La Russia conferma dopo l’incidente nucleare: picco e fallout radioattivi. Gli esperti: è la prova che è esploso un reattore

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La Russia conferma dopo l’incidente nucleare: picco e fallout radioattivi. Gli esperti: è la prova che è esploso un reattore

Ma intorno all’incidente nucleare/militare resta ancora il mistero e il governo russo è reticente
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Il 26 agosto, Rosgidromet, l’agenzia meteorologica statale russa, ha dichiarato di aver trovato gli isotopi radioattivi di stronzio, bario e lantanio nei campioni raccolti dopo un misterioso incidente avvenuto l’8 agosto durante un test missilistico in un sito militare offshore nel quale sono morte 5 persone e che ha causato un picco nei livelli di radiazione a Severodvinsk. Esperti nucleari statunitensi sospettano che l’incidente si sia verificato durante i test di un missile da crociera a propulsione nucleare di nuovo tipo.

Secondo quanto riferito da Rosgidromet, gli isotipi trovati a Severodvinsk sono: Stronzio-91, Bario-139, Bario-140 e Lantanio-140, che hanno rispettivamente emivite di 9,3 ore, 83 minuti, 12,8 giorni e 40 ore, e che sono stati responsabili del «brusco cambiamento di breve durata della situazione delle radiazioni su Severodvinsk». Rosgidromet ha detto che sta monitorando il situazione dopo l’incidente, ma che «Non sono state rilevate ulteriori radiazioni».

Il 23 agosto, Norsar, l’agenzia norvegese che monitora il rispetto del Comprehensive Nuclear-Test-Ban Treaty (Ctbt), ha detto che l’esplosione che ha ucciso gli scienziati russi – avvenuta alle 6,00 ora locale – è stata seguita, due ore dopo, da una seconda esplosione e che quest’ultima era la probabile fonte del picco di radiazioni. Secondo Norsar, la seconda esplosione è probabilmente avvenuta in un missile alimentato da combustibile radioattivo, ma il governatore della regione russa di Arkhangelsk, dove si è verificata l’esplosione, ha smentito le notizie di un’altra esplosione.

Ma Bellona, la ONG ambientalista/scientifica norvegese/russa, fa notare che i risultati della agenzia meteorologica russa «forniscono il suggerimento più chiaro che il dispositivo coinvolto nell’incidente del test sulle armi dell’8 agosto, che ha causato un breve aumento dei livelli di radiazione nella città di Severodvinsk, era un reattore nucleare e non, come suggerito in precedenza dai funzionari nucleari russi, altri tipo di fonte di energia radioattiva».

Nils Bøhmer, un esperto di sicurezza nucleare del governo norvegese, ha detto al Barents Obsever che «La presenza di prodotti in decomposizione come il bario e lo stronzio proviene da una reazione nucleare a catena. E’ la prova che a esplodere è stato un reattore nucleare». Il governo russo continua a far trapelare col contagocce dettagli vaghi e contrastanti, alimentando i sospetti che il danno sia molto più grande di quanto ammesso ufficialmente.

Inoltre, la natura della vera fonte del fallou radioattivo è ancora un mistero: la compagnia statale nucleare Rosatom ha dichiarato che il test andato storto coinvolgeva una «fonte di isotopi di un’unità di propulsione alimentata a liquido». Ma due giorni dopo, in un’altra dichiarazione rilasciata all’agenzia Fontanka.ru, la stessa Rosatom definiva il dispositivo esploso una «Batteria nucleare».

Bellona fa notare che «Entrambe le descrizioni sono coerenti con la progettazione di un RTG – o radioisotope thermal electric generator – che, a differenza di un reattore, non utilizza una reazione a catena, ma converte invece in ​​elettricità il calore dal decadimento naturale dei materiali radioattivi. Durante gran parte dell’epoca sovietica, Mosca ha dispiegato fari di navigazione alimentati a RTG in tutto l’Artico, e qusti dispositivi sono stati utilizzati anche nei satelliti». Ma secondo Bøhmer, che collabora con la Norwegian Nuclear Decommissioning, un’agenzia governativa che sviluppa strategie di stoccaggio di combustibile nucleare per i reattori di ricerca norvegesi, «Gli isotopi che Rosgidromet ha riferito di aver scoperto lunedì non avrebbero potuto derivare da un’esplosione che coinvolge un RTG. Se fosse stato un RTG, non sarebbe stato rilevato nessuno di questi isotopi».

Edwin Lyman dell’Union of concerned scientists è d’accordo e ha detto a The Guardian che «Il rilevamento dei prodotti di fissione indica un rilascio da un reattore. Tuttavia, sono ancora perplesso sul perché non sia stata rilevata la presenza di isotopi di iodio, alcuni dei quali verrebbero rilasciati in grandi quantità maggiori».

Nei giorni seguenti la misteriosa ‘esplosione gli scienziati nucleari norvegesi hanno riportato un lieve aumento dello iodio radioattivo nell’aria ma che non si discosta da piccoli aumenti simili che vengono rilevati numerose volte all’anno e quindi dicono che non può essere legato all’esplosione.

Nel 2018 Putin aveva annunciato in diretta TV che la Russia stava testando un missile da crociera che, oltre a trasportare una testata nucleare, sarebbe stato spinto da un piccolo reattore nucleare e questo gli avrebbe consentito di avere una rotta troppo imprevedibile per poter essere intercettato. I radioisotopi rilevati da Rosgiromet sarebbero coerenti con un incidente con quel tipo di arma.

La scorsa settimana, il presidente russo Vladimir Putin aveva ammesso che l’incidente si era verificato durante i test che hanno coinvolto «fonti di energia isotopiche» per nuovi sistemi di armi promettenti, ma ha aggiunto che «Quando si tratta di attività di natura militare, ci sono alcune restrizioni sull’accesso alle informazioni». E Bellona chiosa: «In effetti, le informazioni sull’incidente sono state per lo più limitate. I primi rapporti sulle radiazioni sono stati pubblicati dall’amministrazione comunale di Severodvinsk, una città portuale di 183.000 abitanti situata a circa 20 chilometri da dove è avvenuta l’esplosione. Il Ministero della Difesa ha cercato di censurare quel rapporto, ma martedì 13 agosto, Rosgidromet ha detto che i livelli di radiazione erano da quattro a 16 volte oltre i livelli di fondo naturali della città. Il giorno seguente, i funzionari russi hanno annunciato che Nyonoksa – il villaggio più vicino all’esplosione – sarebbe stato evacuato per motivi che si sono rifiutati di precisare . Ma più tardi quello stesso giorno, Igor Orlov, governatore della regione di Arkhangelsk, ha detto all’agenzia Interfax che l’ordine di evacuazione era “totale assurdità”».

Quello che è certo è che all’ospedale di Arkhangelsk, che ha curato le vittime dell’esplosione, medici e infermieri si sono lamentati perché non erano stati avvertiti che i loro pazienti erano stati coinvolti in un incidente nucleare. Secondo quanto scrive The Moscow Times, il Federal’naja služba bezopasnosti Rossijskoj Federacii (FSB, il servizio di sicurezza federale russo) ha costretto il personale coinvolto nell’incidente e quello dell’ospedale a firmare un accordo di non divulgazione che vietava loro di discutere sia dell’esplosione che delle sue conseguenze

Secondo Meduza, un il sito russo di notizie indipendente, «L’isotopo radioattivo cesio-137 è stato rilevato nel tessuto muscolare di uno dei medici curanti durante un esame in una clinica di Mosca».

Il 19 agosto, 11 giorni dopo l’incidente, la Comprehensive Nuclear-Test-Ban Treaty Organization ha dichiarato che «Diversi sensori per le radiazioni russi erano stati spenti durante il periodo dell’esplosione. I monitor sono tornati online la scorsa settimana».

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