Useremo un batterio per decimare le popolazioni di zanzare?
Le zanzare tigre asiatiche, che trasmettono pericolosi virus come la dengue o Zika, possono essere quasi debellate infettando i maschi con ceppi batterici del genere Wolbachia
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Un’infezione batterica è una strategia efficace per controllare le popolazioni di zanzare tigre asiatiche. Lo dimostra un nuovo studio pubblicato su “Nature” da Xiaoying Zheng e colleghi del Joint Center of Vector Control for Tropical Diseases della Sun Yat-sen University, in Cina, e della Michigan State University, negli Stati Uniti.
Lo studio è un tentativo di trovare nuove strade per contrastare la grande diffusione della zanzare tigre (Aedes albopictus), che in diversi paesi dell’Asia veicolano pericolosi virus responsabili di malattie come dengue (con sintomi quali febbre, cefalea dolori muscolari e articolari), chikungunya (con febbre, cefalea a dolori articolari, anche invalidanti) e Zika (che provoca microcefalia e altre malformazioni nel feto), per le quali non sono disponibili attualmente né vaccini né cure efficaci. Inoltre le misure convenzionali per contenere la diffusione delle zanzare si sono rivelate inutili.
Negli ultimi vent’anni, la ricerca ha seguito due diversi approcci per ridurre le infezioni trasmesse dalle zanzare: la soppressione della popolazione e la sostituzione della popolazione. Nel primo caso si cerca di ridurre il numero di insetti, nel secondo si tenta di rendere le zanzare incapaci di trasmettere le malattie infettive, diffondendo tra loro modificazioni genetiche o infezioni batteriche.
Un’occasione per agire su entrambi i fronti è offerta dai batteri del genere Wolbachia, che infettano le zanzare inibendone la riproduzione. I ricercatori possono per esempio infettare i maschi con un determinato ceppo di Wolbachia e liberarli nell’ambiente. Se questi si accoppiano con femmine selvatiche che non sono infette dallo stesso ceppo di Wolbachia, le femmine non sono in grado di produrre uova vitali.
In alternativa, si possono liberare maschi e femmine infettati da uno stesso ceppo, il che rende le zanzare meno capaci di trasmettere virus. E il batterio si può diffondere nella popolazione selvatica limitando la popolazione di zanzare che veicolano i virus pericolosi per gli esseri umani.
Zheng e colleghi avevano come obiettivo la disinfestazione delle aree residenziali di due isole lungo il fiume Guangzhou, in Cina, che sono invase da popolazioni selvatiche di zanzare tigre infettate da due ceppi di Wolbachia. Gli autori hanno prodotto in laboratorio una colonia di zanzare maschio, denominata popolazione HC, infettate da un terzo ceppo chiamato wPip, che non si trova negli insetti selvatici, in modo che l’accoppiamento tra maschi HC e femmine selvatiche desse embrioni non in grado di sopravvivere.
Liberati nell’ambiente i maschi HC, il risultato è stato molto positivo, con una diminuzione dell’83-94 per cento delle popolazioni di zanzare tigre, che lascia ben sperare per la lotta alla diffusione di virus non solo in Asia, ma anche nel sud dell’Europa e in particolare in Italia, dove recentemente sono stati segnalati i primi casi di dengue.