Dai combustibili fossili rilasciate in atmosfera oltre 10 miliardi di tonnellate di carbonio l’anno

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Dai combustibili fossili rilasciate in atmosfera oltre 10 miliardi di tonnellate di carbonio l’anno

Copernicus: «Sarà sempre più importante monitorare con precisione i livelli di CO2 nella nostra atmosfera con i satelliti per comprendere il ciclo del carbonio naturale e le emissioni indotte dall’uomo»
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La CO2 è il principale gas serra emesso in atmosfera dalle attività umane, e come noto rappresenta un fattore determinante per il cambiamento climatico in corso. In quest’ottica Copernicus, il programma di punta per l’osservazione della Terra offerto dall’Unione europea, ha annunciato nuovi importanti sviluppi per il monitoraggio globale del flusso di biossido di carbonio grazie all’impiego di dati satellitari.

«Le misurazioni superficiali della CO2 tendono a campionare la parte più bassa dell’atmosfera con alta precisione. Tuttavia – spiega Frédéric Chevallier, del Laboratorio per le scienze del clima e dell’ambiente (Lsce) che ha guidato la ricerca – si trovano per lo più in regioni facilmente accessibili nei paesi sviluppati. Le osservazioni satellitari di CO2 sono meno accurate, ma coprono la maggior parte del globo. I dati di qualità superiore ottenuti dai satelliti e quelli ottenuti tramite il monitoraggio della superficie introdurranno nuovi vantaggi, tra cui la possibilità di fornire solide stime del flusso di carbonio nei grandi paesi per aiutarli a monitorare il loro impatto sul clima».

Più nel dettaglio i dati elaborati da Copernicus mostrano che, nel solo 2018, oltre 10 miliardi di tonnellate di carbonio sono state rilasciate nell’atmosfera terrestre da combustibili fossili, portando all’aumento della concentrazione atmosferica dei gas serra a un tasso medio dello 0,5% l’anno. Allo stesso tempo, la CO2 viene scambiata naturalmente tra la superficie terrestre e l’atmosfera attraverso i pozzi di CO2, quali oceani e fotosintesi delle piante, e le fonti di CO2 compresa la respirazione della vegetazione.

«Nei prossimi anni – conclude Richard Engelen, vicedirettore del Servizio di monitoraggio dell’atmosfera di Copernicus – sarà sempre più importante monitorare con precisione i livelli di CO2 nella nostra atmosfera con i satelliti per comprendere il ciclo del carbonio naturale e le emissioni indotte dall’uomo».

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