Russia: iniziato il rilascio delle orche e beluga, dopo grandi proteste, dal “carcere di cetacei” (VIDEO)
La Russia ha iniziato a rilasciare un gruppo di circa 100 cetacei tenuti in cattività in piccoli recinti
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Dopo le proteste nazionali e internazionali contro il cosiddetto “carcere dei cetacei” di Nakhodka che ha coinvolto scienziati, ambientalisti e celebrità del mondo dello spettacolo, il vice primo ministro russo Alexei Gordeyev ha annunciato che 11 orche e 87 beluga detenuti in piccoli recinti galleggianti nel Mar del Giappone verranno rilasciati gradualmente.
Gordeyev ha detto: «Su raccomandazione degli scienziati, abbiamo preso l’unica decisione sensata di rilasciare gli animali nel loro habitat naturale dove sono stati catturati. Questa operazione richiederà circa quattro mesi». La prima fase, appena iniziata, prevede il rilascio di 8 cetacei.
Charles Vinick, direttore esecutivo del Whale Sanctuary Project, ha chiesto al governo russo di gestire la liberazione dei 100 cetacei «nel modo più umano possibile» e ha detto alla BBC: «Abbiamo fornito ampie raccomandazioni su come farlo. Anche se non fossero in grado di seguire tutte le nostre raccomandazioni, speriamo che possano seguirne il maggior numero possibile. Tutto dipende dal benessere degli animali».
L’iniziativa è stata lodata del presidente russo Vladimir Putin in persona durante l’appuntamento televisivo annuale nel quale risponde alle domande dei cittadini. Putin ha anche rivelato il retroscena economico della prigionia dei cetacei: «Per quanto ne so, da sole le orche valgono circa 100 milioni di dollari. Quando c’è un sacco di soldi, i problemi sono sempre difficili da risolvere. Grazie a Dio le cose hanno iniziato a muoversi».
I giovani cetacei erano stati catturati nel 2018 nel Mare di Okhotsk e poi portati a 1.300 km più a sud e imprigionati in angusti recinti galleggianti vicino alla città portuale di Nakhodka. La legge russa permette la cattura di balene per scopi scientifici, ma esperti e ambienta listi temevano – a ragione – che le orche e i beluga fossero destinati a parchi acquatici o agli acquari cinesi. E’ noto che singole orche vengono spesso catturate illegalmente e che si tratta di un mercato da milioni di dollari. I Beluga vengono venduti per decine di migliaia di dollari.
Nell’ottobre 2018 Greenpeace Russia aveva lanciato l’allarme sullo stato di questi mammiferi marini ed è convinta che almeno 4 cetacei siano morti mentre erano tenuti in cattività a Nakhodka. Diverse associazioni ambientaliste e animaliste hanno denunciato e documentato le cattive condizioni di salute dei cetaci prigionieri, alcuni dei quali mostravano segni di ipotermia. Infatti, in natura i Nelle balene selvagge nuotano per decine di chilometri ogni giorno e questo li mantiene al caldo, ma nei piccoli recinti dove la possibilità di muoversi è minima i cetacei si raffreddano.
Lo scorso gennaio, Greenpeace aveva denunciato che alcuni dei cetacei prigionieri a Nakhodka mostravano lesioni cutanee e deterioramento delle pinne e gli ambientalisti sono convinti che alcune di quelle ferite possono essere state causate dai continui urti degli animali contro il ghiaccio marino che si formava nelle gabbie.
Inizialmente il governo russo ha cercato di minimizzare, ma alla fine Putin e Gordeyev sono stati travolti dall’indignazione di scienziati, politici e attivisti di tutto il mondo e di buona parte dell’opinione pubblica russa. Diversi gruppi ambientalisti russi e stranieri hanno chiesto il rilascio dei mammiferi marini e anche personaggi famosi hanno anche partecipato alla campagna per salvarli. Tra questi anche Leonardo Di Caprio che ha invitato i suoi follower sui social media a sottoscrivere una petizione che ha presto raggiunto 1,5 milioni di firme. Pamela Anderson, l’ex modella e star televisiva ora attivista dell’International fund for animal welfare (Ifaw).TV, ha scritto a Vladimir Putin chiedendogli di agire per la liberazione dei cetacei. E alla fine le pressioni hanno ottenuto dei risultati: all’inizio di giugno le compagnie che hanno catturato i cetacei sono state multate per aver violato le regole di pesca russe e una delle società, la White Whale, è stata multata per 28.1 milioni di rubli (433.000 dollari).
Greenpeace russa è naturalmente soddisfatta per l’annuncio della chiusura della “prigione dei cetacei” data in diretta televisiva da Putin: »Questo è quel che Greenpeace ha perseguito per così tanto tempo con le persone che la pensano come noi. Tuttavia, questo annuncio non può ancora essere motivo di gioia: ci sono troppe preoccupazioni e domande su ciò che sta accadendo. Al momento non è noto se siano state svolte tutte le attività preparatorie». Grenpeace russia si riferisce a una riunione di scienziati avvenuta il 18 giugno, durante la quale il rappresentante del VNIRO (Istituto federale russo per la pesca e l’oceanografia) Vyacheslav Bizikov ha chiesto se sia stata valutata la salute degli animali, se abbiano subito un imprinting con le persone e condannato le autorizzazioni date per recenti escursioni di bambini delle scuole alla prigio Secondo Greenpeace Russia, «La domanda principale è: perché l’opinione pubblica non viene fatta paartecipare alla copertura del processo per garantirne la trasparenza?»
Per questo, Roman Vazhenkov, responsabile del progetto salvataggio di orche e beluga di Greenpeace Russia, ribadisce che «Questa non è ancora una vittoria. Il percorso per gli animali sarà lungo e difficile, gli esperti devono fare ogni sforzo perché possano superarlo. C’è anche molto da fare per garantire che il divieto di cattura dei cetacei a scopi culturali ed educativi, di cui parla il vice primo ministro Gordeyev, diventi una realtà. Tuttavia, oggi può essere considerato il “punto di non ritorno”, dopo il quale i nostri governanti non avranno la possibilità di tornare indietro».
Gregory Tsidulko del Marine mamnals working group dell’International union for conservation of nature (Iucn) e dell’Équipe Cousteau, sottolinea: «Il fatto che il governo russo abbia deciso di smettere di catturare orche e balene beluga per scopi culturali ed educativi è un passo serio e molto atteso. La società si sta sviluppando e nei Paesi avanzati la tendenza mondiale è il rifiuto di tenere i mammiferi marini in cattività».
Greenpeace Russia conclude: «Per molti anni la Russia è stata l’unico fornitore di orche e beluga vivi per l’industria globale dell’intrattenimento. È gratificante che il nostro Paese non figuri più nell’elenco dei rivenditori di esseri viventi, soprattutto perché non c’è motivo di parlare di alcuna componente culturale o educativa per tale commercio. Per questi animali, è semplicemente impossibile creare buone condizioni in cattività negli acquari, soffrono, e questo non è affatto il modo in cui si deve inculcare nelle persone l’more per la natura. Si può solo sperare che il divieto annunciato si estenda non solo alle orche e ai beluga».