Anche le giraffe Masai sono a rischio estinzione. E l’Italia è tra i maggiori importatori di prodotti di giraffa

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Anche le giraffe Masai sono a rischio estinzione. E l’Italia è tra i maggiori importatori di prodotti di giraffa

Iucn: in 30 anni la popolazione della sottospecie si è dimezzata, colpa soprattutto di bracconaggio e cambiamento nell’utilizzo dei suoli
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Center for Biological Diversity  e di Humane Society International hanno annunciato che le giraffe Masai  (Giraffa camelopardalis ssp. Tippelskirchi), una sottospecie che vive in Kenya e Tanzania, è stata dichiarata in via di estinzione, sottolineando la necessità di un’azione globale per combattere l’estinzione silenziosa delle giraffe.

Le giraffe Masai, una delle nove sottospecie di giraffe, sono state a lungo considerate la popolazione più stabile e meglio salvaguardata, quindi essenziale per l’intera specie, ma la nuova valutazione dell’ International union for the conservation of nature (Iucn) – che compila la Lista Rossa delle specie in Pericolo – rileva che questi animali maestosi erbivori sono fortemente minacciati dalla caccia illegale e dai cambiamenti nell’utilizzo dei suoli e che «Negli ultimi 30 anni, la popolazione della sottospecie è diminuita tra 49% e il 51%».

In Africa ci sono meno giraffe che elefanti ma, come fa notare Julian Fennessy, co-direttore e co-fondatore della Giraffe Conservation Foundation, «Non hanno attirato l’attenzione di altri animali africani in pericolo, come rinoceronti bianchi e leoni. Sono, per così dire, la megafauna dimenticato. Purtroppo sono state ignorate, mentre è stata data più attenzione a elefanti, rinoceronti, leoni e altre specie».

Adam Peyman, wildlife programs and operations manager di Humane Society International, è preoccupato: «Le giraffe Masai costituivano una robusta popolazione selvatica. Una valutazione di rischio è un segnale che apre la strada alla necessità urgente di una protezioni delle giraffe».  A preoccupare è anche l’invasione dell’habitat delle giraffe: gli esseri umani si stanno trasferendo in aree precedentemente selvagge, causando problemi come investimenti delle giraffe con auto e camion e abbattimenti degli animali che causano danni alle colture.

Secondo il “Global Assessment on Biodiversity and Ecosystem Services” dell’Intergovernmental science policy platform on biodiversity and ecosystem services (Ipbes), un milione di specie sono in via di estinzione a causa delle attività antropiche ed è fondamentale garantire che lo sfruttamento della fauna selvatica  non contribuisca a ulteriori cali, compreso quello delle giraffe.

Negli ultimi 30 anni in Africa la popolazione globale di giraffe è diminuita del 40% e la Lista Rossa Iucn dal 2016 le classifica come “vulnerabili, valutazione confermata nel 2018. Ma ora le giraffe Masai ora si uniscono alle giraffe somale o reticolate (Giraffa camelopardalis reticulata) nella più rischiosa categoria “Endangered”, mentre altre due sottospecie di giraffe, quella del Kordofan (Giraffa camelopardalis antiquorum) e quella nubiana   (Giraffa camelopardalis camelopardalis) sono “Critically Endangered”.

Al prossimo meeting  della Convention on international trade in endangered species of wild fauna and flora (Cites) che si terrà ad Agosto a Ginevra, verrà discussa la  proposta di Repubblica Centrafricana, Ciad, Kenya, Mali, Niger e  Senegal e sostenuta dai  Paesi dell’ African Elephant Coalition, di regolamentare il commercio delle giraffe.

Anche se in Kenya e Tanzania la caccia alle giraffe è proibita, si che ogni anno nel solo Serengeti National Park venga ucciso dal  2 al 10% della popolazione di giraffe Masai. Mentre in alcune zone della Tanzania le giraffe vengono cacciate perché si crede che il midollo osseo e il cervello delle giraffe possano curare l’HIV/AIDS. In altri Paesi, come il Congo, le code delle giraffe sono considerate uno status symbol. Il mercato delle giraffe non è solo un problema nel continente africano. Ma la cosa non riguarda solo i Paesi africani e le credenze e le superstizioni: infatti, mentre le popolazioni di giraffe continuano a  diminuire, la specie è diventata sempre più  comune nel commercio internazionale della fauna selvatica. Secondo il rapporto “U.S. market for giraffe parts uncovered” di Humane Society International ed Usa, tra il  2006 e il 2015 gli Stati Uniti hanno importato quasi 40.000 esemplari giraffa  sotto forma di trofei di caccia, elementi decorativi e manici di coltello, alle quali si aggiungono le esportazioni di decine di animali vivi, come le 66 giraffe finite in Cina nell’ottobre 2017.

Uno dei grandi consumatori di prodotti di giraffa è l’Unione europea: un’indagine sulla vendita online al dettaglio di oltre 300 prodotti di giraffa ha fatto emergere l’esistenza di una rete di venditori in 7 Paesi Ue: Italia, Belgio, Francia, Germania, Grecia, Regno Unito e Spagna. La proposta avanzata alla CItes regolerebbe per la prima volta il commercio delle giraffe.

Tanya Sanerib, direttrice legale internazionale del Center for Biological Diversity  conclude: «Questa scioccante notizia sulle giraffe Masai è un invito all’azione da parte di eminenti scienziati. La comunità internazionale deve dare alle giraffe quella protezione dallo sfruttamento di cui hanno disperatamente bisogno. Dobbiamo regolamentare il commercio internazionale delle giraffe o rischiamo di perdere uno degli animali più straordinari del nostro pianeta»

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