Non si ferma la moria di delfini in Toscana: ennesimo trovato morto in Toscana, il 18° da inizio luglio

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Non si ferma la moria di delfini in Toscana: ennesimo trovato morto in Toscana, il 18° da inizio luglio

Un tursiope trovato a Livorno, dall’inizio dell’anno sono già 35 i casi
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Continua la moria di delfini in Toscana. Un tursiope è stato trovato morto oggi a Livorno. Lo rende noto l’agenzia regionale dell’ambiente Arpat. È il 35/o caso dall’inizio dell’anno e il 18/o dall’inizio di luglio in Toscana. Nei giorni scorsi l’assessore regionale all’ambiente Federica Fratoni ha reso noto che in base alle autopsie condotte su 8 delfini che si sono spiaggiati in Toscana negli ultimi mesi, 7 presentavano lo stomaco completamente vuoto, come se qualche patologia li avesse indeboliti al punto da non riuscire a nutrirsi e, di conseguenza, morire.

Lo scorso anno sono stati trovati spiaggiati in Toscana 23 cetacei di cui 20 delfini, mentre nel 2017 furono 48 di cui 41 delfini.

Biologa, ipotesi principale è Morbillivirus. “L’ipotesi principale per spiegare questa moria di delfini in Toscana è un’epidemia di Morbillivirus. Ma è solo un’ipotesi, occorre attendere i risultati delle analisi necroscopiche, che sono lunghe, perché richiedono delle colture”. Lo spiega all’ANSA la biologa marina Sabina Airoldi, del centro studi sui cetacei Tethys.

Il genere del Morbillivirus comprende i virus che generano il morbillo dei cetacei, il cimurro del cane e quello delle foche, la peste bovina e la peste dei piccoli ruminanti.

“Ha già colpito diverse specie di cetacei – dice ancora Airoldi – e ha causato anche un’epidemia nei primi anni Novanta.

Allora morirono diverse centinaia di stenelle striate in tutto il Mediterraneo, mari italiani compresi”.

“Sicuramente – conclude la biologa che lavora nel Santuario dei Cetacei tra la Liguria, la Toscana, la Corsica e la Costa Azzurra – tutti gli inquinanti che l’uomo immette in mare, come i policlorobifenili e i composti aromatici policiclici, abbassano le difese immunitarie dei cetacei e li debilitano, impedendo loro di contrastare in modo adeguato infezioni virali e batteriche”.

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