Nuovi sensori mostrano i movimenti della faglia della Pernicana, sull’Etna

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Nuovi sensori mostrano i movimenti della faglia della Pernicana, sull’Etna

di Alessandro Bonforte
ingvvulcani.wordpress.com

L’Etna e le sue faglie sono un laboratorio naturale perfetto ed efficace per testare nuove ipotesi scientifiche, approcci e tecnologie. Infatti, non solo il vulcano con la sua attività eruttiva, ma anche le faglie che attraversano i suoi versanti mostrano una continua dinamica. Queste faglie scorrono, a volte lentamente e continuamente, a volte improvvisamente, generando terremoti anche di media energia. In questo articolo si illustra il caso della faglia della Pernicana, sul fianco nord-est del vulcano, una delle faglie più attive al mondo, per provare un nuovo approccio di misura delle deformazioni del suolo. E’ stata testata qui una nuova tecnologia basata su sensori a basso costo, con una precisione minore rispetto alle stazioni delle reti geodetiche permanenti e mobili ma potenzialmente più idonei per questo genere di ambienti, dove si attendono grosse deformazioni (che richiedono quindi minore sensibilità) e dove il rischio di perdere o danneggiare la strumentazione è alto (la scelta di tecnologia a basso costo minimizza quindi i rischi derivanti da eventuali perdite).

È stata installata una rete di otto stazioni (Figura 1) per lo studio delle deformazioni del suolo basate sul sistema satellitare globale di navigazione (Global Navigation Satellite System – GNSS) a basso costo, lungo la parte alta e centrale della faglia della Pernicana, per testare il monitoraggio delle deformazioni vulcano-tettoniche di questa struttura. Questa indagine è stata condotta da ricercatori dell’INGV Osservatorio Etneo, dell’ Università di Durham e della Geospatial Research Limited, ed è stata finanziata dal Global Challenges Research Fund (GCRF) Global Impact Accelerator Account.

Figura1
Figura 1 – Mappa di Google che mostra la posizione delle otto stazioni intorno alla faglia (in rosso).  Figure 1 – Google map showing the location of the eight stations across the fault (in red)

Le stazioni sono alimentate da batterie e pannelli fotovoltaici (Figura 2) e trasmettono i dati tramite un modem cellulare GSM per essere elaborati ogni ora. L’impatto ambientale della strumentazione è molto basso (Figura 3): l’antenna GNSS è incollata alla roccia ed è quasi invisibile; la piccola valigetta contenente tutta la sensoristica è posizionata sotto il piccolo pannello solare (Figura 4). Queste stazioni sono in grado di fornire il valore di spostamento del suolo con precisione centimetrica e a frequenze temporali fino a 20 Hz.

Figura2
                                                                                     Figura 2 – Controllo dei dati alla stazione ET08                                                                                 Figure 2 – Data check at ET08 station
Figura3
                                                             Figura 3 – Impatto visivo di una stazione di monitoraggio                                                       Figure 3 – Visual impact of a monitoring station
Figura4
                                                                           Figura 4 – Manutenzione alla stazione ET02                                                                              Figure 4 – Maintenance work at ET02 station

Le stazioni sono state installate nell’arco di cinque giorni a fine novembre 2018 da un team misto tra i tre partner (Figura 5) e hanno registrato in continuo le deformazioni, anche quelle correlate all’evento eruttivo del 24 dicembre 2018, e alla relativa crisi sismica. Le stazioni sono ancora tutte funzionanti e stanno continuando ad acquisire dati utilissimi per la ricerca scientifica e tecnologica.

Figura5
                                                                   Figura 5 – Installazione della stazione ET05                                                                       Figure 5 – Installation of ET05 station

Il vasto set di dati acquisito è in fase di analisi. Le serie delle deformazioni registrate mostrano la sequenza dei movimenti della faglia della Pernicana e, soprattutto, quelle associate all’eruzione e crisi sismica di dicembre 2018 (Figura 6).

Figura6
Figura 6 – Serie storica della variazione della distanza tra le stazioni ET01 ed ET02, a cavallo della faglia della Pernicana, dal 22 al 28 dicembre 2018. Le linee grigie mostrano i dati grezzi, le linee spesse e colorate sono le variazioni mediate.                                                                                                                                                                                     Figure 6 – Time series of the distance between ET01 and ET02 stations, across the Pernicana fault, from December 22 to December 28, 2018. Grey lines show the raw data, solid colored lines are averaged time series.

Questo prototipo di rete ha dimostrato che i sensori GNSS a basso costo sono in grado di monitorare le deformazioni del suolo di piccole aree come quelle intorno ad una faglia, con tempi di risposta (minuti, ore) idonei al monitoraggio e a scenari che richiedono rapide informazioni. È in preparazione una pubblicazione che descriverà l’installazione della rete e i risultati ottenuti.

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