Abbiamo dei neuroni che, nel sonno, eliminano i ricordi inutili

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Abbiamo dei neuroni che, nel sonno, eliminano i ricordi inutili

Il sovraccarico di informazioni registrate dal nostro cervello durante il giorno viene eliminato nel corso delle fasi REM del sonno notturno, grazie al controllo di un gruppo di cellule situate nell’ipotalamo… come se fosse la pulizia dei file obsoleti di un hard disk
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È solo un piccolo gruppo di neuroni situato nelle profondità del cervello, quello scoperto da Shuntaro Izawa dell’Università di Nagoya, in Giappone, e colleghi di altri istituti statunitensi. Eppure controlla un’attività fondamentale per la nostra esistenza: la cancellazione dei ricordi inutili durante il sonno. Lo studio, descritto sulla rivista “Science”, mostra in particolare che il processo si svolge solo in fasi ben precise del riposo notturno, quelle del sonno REM, in cui si produce la maggior parte dei sogni.

Decenni di ricerche nel campo della psicologia e delle neuroscienze hanno chiarito che dimenticare è importante quanto ricordare. Durante il giorno, il nostro cervello registra temporaneamente una quantità enorme di informazioni, molte delle quali sono inutili o semplicemente sovrabbondanti. A evitare un pericoloso sovraccarico di memoria, interviene poi un processo di selezione dei ricordi che devono essere mantenuti e quelli che devono essere scartati, processo che si svolge solo quando dormiamo.

L’ipotesi dei neuroscienziati era che da qualche parte nel cervello esistesse una sorta di centrale di controllo di questa delicata fase di “pulizia”. E tutti gli indizi puntavano verso l’ipotalamo, un insieme di nuclei profondi del cervello che sovraintendono a molti meccanismi vegetativi e istintivi, tra cui la regolazione del sonno.

Ad attrarre l’attenzione di Izawa e colleghi è stato in particolare un gruppo di neuroni, chiamati neuroni MCH, che regola l’alternanza sonno-veglia e la durata delle diverse fasi del sonno REM e non-REM. Li hanno perciò studiati in topi di laboratorio, modificati in modo da poter controllare l’attivazione dei neuroni MCH.

È così emerso un risultato chiaro: quando questi neuroni venivano inibiti durante il sonno, i topolini ricordavano molto meglio le informazioni acquisite durante la veglia. Viceversa, quando i neuroni MCH venivano attivati, la memoria diventava più debole. Il tutto si verificava solo se la manipolazione degli sperimentatori avveniva durante la fase REM.

Il risultato apre interessanti prospettive di ricerca per i deficit di memoria negli esseri umani, e spiega in parte perché dimentichiamo spesso i nostri sogni notturni.

“I sogni si producono principalmente durante il sonno REM: l’attivazione delle cellule MCH  può impedire che il contenuto di un sogno venga memorizzato nell’ippocampo, con il risultato che il sogno viene rapidamente dimenticato”, ha concluso Thomas Kilduff, di SRI International a Menlo Park, in California, autore senior dell’articolo.

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