Un colossale impatto con un pianeta nano potrebbe aver modificato la nostra luna

0

Un colossale impatto con un pianeta nano potrebbe aver modificato la nostra luna

Tratto da www.sciencealert.com

Potremmo non rendercene conto, perché ne vediamo sempre lo stesso lato dalla Terra, ma la Luna è piuttosto strana e particolare. Il lato che vediamo è molto diverso dal lato opposto, che è sempre rivolto lontano da noi, e il contrasto tra queste due parti è stata sempre una particolare stranezza.

Ora abbiamo una nuova possibile spiegazione: a un certo punto, nel suo lontano passato, la Luna potrebbe aver vissuto una gigantesca collisione con un altro oggetto celeste, fatto che a sua volta potrebbe spiegare la strana differenza tra i due emisferi.

Quindi, andando ad osservare il nostro satellite, le due parti hanno un aspetto diverso: se guardi la luna piena in una notte limpida, vedrai macchie grandi e scure, che sono costituite da pianure larghe e piatte o “oceani” di basalto vulcanico.

Quando la sonda sovietica Luna 3 ha trasmesso le prime immagini dall’orbita lunare nel 1959, abbiamo scoperto che il lato nascosto del nostro satellite è pallido e pesantemente butterato ovunque con migliaia di crateri. E questo non è dovuto a una eventuale protezione della Terra in quanto saremmo comunque troppo lontani per esercitare questo tipo di protezione

https://www.sciencealert.com/images/2019-05/lro-moon_1024.gif

Le differenze sono più profonde del semplice aspetto. Dati più recenti del 2012 hanno rivelato che il lato opposto ha anche una crosta che è più spessa di 20 chilometri, coperta da uno strato extra di 10 chilometri di materiale ricco di magnesio e ferro che invece non sono stati trovati sul lato opposto.

Le ipotesi precedenti ipotizzano anche una seconda luna che si sarebbe fusa con la nostra agli albori del Sistema Solare, dndo vita ad una specie di ibrido lunare.

Ma un’altra possibilità è un grande asteroide o planemo che in qualche modo sarebbe finito in orbita solare, in rotta di collisione con la Luna. Quest’ultimo scenario, utilizzando i dati del 2012, è l’ipotesi che gli scienziati lunari guidati dall’astrofisico Meng Hua Zhu dell’Università di Scienze e Tecnologia di Macao hanno ora messo alla prova.

I ricercatori hanno condotto simulazioni al computer di 360 scenari d’impatto, facendo collidere giganteschi oggetti in una regione d’impatto sul lato più vicino a noiper vedere se qualcuno potesse produrre l’asimmetria della Luna come la vediamo oggi. E l’hanno trovato.

Il miglior adattamento per ottenere questo risultato sarebbe stato un oggetto di circa 780 chilometri di diametro, che è circa un terzo della dimensione di Plutone, poco più di un quarto delle dimensioni della Luna, e solo un po ‘più piccolo del pianeta nano Cerere. Questo oggetto avrebbe dovuto viaggiare a circa 22.500 chilometri all’ora quando si è schiantato sulla Luna.

Un oggetto più piccolo avrebbe potuto dare gli stessi effetti, anche di circa 720 chilometri di diametro, viaggiando però un po ‘più veloce, a 24.500 chilometri all’ora. L’effetto sarebbe stato più o meno lo stesso per entrambi questi impatti con un lanzcio di oggetti costituiti da rocce e polvere, andando a scavare la Luna fino a una profondità di oltre 300 chilometri, facendoli ripiovere sul lato opposto, ricoprendoli di uno strato da 5 a 10 chilometri di spessore, in linea con lo strato di magnesio-ferro osservato nel 2012.

L’impatto avrebbe spostato anche la crosta, causando la fuoriuscita della stessa dal sito dell’impatto. Questo modello riproduceva la distribuzione dello spessore della crosta della Luna vista oggi. E, poiché la Luna era relativamente giovane quando ciò ragionevolmente accadde, con alte temperature interne, poteva facilmente tornare ad avere, con il tempo, una forma arrotondata, cancellando efficacemente l’enorme bacino d’impatto.

Il modello potrebbe spiegare anche qualcos’altro. La Terra e la Luna sono in gran parte costituite dalla stessa sostanza di base, ma la Luna ha abbondanze non spiegate di alcuni isotopi sulla sua superficie: elementi di potassio, fosforo e terre rare come il tungsteno-182. Nel modello, questi potrebbero essere stati scavati dall’impatto e ri-piovuti di nuovo in basso per finire sulla superficie lunare. È una spiegazione chiara, ma alcuni scienziati potrebbero non essere del tutto convinti di questo.

“Questo è un documento che sarà molto provocatorio”, ha detto lo scienziato planetario Steve Hauck di Case Western Reserve University e redattore capo della rivista che ha pubblicato lo studio.

“Capire l’origine delle differenze tra il lato visibile e quello oscuro della Luna è un problema fondamentale nella scienza lunare. In effetti, molti pianeti hanno dicotomie emisferiche, ma per la Luna abbiamo molti dati da utilizzare per poter testare modelli e ipotesi, quindi le implicazioni del lavoro potrebbero probabilmente essere più ampie nel caso della Luna”.

La ricerca è stata pubblicata sul Journal of Geophysical Research: Planets .

Share.

Leave A Reply