Scoperte 143 nuove linee di Nazca nel deserto del Perù
Archeologi e antropologi giapponesi dell’Università di Uamagata hanno scoperto 143 nuove linee di Nazca nel deserto del Perù. Una di esse, che rappresenta una figura umanoide, è stata identificata soltanto grazie all’intelligenza artificiale, poiché troppo piccola (inferiore ai 5 metri) e sbiadita.
di Andrea Centini
scienze.fanpage.it
Nel cuore dell’arido deserto peruviano sono state scoperte 143 nuove linee di Nazca, giganteschi e misteriosi geoglifi realizzati dall’omonima civiltà tra il 300 avanti Cristo e il 500 dopo Cristo. Una delle figure, più piccola e antropomorfa, è stata identificata nel 2018 soltanto grazie all’intelligenza artificiale. Ad oggi si conoscono più di 13mila linee di Nazca, per un migliaio di soggetti in totale; sono dedicate alla rappresentazione stilizzata di animali, uomini e oggetti di varia natura. Il loro significato è ancora oggi molto dibattuto tra gli scienziati, anche perché le figure più grandi, come la lucertola che supera i 180 metri di lunghezza, possono essere osservate solo dall’alto, e ovviamente a quei tempi non erano disponibili mezzi per il volo.
in foto: Serpente a due teste. Credit: Università di Yamagata
I nuovi e affascinanti geoglifi sono stati scoperti da un team di scienziati giapponesi dell’Università di Yamagata, che hanno setacciato la pampa peruviana per oltre 15 anni. Tra le figure identificate vi sono un serpente a due teste che sembra voler divorare due persone; un pesce schiacciato simile a una enorme sogliola; un uomo che danza con lunghi capelli; una maschera; un gatto; una scimmia e uccelli.
山形大学のAIによるナスカの地上絵発見が、地上波の全国ニュース(報道ステーション)にもなりましたのでお知らせします。#報ステ #人工知能 #機械学習 #考古学
山形大学のAIを使ったナスカの地上絵発見が、報道ステーションで報道されました 20191115 https://t.co/e4nxGFGwNn @YouTubeさんから
— 山大 研究家 (@yamadaikenkyuka) 16 novembre 2019
Le analisi più sofisticate, oltre che sul campo, sono state condotte analizzando immagini ad altissima risoluzione scattate da droni e satelliti. Grazie alla collaborazione sperimentale con IBM Research e l’uso di un’innovativa intelligenza artificiale installata su un sistema di analisi geospaziale chiamato “IBM PAIRS Geoscope”, come indicato i ricercatori giapponesi hanno individuato una piccola figura umanoide, inferiore ai 5 metri. Solo grazie alla rete di apprendimento automatico IBM Watson Machine Learning Accelerator (WMLA) il team guidato dall’archeologo e antropologo Masato Sakai è riuscito a farla emergere, essendo di dimensioni ridotte, sbiadita e dunque sfuggente per l’occhio umano.
Figura umanoide scoperta con l’IA. Credit: Università i Yamagata/IBM