8 giugno 2019: giornata mondiale degli Oceani, Legambiente e Wwf per le tartarughe marine (e il fratino)

0

8 giugno 2019: giornata mondiale degli Oceani, Legambiente e Wwf per le tartarughe marine (e il fratino)

Il rischio plastica. Spiagge pulite, ma no all’uso delle ruspe. Adottate una tartaruga
www.greenreport.it

L’8 giugno è la Giornata mondiale degli Oceani e il Wwf ricorda che «L’approssimarsi della stagione balneare sta spingendo in questi giorni i gestori di lidi e villaggi turistici calabresi a far ripulire i tratti di spiaggia di propria pertinenza da tutto il materiale che le mareggiate invernali hanno depositato sugli arenili. Il più delle volte, purtroppo, questa pur necessaria operazione, viene compiuta mediante l’utilizzo di pale e mezzi meccanici che spianano e lisciano letteralmente le spiagge, rendendole simili a tavoli da biliardo».

In proposito, il Panda ricorda che «I litorali, soprattutto i sistemi dunali, rappresentano dei veri e propri ecosistemi, con una loro fauna e una loro flora da tutelare, proprio perché divenute sempre più rare e minacciate. E’ il caso ad esempio del fratino, un piccolo uccello di colore marrone chiaro, petto bianco, zampe nere e due macchie (nere nel maschio) ai lati del collo,  che per nidificare sceglie proprio gli ambienti sabbiosi  della costa, depositando le sue tre uova mimetiche direttamente sulla sabbia o tra i sassi e pertanto difficilissime da individuare: un comportamento riproduttivo che espone le uova e i pulcini  al pericolo sempre più incombente di essere schiacciati da certe drastiche operazioni di pulizia. A ciò si aggiunga la diffusa abitudine di scorrazzare sulle spiagge con moto, quad e fuoristrada, contribuendo  in tal modo  ad alterare anche  la particolare flora  che vegeta sulle spiagge, a cominciare dallo splendido giglio di mare. Se si considera che le coppie di fratino nidificanti lungo i quasi ottomila chilometri di coste italiane, in gran parte già invase dalla cementificazione e dal turismo di massa, ammontano a circa 1.500-2.000, si comprende l’importanza di salvaguardare le aree costiere adatte alla nidificazione».

Il Wwf invita a non dimenticare che «Le nostre spiagge custodiscono anche un altro prezioso elemento della biodiversità, rappresentato dalla nidificazione della tartaruga marina Caretta caretta che, proprio in Calabria, fa registrare ogni anno circa il 60-70% di tutti i nidi censiti in Italia, per come è stato accertato ormai dal 2000 grazie alle ricerche del Dipartimento di Ecologia dell’Università della Calabria».

http://www.lipu.it/images/fratino/Fratino-2---RobertoSauli.jpg

Proprio per scoprire e tutelare i nidi di Caretta e di fratino, sta per partire in Calabria un vasto e impegnativo progetto, approvato dalla Regione e finanziato con fondi europei, al quale partecipano Wwf  Italia e Caretta Calabria Conservation, che prevede «il monitoraggio delle spiagge per individuare in tempo i siti di deposizione e adottare, ove si presentino particolari condizioni di criticità,  tutte le misure idonee ad assicurare la schiusa delle uova e il successo riproduttivo della specie.

Per questo il Wwf rivolge pertanto  un accorato appello a tutte le amministrazioni dei comuni costieri e ai gestori di lidi, villaggi turistici ecc.  «Affinché evitino operazioni di pulizia  dei litorali mediante l’utilizzo di ruspe, o di qualsiasi altro mezzo meccanico, che potrebbero distruggere nidi di fratino o di tartaruga. Siamo convinti, e le esperienze lo dimostrano, che una spiaggia dove si rispetta l’ambiente , la flora e la fauna, sarà senz’altro più apprezzata anche da chi la frequenta per la balneazione, rappresentando, questi elementi, dei fattori straordinari anche per la valorizzazione  turistica sostenibile del territorio costiero calabrese dopo i troppi oltraggi che ha dovuto subire per decenni».

Di tartarughe marine si occupa anche Legambiente che ricorda la storia di Clarabella: «Una Caretta caretta, di circa 10 anni ritrovata intrappolata nella plastica. Dopo tre mesi di ricovero in un centro di recupero e dopo aver espulso la plastica che aveva ingerito è guarita totalmente ed è tornata libera nel mare». Ma il Cigno Verde rsottolinea che «Per una tartaruga che si salva ce ne sono tante – troppe – che ancora rimangono vittime dell’inquinamento da plastica».

Infatti, il marine litter è una delle cause più gravi di mortalità per le tartarughe marine che nuotano nel Mar Mediterraneo e negli Oceani. Gli operatori di alcuni Centri di Recupero di tartarughe hanno documentato che l’80% degli animali ricoverati aveva ingerito diversi tipi di plastiche: sacchetti, resti di bottiglie e stoviglie, cotton fioc, lenze e imballaggi di vario tipo.

Stefano Di Marco, coordinatore della campagna Tartalove, spiega a sua volta: «Le tartarughe marine possono confondere la plastica galleggiante nell’acqua con gli organismi di cui si nutrono, come ad esempio le meduse. Una volta ingerita, la plastica non si degrada nell’organismo, ma può provocare nelle tartarughe diversi problemi, può dare senso di sazietà e bloccare l’istinto di nutrirsi provocando denutrizione oppure blocchi intestinali o soffocamento. A volte, invece, l’ingestione di plastica può provocare problemi di galleggiamento, impedendo agli animali di immergersi per alimentarsi. Oppure, può succedere che alcuni esemplari restino intrappolati in rifiuti a forma di lacci o in reti di nylon che, quando non provocano la morte, possono comunque causare ferite, lesioni o provocare deformità. Un altro grave problema è inoltre rappresentato dalle microplastiche, frammenti piccoli e insidiosi, che raggiungono nel Mediterraneo concentrazioni record di 1,25 milioni di frammenti per chilometro quadrato. Si tratta di una minaccia molto seria e non solo per le tartarughe marine, perché, secondo gli studi, entrando nella catena alimentare, minacciano tutte le specie animali e mettono a rischio anche la salute umana. Insomma, la tartaruga marina, specie protetta a livello internazionale e inserita nella lista rossa delle specie in pericolo dell’IUCN, ha rischiato di estinguersi soprattutto a causa del crescente impatto delle attività antropiche. E sebbene la situazione sia ora in lieve miglioramento, grazie all’aumento della sensibilità e della consapevolezza nei confronti di questi preziosi abitanti del mare, c’è ancora molto da fare soprattutto per contrastare il dilagare dei rifiuti plastici in mare e sulle spiagge».

Per contribuire alla salvaguardia delle tartarughe marine, Legambiente ha lanciato la campagna Tartalove, che tramite l’adozione simbolica degli esemplari ricoverati nei centri, finanzia tutte le attività necessarie alla cura e alla tutela delle tartarughe marine.
Sul sito www.tartalove.it è possibile visionare periodicamente le foto e le brevi storie delle tartarughe da adottare personalmente o come regalo per una persona cara. Per ogni donazione verrà inviato un piccolo kit di adozione paper-free, che include un certificato di adozione, una fotografia della tartaruga scelta e un racconto più ampio della sua storia. Perché ogni esemplare ha una storia da raccontare.
L’adozione simbolica è un gesto concreto che contribuisce a finanziare le spese vive dei centri di recupero, le medicine necessarie, gli interventi veterinari e le attività di monitoraggio dei nidi.

Share.

Leave A Reply