L’Amazzonia non produce affatto il 20% dell’ossigeno globale, ma gli incendi sono comunque una gigantesca catastrofe
Benché molti personaggi illustri abbiano fatto circolare la notizia del 20% dell’ossigeno amosferico prodotto dall’Amazzonia, come il presidente francese Macron e l’astronauta della NASA Scott Kelly, diversi scienziati esperti di atmosfera hanno sottolineato che questo valore è in realtà prossimo al 6%. E anche se tutta la Foresta Amazzonica dovesse bruciare non perderemmo una tale quantità di ossigeno. Nonostante ciò, i devastanti roghi in atto rappresentano una catastrofe ambientale immensa per numerose altre ragioni.
di Andrea Centini
scienze.fanpage.it
Dall’inizio dell’anno nella Foresta Amazzonica sono state appiccate decine di migliaia di incendi, oltre l’80 percento in più di quelli rilevati nel 2018. Si tratta di una vera e propria catastrofe ambientale; basti pensare alla ricchissima biodiversità dell’Amazzonia – che si estende per 7,7 milioni di chilometri -, alle sostanze nocive immesse nell’atmosfera e al fatto che la foresta pluviale gioca un ruolo prezioso nel regolare il clima e i cicli del carbonio e dell’acqua globali. Non a caso viene soprannominata il “polmone verde” della Terra. Del resto, come affermato dal professor Scott Denning, docente di Scienze dell’atmosfera presso l’Università Statale del Colorado, quasi tutto l’ossigeno presente nell’aria viene prodotto dalla fotosintesi, e un terzo di questa reazione avviene proprio nelle foreste tropicali, delle quali l’Amazzonia ne è la principale. Nonostante ciò, affermare che il 20 percento dell’ossigeno della Terra derivi dall’Amazzonia, come circolato a più riprese sul web negli ultimi giorni, non è corretto. Una percentuale più accurata, infatti, è circa il 6 percento secondo lo scienziato Jon Foley e altri esperti. Ma anche se tutta l’Amazzonia andasse perduta il livello di ossigeno globale non scenderebbe di tale percentuale, poiché lo scarto tra quello immesso in atmosfera e quello consumato è estremamente basso.
Our house is burning. Literally. The Amazon rain forest – the lungs which produces 20% of our planet’s oxygen – is on fire. It is an international crisis. Members of the G7 Summit, let’s discuss this emergency first order in two days! #ActForTheAmazon pic.twitter.com/dogOJj9big
— Emmanuel Macron (@EmmanuelMacron) 22 agosto 2019
Da quando la situazione in Amazzonia è precipitata diverse figure di spicco hanno diffuso sulla rete il malinteso del 20 percento dell’ossigeno; fra esse figura il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, con un celebre cinguettio pubblicato su Twitter: “La nostra casa sta bruciando. Letteralmente. L’Amazzonia, il polmone del nostro pianeta che produce il 20% del nostro ossigeno è in fiamme”. Macron ha poi aggiunto che avrebbe discusso dell’emergenza con i Membri del G7 a Biarritz, come poi effettivamente avvenuto. Anche il famoso astronauta e scienziato della NASA Scott Kelly ha pubblicato su Twitter un appello drammatico, facendo riferimento alla controversa questione dell’ossigeno: “La deforestazione cambia il volto del nostro pianeta. Tra il mio primo volo nel 1999 e l’ultimo nel 2016, ho notato una differenza in Amazzonia. Meno foresta e più campi in fiamme. La Foresta Amazzonica produce oltre il 20% dell’ossigeno nel mondo. Abbiamo bisogno di O2 per sopravvivere!”. L’indicazione è stata inoltre riportata su varie immagini del movimento “PrayForAmazon”. In breve tempo, catalizzata anche dai post di personaggi famosi e autorevoli, l’informazione distorta è diventata di dominio pubblico.
Deforestation changes the face of our planet. Between my first flight in 1999 and last in 2016, I noticed a difference in the #Amazon. Less forest more burning fields. The #AmazonRainforest produces more than 20% of the world’s oxygen. We need O2 to survive! pic.twitter.com/CQDLLaT7DE
— Scott Kelly (@StationCDRKelly) 22 agosto 2019