L’acqua è sempre più scarsa nel mondo e aumentano i dissalatori e il recupero
0I costi della dissalazione sono in calo. La polemica sulla salamoia e i consumi energetici
Al centro della discussione a Santa Margherita ci sono stati i dati dell’IDA Water Security Handbook, pubblicato a gennaio dall’l’International desalination association e da Global Water Intelligence (Gwi) che rappresenta l’ultima e più completa del mercato della desalinizzazione e del riutilizzo dell’acqua e dal quale emerge che, dopo 3 anni in cui il mercato globale della desalinizzazione è rimasto stabile, si prevede che il 2019 vedrà la maggiore crescita della desalinizzazione dell’acqua marina dalla fine degli anni 2000. Attualmente nel mondo si riutilizzano più di 200 milioni di acqua al giorno e ci sono più di 20.000 impianti di dissalazione, A trainare la crescita della dissalazione nel 2019 sarà il Medio Oriente dove, nella prima metà del 2018, la dissalazione dell’acqua è aumentata del 28% e sono annunciati importanti progetti.
Chi dice che le grandi imprese della dissalazione non vogliono sentir parlare di riutilizzo dell’acqua sbaglia: spesso si tratta delle stesse imprese e infatti L’IDA Water Security Handbook sottolinea con grande evidenza che «Il riutilizzo di acqua come soluzione ai crescenti problemi idrici nel mondo si è incrementato significativamente negli ultimi anni» e fa l’esempio di Città del Capo in Sudafrica e della California che stanno spingendo per il riutilizzo delle acque reflue, mentre la Cina punta molto su riutilizzo delle acque industriali, che rappresentano il 49% della capacità contrattata tra il 2010 e il 2017, anche India e Taiwan stanno incentivando fortemente questo settore. Gli Usa sono il secondo più grande mercato del mondo (10% del totale) per il riutilizzo dell’acqua, mentre anche in Messico, Perù ed Egitto nell’ultimo anno c’è stata una bona crescita.
Stanley sul Washington Post fa notare che, nonostante i dubbi di qualcuno, «La necessità di rendere potabile l’acqua di mare non mostra segni di rallentamento. Con gli attuali tassi di consumo, il più grande emirato degli Emirati Arabi Uniti potrebbe esaurire le scorte di acque sotterranee naturali “nel giro di pochi decenni”, ha affermato l’ Abu Dhabi Environment Agency in un rapporto del 2017. Tuttavia, l’aumento della domanda di risorse idriche limitate sta stimolando nuove idee per la produzione alimentare tanto quanto per la desalinizzazione. L’International Center for Biosaline Agriculture di Dubai ricicla la salamoia per irrigare le piante tolleranti al sale come la salicornia, che può essere mangiata o utilizzata per i biocarburanti. L’istituto di ricerca coltiva anche colture alimentari come la quinoa che prosperano in terreni salati e desertici».
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