Codacons: il divieto di fumo sulle spiagge italiane deve diventare legge

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Codacons: il divieto di fumo sulle spiagge italiane deve diventare legge

Vietato fumare in spiaggia: arriva dal Codacons la diffida ai Prefetti d’Italia per imporre il divieto  di fumo in tutti i Comuni dove sono collocati gli arenili. L’associazione si dichiara pronta anche a denunciare le Amministrazioni per concorso in inquinamento e danneggiamento ambientale.
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Dopo l’appello lanciato al ministero dell’Ambiente in cui sosteneva che “il divieto di fumare sulle spiagge dovrebbe essere un provvedimento nazionale in quanto tutela la salute pubblica”, il Codacons presenterà oggi stesso una diffida perché il divieto di fumo diventi effettivo in tutte le spiagge. In assenza di misure urgenti, verranno denunciati “i Comuni per concorso in inquinamento e in danneggiamento aggravato del patrimonio naturale”.

“Se da un lato è vero che negli ultimi anni si sono moltiplicate le ordinanze comunali che vietano il fumo in spiaggia, dall’altro è innegabile che non è stato fatto ancora abbastanza per tutelare la salute dei bagnanti dai rischi connessi al fumo e per difendere l’ambiente – si legge in una nota. Da Sassari a Savona, passando per Lampedusa, Bibione, Ladispoli e Anzio, chi viene colto a fumare in spiaggia andrà incontro a multe salate, ma nella maggior parte dei lidi italiani non vige alcun divieto. Si crea così una disparità di trattamento a danno dei cittadini, che magari possono fumare su una spiaggia ma non in quella limitrofa, perché situata sul territorio di un comune che non ha adottato alcun provvedimento di divieto”.

Al via, quindi, a un vera e propria battaglia legale per chiedere ai Prefetti dei territori dove sono collocate spiagge di ordinare alle amministrazioni comunali l’adozione di apposite ordinanze tese a stabilire divieti di fumo e di abbandono di prodotti da tabacco sulle spiagge di loro competenza.

Di contro, se non saranno adottate misure urgenti, il Codacons denuncerà i Comuni per concorso in inquinamento e in danneggiamento aggravato del patrimonio naturale.

Una vera e propria battaglia anti-cicche, insomma, quella portata avanti dal Coordinamento. Se si considera che nella maggior parte delle spiagge italiane non vige alcun divieto, questa potrebbe essere la svolta decisiva affinché tutti, nessun escluso, si “obblighino” a rispettare l’ambiente.

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