali, difficili da rilevare e da studiare: così venivano finora descritti i fast radio burst (FRB), o lampi radio veloci. Grazie a un nuovo studio pubblicato sul sito di prestampa arXiv dai ricercatori della collaborazione CHIME/FRB, si può ora aggiungere  un particolare importante: gli FRB possono anche essere segnali periodici. Gli autori hanno infatti scoperto un segnale, denominato FRB 180916.J0158+65, che si ripete ciclicamente ogni 16 giorni.

Si aggiunge così un nuovo tassello al complesso quadro di conoscenze su questi misteriosi segnali radio osservati per la prima volta nel 2007. Ora i cataloghi ne contano circa un centinaio, solo una decina dei quali si è ripetuta nel tempo. In particolare, FRB 180916.J0158+65 è stato scoperto nel 2018 e localizzato poi nel 2019.

I ricercatori del CHIME/FRB hanno setacciato i dati raccolti nel corso di 400 osservazioni condotte con il radiotelescopio Canadian Hydrogen Intensity Mapping Experiment, situato nella regione della British Columbia e gestito da un consorzio di università canadesi.

Il radiotelescopio CHIME, in Canada (Mateus A. Fandiño – The CHIME collaboration/CC BY-SA 4.0)

Dall’analisi è così emerso uno schema caratteristico, proveniente da una galassia a spirale situata a circa 500 milioni di anni luce di distanza da noi: il segnale FRB si ripeteva ogni ora per quattro giorni consecutivi, poi cessava per ripetersi ancora uguale dopo circa 12 giorni: in totale, si manifesta una periodicità di 16,35 giorni.

L’ipotesi è che la ripetizione ciclica del segnale sia frutto di un oggetto celeste non meglio precisato in orbita intorno a un altro corpo: l’assenza di FRB corrisponderebbe così alla fase in cui la sorgente è nascosta rispetto al nostro punto di osservazione terrestre. Gli autori tuttavia non escludono che possa trattarsi dell’effetto di venti stellari, flussi di gas emessi dalla parte superiore dell’atmosfera di alcune stelle, che amplificano o bloccano ciclicamente i segnali provenienti da una  sorgente più lontana.

Quale possa essere la sorgente che emette FRB a intervalli regolari è ancora un mistero. Per ora gli astrofisici puntano ad accumulare nuovi dati, sia su  FRB 180916.J0158+65 sia su altri candidati FRB periodici. Con questi nuovi risultati, infatti, molti ora sospettano che la periodicità degli FRB possa essere molto più comune di quanto ritenuto finora: i segnali ripetuti potrebbero solo essere al di fuori dall’intervallo di frequenze degli strumenti, oppure hanno un ciclo così lungo che la ripetizione del segnale deve ancora verificarsi. Per questo saranno cruciali le osservazioni future.

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