Il 2020? Sarà l’anno di Marte

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Il 2020? Sarà l’anno di Marte

Son ben quattro le missioni che nel corso dell’anno partiranno verso il Pianeta Rosso. A Mars 2020 della NASA ed ExoMars, frutto della collaborazione fra ESA e la russa Roscosmos, si affiancheranno la missione cinese HX-1 – che, come le altre tre, cercherà di far scendere un rover – e la Hope Mars Mission degli Emirati Arabi Uniti, che si “accontenterà” di un orbiter
di Emiliano Ricci
www.lescienze.it

Dopo la Luna, vicina e facile da raggiungere, l’altro grande obiettivo dell’esplorazione spaziale, sin dalle origini, è stato Marte. A rendere il Pianeta Rosso non solo un soggetto privilegiato della letteratura fantascientifica – a partire dalla Guerra dei mondi di H. G. Wells (1897) – ma anche uno degli obiettivi preferiti delle agenzie spaziali sono molte circostanze.

Fra queste, la relativa vicinanza alla Terra, la somiglianza con il nostro pianeta (la durata del giorno poco più lunga di quello terrestre, l’asse di rotazione inclinato rispetto al piano orbitale, tale da dare origine al variare delle stagioni, le calotte polari, un’atmosfera tenue, ma comunque presente), l’idea – poi smentita dalle osservazioni – che fosse attraversato da corsi d’acqua, e infine l’ipotesi che, data comunque la possibile presenza di acqua nel passato del pianeta, si siano potute sviluppare forme di vita oggi estinte o magari ancora presenti, ma nel sottosuolo.

Il sito di atterraggio di Mars 2020 ripreso dal Mars Reconnaissance Orbiter (© NASA/JPL-Caltech/MSSS/JHU-APL )

Già nel 1960, appena tre anni dopo il lancio dello Sputnik 1, l’Unione Sovietica avviò una serie di lanci verso Marte, seguita subito dopo dagli Stati Uniti. La lunga serie di insuccessi di entrambe le parti terminò solo il 14 luglio 1965, quando la sonda NASA Mariner 4 riuscì per prima a concludere con successo un sorvolo del pianeta e a inviare 21 fotografie.

Da quel momento, Marte è stato raggiunto ed esplorato da numerose missioni (ma molte altre hanno fallito), composte non solo da orbiter, ma spesso anche da lander e rover, tutte con l’obiettivo dichiarato di capire se in un qualche periodo della sua storia il Pianeta Rosso sia stato o meno popolato da forme di vita.

Il 2020 è di nuovo un anno propizio per rilanciare l’esplorazione di Marte. Grazie alla configurazione delle rispettive orbite, infatti, ogni 26 mesi la Terra e il pianeta si trovano in una posizione tale da aprire una finestra di lancio di alcune settimane particolarmente favorevole per il viaggio interplanetario. Ecco perché nell’estate di quest’anno – la finestra si apre a luglio – sono in programma addirittura quattro lanci di altrettante missioni.

Il primo a partire dovrebbe essere il rover Mars 2020 della NASA (erede del rover Curiosity) il cui lancio è previsto il 17 luglio, seguito pochi giorni dopo dal rover ExoMars, frutto di una collaborazione fra le agenzie spaziali europea ESA e la russa Roscosmos. L’arrivo dei due rover su Marte, entrambi equipaggiati con strumenti appositamente studiati per la rilevazione di attività biologica sulla superficie marziana e la verifica della sua abitabilità, passata o attuale, è previsto nel febbraio 2021.

Rosalind Franklin, il rover della missione europea ExoMars 2020 (© ESA)

Una terza missione che approfitterà della finestra di lancio estiva è la Mars Global Remote Sensing Orbiter and Small Rover (nota con la sigla HX-1) dell’Agenzia spaziale nazionale cinese (CNSA). HX-1 sarà composta da un orbiter e da un piccolo rover alimentato da pannelli solari, che peserà circa il doppio degli Yutu, i piccoli rover portati con successo sulla superficie lunare dalle missioni Chang’e 3 e Chang’e 4.

Per la Cina questa non è la prima missione marziana. Un tentativo era già stato fatto a novembre 2011: il vettore della missione Phobos-Grunt dell’agenzia spaziale russa trasportava anche l’orbiter cinese Yinghuo-1, ma l’operazione di distacco dall’orbita terrestre fallì e le due sonde vennero fatte disintegrare in atmosfera nel gennaio 2012.

Ma non è tutto. Nel 2020 anche gli Emirati Arabi Uniti si cimenteranno per la prima volta in una missione spaziale, diretta proprio alla volta di Marte. La missione è denominata Hope Mars Mission (ma è nota anche con il nome di Emirates Mars Mission) e verrà lanciata dal centro spaziale di Tanegashima, in Giappone, sempre con l’obiettivo di arrivare in orbita attorno al pianeta nel 2021, anno in cui lo stato degli Emirati Arabi Uniti celebrerà il cinquantesimo anniversario della nascita. Composta da un orbiter, la missione emiratina studierà le complesse dinamiche meteorologiche e i meccanismi di perdita di idrogeno e ossigeno – i due componenti dell’acqua – dallo strato superiore dell’atmosfera marziana.

La sonda della Hope Mars Mission degli Emirati Arabi Uniti (© MBRSC/EMM)

Queste quattro missioni robotiche andranno ad aggiungersi alle otto già operative su, o intorno a, Marte. Al momento, infatti… L’ARTICOLO CONTINUA QUI

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