Scoperta una “barriera” che blocca le metastasi e inibendo lo sviluppo di nuovi tumori
Un team di ricerca svizzero guidato da scienziati della Scuola Politecnica Federale di Losanna (EPFL) ha individuato un complesso molecolare in grado di catalizzare il “suicidio” delle cellule cancerose, bloccando la proliferazione delle metastasi e lo sviluppo di nuovi tumori. È composto dalla proteina Activina B e dal recettore ALK7. Al momento i test sono stati condotti solo sui topi.
di Andrea Centini
scienze.fanpage.it
Scoperto un complesso molecolare in grado di arrestare la proliferazione del cancro, impedendo lo sviluppo delle metastasi e la crescita di nuovi tumori. Si tratta di una proteina chiamata Activina B e del recettore ALK7, che operando in sinergia possono abbattere l’aggressività – e dunque la letalità – delle neoplasie. A individuare questo promettente bersaglio farmacologico è stato un team di ricerca svizzero guidato da scienziati della Facoltà di Scienze della Vita presso la Scuola Politecnica Federale di Losanna (EPFL), che hanno collaborato con i colleghi dell’Istituto di Patologia dell’Università di Berna e dell’Istituto Svizzero di Bioinformatica.
La ricerca. Gli scienziati, coordinati dai dottori Douglas Hanahan e Iacovos P. Michael, ricercatori presso l’Istituto svizzero di ricerca sperimentale sul cancro (ISREC) dell’ateneo di Losanna, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto alcuni esperimenti sui topi. Hanahan e colleghi hanno analizzato le vie di segnalazione del recettore ALK7 in topi affetti da carcinoma mammario e tumori neuroendocrini del pancreas. In parole semplici, quando questo recettore – che fa parte dei recettori del fattore di crescita tumorale beta (TGFß) – viene attivato dalla proteina Activina B, induce una serie di reazioni molecolari e biochimiche che portano le cellule cancerose al cosiddetto “suicidio cellulare” o apoptosi. Il risultato è l’arresto della proliferazione delle cellule cancerose e delle metastasi. Bloccando l’attivazione di ALK7 da parte dell’Attivina B, una proteina coinvolta nel metabolismo, nella risposta immunitaria, nella regolazione del ciclo mestruale e in altre importanti funzioni biologiche, gli scienziati hanno scoperto che le cellule tumorali proliferavano facilmente catalizzando l’aggressione di altri organi (come fegato e polmoni).
Speranze. Da altre indagini i ricercatori svizzeri hanno dimostrato che i pazienti oncologici con i livelli più elevati di ALK7 presentano un minor rischio di recidiva e una comparsa “ritardata” delle metastasi; ciò indica l’importanza dell’apoptosi cellulare nel contrasto alla proliferazione e all’aggressività delle neoplasie. Naturalmente gli studi sono stati condotti solo su topi e ci vorrà ancora molto tempo prima di realizzare potenziali medicinali in grado di favorire l’azione dell’Attivina B e dell’ALK7, tuttavia condividiamo con i roditori diversi processi biologici nello sviluppo del cancro, dunque gli scienziati sono molto ottimisti sugli sviluppi della ricerca. I dettagli sono stati pubblicati sull’autorevole rivista scientifica Developmental Cell.